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Honda CB 1100 ABS

Alfredo Verdicchio il 06/03/2014 in Prove della redazione
Honda CB 1100 ABS
Honda CB 1100 ABS
1.140 cc / 90 / 4 cilindri il linea / 3
€ 11.550 c.i.m.

Bentornata semplicità. L'erede della "Four" e della "Bol d'or" va oltre la solita operazione nostalgia, riportando in auge un modo di guidare rilassante e slegato dalle prestazioni esasperate. Solo il prezzo non è minimalista...

Il vintage quest'anno spacca! I 70 non saranno stati gli anni più tranquilli dal dopoguerra a oggi, di certo però sono stati carichi di energia positiva, una voglia irrefrenabile di allargare gli orizzonti di un mondo che iniziava a stare un po' stretto ai giovani di allora. Anche se il lancio vero e proprio si tenne nel 1969, è in questo periodo che le Honda CB 750 Four misero in crisi i blasonati marchi inglesi, e divennero un tassello fondamentale per il futuro delle moto prodotte in serie. Quattro cilindri (ad aria, 4 tempi), 67 CV (tanti per l'epoca), freno a disco anteriore (una rarità), avviamento elettrico e distribuzione SOHC (a catena con albero in testa) invece del diffuso aste e bilancieri dell'epoca. A fine Anni 70 le CB divennero le Bol d'Or, guadagnando propulsori ancora più potenti, affidabili e con distribuzione DOCH, a doppio albero in testa. Arrivarono le 16 valvole, le cilindrate salirono prima a 900 e poi a 1100. Ed eccoci qua. Oggi la loro erede, la Honda CB1100, non porta con sé alcuna rivoluzione tecnica o tecnologica e non ha nessuna pretesa di "affrontare" i marchi rivali, ma una cosa di certo riesce a fare: riportare quel sano piacere di guida di una volta.

Le mode tornano

La CB1100 ha riportato anche un certo gusto estetico - che sulle Honda mancava da qualche tempo - riproponendo stilemi seventies (specchietti tondi, cromature, ammortizzatori a vista), ma anche qualcosa dei primi Ottanta. Come il suo pezzo forte, quel serbatoio dalle linee decise e leggermente squadrate proprie delle Bol d'Or originali. O come il disegno dei cerchi in lega che richiama il look "a stella" delle Comstar, che però erano strutturalmente diverse: si trattava di ruote scomponibili, con elementi imbullonati. In tutto questo bendidio ripreso dal passato fanno storcere il naso le linee modernamente esili del posteriore, dove ci sarebbe stata proprio bene una sellona spessa e trapuntata a fare il paio con il fanale vintage. Quest'ultimo, poi, è in plastica e insieme all'ingombrante parafango in acciaio lucidato, tra l'altro di buona fattura, trasmette un non so che di cheap. Ma per il resto, questa 1100 è una moto fatta bene, altroché. Dove la tocchi, la sfiori o la guardi, fa percepire quella qualità totale propria delle Honda ancora prodotte in Giappone. La CB è una moto che non lascia indifferenti, piace a chi la guarda adagiata sulla stampella laterale, parcheggiata vicino al muro sotto casa (rigorosamente in mattoni rossi, altrimenti meglio il cavalletto centrale, stabile e facile da azionare) e ancora di più a chi le sta in sella. Niente fronzoli, solo semplicità e immediatezza nel trovare i comandi al posto giusto...un po' come mamma Honda ha sempre fatto nella sua storia.

Parola d'ordine: semplicità

Pressione sul bottone rosso e il quattro cilindri raffreddato ad aria inizia a girare silenzioso e regolare come pochi. Al minimo, la lancetta del contagiri galleggia poco sopra i 1.000 giri e una volta scaldatosi, il motore perde la leggera ruvidezza avvertibile a freddo quando si pela il gas in partenza, lasciando posto a un'erogazione dolcissima. La coppia è sostenuta (si può partire in quarta...) ma fin troppo educata. In fatto di muscoli, infatti, ci aspettavamo qualcosina in più dalla CB1100, sia ai bassi regimi con inserite le marce alte (in quarta e quinta quando si riprende il gas ai 1.500 giri sussulta un pochino) sia ai medi, tra i 3.000 e i 5.000 giri. Qui la CB risponde bene al gas, ma senza mai impressionare come altre quattro in linea del genere, più forzute. Impressionante, invece, la sua fluidità d'erogazione, che è poi il vero bello di questa moto. Solo oltrepassati i 5.500 giri il "four in line" giapponese fa sentire un leggero cambio di carattere, allungando piacevolmente ancora per duemila giri.

Ciclistica di sostanza

Insomma, alla CB1100 manca un pizzico di verve, in compenso risulta così facile che potrebbe guidarla chiunque, anche chi non riesce ad andare dritto in bici: da ferma fa sentire tutti i suoi chili, ma una volta in movimento è così equilibrata e maneggevole che a stare in piedi ci pensa lei. Merito di un'ergonomia di seduta pressoché perfetta (per pignoleria segnaliamo le pedane un pochino vicine alla sella per chi va da 180 cm in su), il baricentro basso, la sella stretta (e poco stancante, anche dopo due ore consecutive a bordo) e il manubrio rialzato che mettono chiunque subito a proprio agio. Il tutto miscelato con una ciclistica dalle quote poco esasperate e un avantreno non troppo caricato (la distribuzione delle masse rilevata con conducente parla chiaro), che la rende agile nel lento, ma con una leggera tendenza al sottosterzo sul veloce, migliorabile semplicemente aumentando il precarico degli ammortizzatori. Queste soluzioni vengono buone in città, dove ci si muove con scioltezza tra le auto in colonna, grazie anche al buon angolo di sterzo che permette di svoltare in un fazzoletto. Solo quando ci si trova a fare gli equilibristi nello stretto si nota che la frizione (ben dosabile) non è così leggera come appare magari fuori città, quando la si usa meno di frequente; e allo stesso modo, si scopre come il cambio nell'uso più intenso perda un po' di fluidità negli innesti. Tutte fisime di chi scrive, a veder bene, visto che i "difetti" sopra imputati in realtà non riducono l'efficacia nella guida anche più allegra. Anzi, con la CB ci si può togliere qualche soddisfazione, assecondando i pruriti del polso destro con una buona trazione e altrettanta precisione tra le curve. Le sospensioni sono sì semplici, ma allo stesso tempo ben tarate, tanto da offrire un buon compromesso tra comfort (digeriscono anche il pavé) e sportività, risultando non troppo molli e dando il giusto sostegno in frenata, potente, facile da gestire e con un'ABS perfetto. Ovviamente, non le si può chiedere di essere velocissima in inserimento di curva, così come nei cambi di direzione, dove la ruota da 18" fa sentire la sua presenza con inevitabili - ma leggeri - ritardi nel rispondere ai comandi del pilota. Il consiglio è d'impostare traiettorie tonde. Come si faceva una volta. Bentornata semplicità.

Dati Tecnici

 
Honda
CB 1100 ABS

Motore

4 cilindri in linea, 1.140 cc, raffreddato aria/olio, alesaggioxcorsa 73,5x67,2, rapporto di compressione 9,5:1, distribuzione bialbero a camme in testa, 16 valvole, iniezione elettronica con 4 corpi farfallati da 32 mm, lubrificazione a carter umido

Trasmissione

finale a catena (39/18); frizione multidisco in bagno d'olio; cambio a 5 rapporti

Ciclistica

telaio a doppia culla in tubi di acciaio, inclinazione cannotto di sterzo 27°, avancorsa 114 mm; forcella da 41 mm regolabile nel precarico molla, forcellone in acciaio, due ammortizzatori regolabili nel precarico molla; escursione 107/100

Dimensioni

lunghezza 2.195, larghezza 835, interasse 1.490, altezza sella 795, serbatoio da 14,6 lt (3,5 lt riserva), peso in ordine di marcia 248 kg

Prestazioni

66 kW (90 CV) a 7.500 giri, 93,0 Nm (9,5 kgm) a 5.000 giri

Prestazioni

Il commento del centro prove

Una precisazione innanzitutto: il dato della velocità ai 1.500 metri è stato ottenuto già ai 530 metri, visto che la CB è autolimitata a 180 km/h, rilevati dalla nostra strumentazione. Ed ecco anche spiegato come mai nel test 0-1.000 metri segni una velocità inferiore rispetto al valore ottenuto nei 0-400, per i continui tagli della centralina. Il dato della prova sorpasso, un po' alto per la tipologia di moto, conferma le sensazioni descritte dal tester per quanto riguarda la spinta del motore, spiegabili non tanto per mancanza di coppia, quanto per la quinta marcia lunga e la scelta di privilegiare i consumi. A questo proposito, siamo in linea con i 18,2 km/l di media dichiarati. Brava Honda.

Curva di accelerazione

Honda CB 1100 ABS

Condizione della prova

Cielo sereno
Vento 2 m/s
Temperatura aria 22,1°C
Pressione atmosferica 999 mb
Temperatura asfalto 30,8°C

Rilevamenti

 
Honda
CB 1100 ABS

RILEVAMENTI

ACCELERAZIONE

0-400 m 12,9 s (172,7 km/h)
0-1000 m 25,2 s (171,7 km/h)
0-90 km/h 4,1 s (55,9 m)
0-130 km/h 7,1 s (149,2 m)

PROVA SORPASSO (nella marcia più alta)

80-130 km/h 7,5 s (220,1 m)

FRENATA (compreso tempo di reazione convenzionale pari a 1 s)

130-80 km/h 2,5 s (78,8 m)
50-0 km/h 2,5 s (24,6 m)

CONSUMO

Urbano 18,3 km/l
Extraurbano 19,5 km/l
Autostrada (130 km/h indicati) 17,8 km/l

PESO

Distribuzione masse senza conducente (% ant./post.) 49,0/51,0
Distribuzione masse con conducente (% ant./post.) 45,0/55,0

Pagelle

 
Honda
CB 1100 ABS

In sella

3.5

Ergonomia di seduta che piace sin dai primi metri. Non perfettissima come di solito sa fare Honda, ma solo perché siamo davvero pignoli: manubrio leggermente lontano, pedane poco distanti dal piano di seduta.

Comfort

3.5

L'imbottitura della sella è ben studiata, visto che si riesce a star su per oltre due ore senza indolenzimenti. Il passeggero sta benino, ma perché non offrire in optional una sellona per i viaggi in coppia? Lo spazio c'è.

Dotazioni

3.5

Leve regolabili, sospensioni entrambe registrabili nel precarico molla, frenata combinata con ABS, cavaletto laterale e centrale: prima dell'avvento dell'elettronica, questo era il top. Se vi piace correre, comprate un plex...

Qualità percepita

4.0

Giapponese vera, in puro stile Honda, con tanto metallo, finiture precise, cromature ben realizzate, cablaggi ordinati, comandi dolci. I dettagli in plastica, soprattutto il fanalino posteriore, però stonano un pochino.

Capacità carico

3.0

Poco oltre il minimo indispensabile: c'è il pozzetto sottosella per ospitare un bloccadisco e poco altro. Comodi i ganci a lato dsella per ragno o elastici. Optional il portapacchi in tubo cromato, come ai vecchi tempi.

Motore

4.0

90 CV bastano e avanzano per divertirsi in tutta sicurezza sulle nostre strade extraurbane. Se poi sono erogati con questa linearità, non ci si deve preoccupare nemmeno del fondo viscido invernale. Ai medi, però, manca qualcosina.

Trasmissione

3.5

Bene frizione - sempre dosabile anche se non leggerissima - e cambio, che tende a indurirsi nell'uso più intenso e frenetico.

Sospensioni

4.0

Morbide ed efficaci allo stesso tempo: filtrano tutti i tipi di buche e di pavé, mantenendo sempre una discreta stabilità di marcia. Agendo sul precarico molla, si può anche impostare una guida più sportiveggiante.

Freni

4.5

Tanta dosabilità affiancata da una potenza più che discreta che non mette in crisi l'ottimo ABS, sempre puntuale e poco invasivo nei suoi inserimenti.

Su strada

3.5

Non è una moto con cui staccare il tempo tra un semaforo e l'altro, né tantomeno per vincere una crono in salita. Per divertirsi non va guidata di forza, ma impostando uno stile più morbido e omogeneo per avere stabilità e precisione.

Versatilità

2.5

È una naked, perfetta per l'uso quotidiano in città e in tangenziale, così come nei trasferimenti a breve e medio raggio. Oltre, bisogna ricorrere agli accessori.

Prezzo

2.0

Non costa poco. Diamo la sufficienza per il rapporto con la dotazione di base e il piacere di guida offerto. Non è possibile, però, che tutto ciò che è "mille" debba costare sempre dai 10.000 euro in su.

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