Veneto
Dal lago di Misurina a Predazzo: SEI PASSI in relax
Delle Dolomiti si conoscono i valichi più noti, presi d'assalto ogni estate, ma ci sono anche percorsi che definire secondari è riduttivo. Tra panorami da favola e tornanti senza fine
Questo itinerario è stato pubblicato sul n. 151 di Dueruote di novembre 2017
Le Alpi sono una fonte inesauribile di percorsi a misura di moto, e le possibilità di raccordare tra loro più valichi sono davvero numerose, con assolute garanzie di successo. Se poi ci si concentra sulla zona delle Dolomiti, ogni curva riserva piacevolissime sorprese, anche quando si abbandonano i passi più celebri e battuti, per concentrarsi su quelli "minori".
In realtà da queste parti non c'è davvero nulla di minore in termini di spettacolo, soprattutto se come punto di partenza per un itinerario si sceglie il lago di Misurina, l'inconfondibile bacino a più di 1.700 metri di quota, nel quale si specchiano le Dolomiti Ampezzane e le Tre Cime di Lavaredo dando vita a una gigantesca cartolina conosciuta in tutto il mondo.
La Perla delle Dolomiti
Basta scendere per pochi chilometri e al primo bivio risalire seguendo le indicazioni per Cortina, per incontrare il primo passo del nostro itinerario. È il Tre Croci, a sua volta incorniciato tra le grandi cime di roccia calcarea, che prende il nome dalle croci che ricordano la morte per assideramento di una madre partita dal Cadore con i figli alla fine del 1700 alla ricerca di lavoro. Da qui inizia una discesa tutta da gustare verso la cosiddetta "Perla delle Dolomiti", uno tra i centri di villeggiatura più esclusivi del Pianeta, sede delle Olimpiadi invernali del 1956, che deve la sua fortuna al posizionamento in una affascinante conca.
La strada è in condizioni ideali, larga, con pendenze variabili e alterna curve di vario raggio nel bosco, fino a quando i pascoli liberano la visuale da nord sul centro abitato. La maggiore attrazione di Cortina è diventata corso Italia, la via dello shopping dove sono presenti le più grandi firme della moda, ma la cittadina ha ovviamente molti altri elementi di richiamo meno mondani, a cominciare da una lingua propria, il ladino, parlata qui e in altri 17 comuni delle valli vicine.
Da qualunque parte si guardi, l'area riserva scorci bellissimi, ma chi vive in zona ritiene che la visuale migliore sia quella che si può ammirare dal balcone naturale posto in prossimità della galleria sulla SP48 che sale verso il passo Falzarego, poco prima del bivio con la SP638. Il Falzarego è un vero e proprio mito per ciclisti e motociclisti, ma al bivio noi svolteremo a sinistra, verso il passo Giau che non è assolutamente meno valido in termini di panorami e di valore tecnico della strada.
Tornanti e panorami
Si viaggia in un crescendo di gusto man mano che si prende quota tornante dopo tornante (sono 29), fino a raggiungere i 2.236 metri di altitudine, dove si apre uno scenario a 360 gradi che lascia a bocca aperta. L'asfalto è in buone condizioni, ma in nessun caso bisogna lasciarsi prendere la mano, perché la strada non attira solo i ciclisti con i quali bisogna condividere il percorso, ma anche camion e bus che non possono raggiungere il Falzarego. Dopo una discesa rapida fino al fondovalle si svolta a sinistra in direzione di Zoldo e da lì si ricomincia a prendere quota molto più progressivamente, quasi senza rendersene conto, al punto che il cartello che annuncia i 1.773 metri del passo Staulanza arriva all'improvviso, senza avere la percezione di trovarsi su un valico. Il viaggio prosegue alternando curve, tornanti e saliscendi senza tregua, tornando a raggiungere un valico, il Duran, situato in una verde conca. Ci si arriva percorrendo una strada all'inizio meno spettacolare, più stretta e attraverso una serie di piccoli centri abitati, ma una volta usciti dalla "civiltà" e dai boschi l'itinerario torna a offrire spunti davvero interessanti.
Per la prima volta dopo tanti km si scende veramente in basso, fino ai 616 metri sul livello del mare di Agordo, la cittadina che nonostante l'anima montanara si è evoluta in chiave industriale, specializzandosi nel settore ottico, una vocazione testimoniata dalla presenza di un museo dedicato, all'interno del quale è ospitata una collezione di oltre 2.000 pezzi di grande pregio. Tuttavia non è il caso di fare l'abitudine alle case e alle strade dritte e pianeggianti, perché da qui bisogna ricominciare a salire per passare dal Veneto al Trentino. Sono una trentina di km che transitano dal passo Cereda e raggiungono Siror, proiettandoci nella conca del Primiero, dove si svolterà a destra, in direzione di San Martino di Castrozza. San Martino può essere considerata una piccola Cortina, una stazione turistica nata nel lontano 1873 e posizionata alla base delle Pale di San Martino, il gruppo dolomitico dall'aspetto lunare che raggiunge i 2.800 metri di quota. A ogni tornante si ha una diversa visione a 360 gradi di una vallata verde e ordinata, fino a entrare in un bosco di conifere che rilascia forti profumi balsamici ben avvertibili all'interno del casco, ancora più intensi dopo un temporale o nella stagione del disboscamento programmato.
Salita e discesa
Una serie di tornanti permette di prendere quota molto rapidamente, fino a raggiungere il lungo e panoramico tratto in mezza costa che porta a passo Rolle, transitando proprio sotto le Pale e più precisamente alla base del Cimon de la Pala, la cima più rappresentativa della valle. Un'ultima curva ed è già il momento di scendere verso la Val di Fiemme. Si può scegliere di imboccare la strada più diretta, ma c'è anche l'opportunità di prolungare il piacere svoltando verso i 2.032 del passo Valles e proseguendo con la scalata del passo San Pellegrino. In ogni caso l'itinerario transita dal parco naturale di Paneveggio, dove a fianco della strada sono ricavati vari punti di osservazione che consentono di ammirare da vicino un branco di cervi all'interno della "foresta dei violini".
Si tratta di un bosco di abeti rossi dalle particolari caratteristiche acustiche che li hanno fatti apprezzare per la produzione degli strumenti a corda più pregiati, tanto che Stradivari veniva di persona a scegliere gli alberi dai quali ricavare i suoi preziosi violini. Superata la diga, la SS50 porta dolcemente fino a Predazzo, punto di arrivo del nostro itinerario. Tuttavia il viaggio e il piacere non finiscono qui, perché qualunque sia la strada che si imbocchi per tornare verso casa, si è sempre circondati da pascoli, montagne e piccoli borghi che accompagnano gradatamente e senza traumi verso le autostrade che riportano a casa.
Questo itinerario è stato pubblicato sul n. 151 di Dueruote di novembre 2017
PRIMIERO SAN MARTINO DI CASTROZZA (TN)
Malga Rolle
Località Passo Rolle 44
Tel. 0439 768659
Una malga di alpeggio perfettamente conservata nella struttura originale e ristrutturata per rispettare le normative, dove è possibile gustare i piatti tipici di montagna in un ambiente rustico attorno a un grande camino, dai canederli all'immancabile polenta accompagnata da carne o dai formaggi prodotti sul posto e acquistabili nel negozio adiacente. Si mangia in media con meno di 20 euro, dalle 8 fino alle 18.
MISURINA AURONZO DI CADORE (BL)
Agriturismo Malga Misurina
Via Monte Piana 5
Tel. 0435 39247
Aperta ogni giorno da metà giugno a metà settembre, e nei fine settimana il resto dell'anno, è un agriturismo con una spettacolare vista sul piccolo lago di Misurina. Oltre ai formaggi, la specialità del locale sono le zuppe e altri piatti semplici ma saporiti e gustosi, serviti su tavoli in legno che contribuiscono a creare un clima accogliente soprattutto nelle giornate più fresche e umide. I prezzi sono più che abbordabili, e 20 euro possono bastare per un buon pasto completo.
AGORDO (BL)
Ristorante da Carla
Località Rif 57
Tel. 0437 62663
Le specialità del locale sono i piatti a base di selvaggina, in particolare cervo e capriolo dalla carne tenerissima, accompagnati da polenta la cui consistenza si mantiene liquida. Tuttavia il ristorante offre anche altre opportunità, dalle rane (soprattutto in autunno) al baccalà, fondamentale nella cucina veneta. Tuttavia, per chi non gradisce la carne sono disponibili anche piatti vegetariani, soprattutto zuppe a base di legumi o cereali. I prezzi si mantengono su livelli ottimi, e il conto difficilmente supera i 25 euro.
TRANSACQUA (TN)
Albergo Sass Maor
Via Risorgimento 20
Tel. 0439 64612
www.hotelsassmaor.com
Situato a ridosso del torrente che attraversa il paese, è un accogliente albergo a tre stelle, con camere pulite e arredate nel tipico stile locale, con largo impiego di legno di abete, e una vista panoramica sulle montagne che circondano la vallata, a cominciare dalla cima che dà il nome all'albergo. Le tariffe per persona variano in funzione delle stagioni, ma il trattamento b&b può variare da 34 a 51 euro. Quello della mezza pensione è invece compreso tra 39 e 71 euro al giorno.
PANCHIÀ (TN)
Albergo Rio Bianco
Via Nazionale 42
Tel. 0462 810060
www.riobianco.it
All'interno di una dimora d'epoca ristrutturata è ricavato un accogliente albergo ideale per un soggiorno all'insegna del relax. Le 25 camere sono ampie, arredate ognuna in modo differente e sono soprattutto silenziose. In alternativa alle Classic e Superior ci sono le Smart Price, più piccole ma proposte a prezzi ancora più competitivi. Le tariffe variano da un minimo di 40 euro a persona per il trattamento b&b in una Smart Price, a un massimo di 90 euro per un giorno di mezza pensione in una Superior in alta stagione. A disposizione dei motociclisti c'è un garage.
SAN VITO DI CADORE (BL)
Hotel Roma
Via De Lotto 8
Tel. 0436 890166
www.hroma.it
Gestito con tradizione familiare, assicura una vista privilegiata sulle cime dolomitiche. Le camere sono divise in sei categorie. I prezzi partono da 70 euro per la doppia ma vale la pena di consultare il sito internet per le offerte, alcune specifiche per chi viaggia in moto.
PREDAZZO (TN)
Museo Geologico delle Dolomiti
Si tratta di una vera e propria istituzione, poiché è stato fondato nel lontano 1899 ed è entrato a far parte del patrimonio mondiale dell'Unesco. Diviso su due piani, ospita un di oltre 11.000 esemplari, compresa la più ricca collezione di fossili invertebrati delle scogliere medio-triassiche conservata in Italia. È aperto tutti i giorni tranne il lunedì dalle ore 10; la chiusura è alle 18 nei giorni feriali e alle 19 sabato e domenica. Il biglietto per ingresso ha un costo di 10 euro.
PRIMIERO SAN MARTINO (TN)
Parco Paneveggio
Non si tratta di un unico luogo da visitare, ma di un'area di quasi 20.000 ettari distribuita sui due versanti del passo Rolle. I punti di attrazione sono numerosi, e vanno dalle spettacolari Pale di San Martino alla Foresta dei Violini, all'area protetta riservata ai cervi, dove sono previste strutture rialzate per favorire l'osservazione.
I centri visitatori sono tre: quello di San Martino è a ingresso libero, mentre a Paneveggio si pagano 2,50 euro per ingresso e visita guidata. L'accesso a villa Walsperg costa invece 3 euro.
Tel. 0439 64854.
RIVAMONTE AGORDINO (BL)
Museo Minerario di Valle Imperina
La visita a questo sito consente di effettuare un viaggio nel tempo, poiché i primi documenti ufficiali che attestano l'utilizzo di questa miniera risalgono agli inizi del Quattrocento, tuttavia pare che l'estrazione di materiale sia iniziata addirittura in epoca romana. Ci si immerge in un ambiente nel quale sono conservati i resti di 16 i edifici con elementi architettonici industriali e preindustriali di elevato valore storico.
L'area è stata destinata fino al 1962 all'estrazione e alla lavorazione dei minerali di rame e di argento. Oltre ai forni fusori sono già stati recuperati l'edificio degli ex magazzini principali, che è stato destinato a ostello, e l'ex centrale idroelettrica, che ospita un centro visitatori del parco Nazionale. L'ingresso è libero.
Tel. 0439 3328
AGNELLO ALLE ERBE AROMATICHE
L'altipiano dell'Alpago conserva numerose particolarità, una delle quali unica ed esclusiva: la razza ovina da lana i cui agnelli sono pregiatissimi per le preparazioni di cucina. Razza rustica autoctona dell'Altipiano, è rinomata non solo nel Cadore, e si presta a numerose preparazioni. Qui proponiamo l'abbinamento con le erbe aromatiche.
Ingredienti: 1,5 kg di spalla di agnello, 2-3 filetti di acciuga, 500 g di pomodori, 1 bicchiere di aceto, 1 spicchio d'aglio, rosmarino, salvia, alloro, farina, olio, sale, pepe
Preparazione
In una ciotola versate l'aceto, il rosmarino, la salvia e l'alloro tritati e lasciate in infusione per 15 minuti. Tagliate l'agnello a pezzi non troppo grandi, infarinateli, setacciateli per eliminare la farina in eccedenza. In una casseruola scaldate tre-quattro cucchiai d'olio, fatevi dorare lo spicchio d'aglio ed eliminatelo, scioglietevi i filetti d'acciuga, unite lo spezzatino di agnello e fatelo rosolare bene da tutte le parti. Spruzzatelo con l'aceto alle erbe, lasciatelo evaporare, salate, pepate. Tuffate i pomodori in acqua calda, passateli in acqua fredda, eliminate la pelle e i semi, tagliateli a dadini, aggiungeteli all'agnello. Coprite e cuocete per circa 1 ora, alla fine regolate sale e pepe. Ritirate, trasferite l'agnello nel piatto da portata e servite a tavola. Ricetta de Il Cucchiaio d'Argento.
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