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Piemonte

Piemonte: sulle orme dei campionissimi

di Tiziana Crimella, foto Roberto Mele il 07/09/2009 in Piemonte

Sulle strade del novese che hanno celebrato i miti del ciclismo, da Coppi a Girardengo, un itinerario di 60 chilometri da percorre lentamente, immersi nel fascino delle colline. Gallery fotografica e roadbook da scaricare

Piemonte: sulle orme dei campionissimi
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Capita spesso di sfogliare qualche guida dedicata al cicloturismo e di scoprire che le proposte dedicate a chi spinge sui pedali sono allettanti anche per noi motociclisti. Strade appartate, ben defilate dalle traiettorie veloci, che si inerpicano su qualche salita per poi scollinare e ripetersi in un'altalena attraverso minuscoli paesi, a volte all'ombra dei boschi, spesso a rincorrere le geometrie dei vigneti.

È il caso del Novese o, in una più ampia estensione, del Tortonese e del Monferrato; tante stradine di campagna dove hanno macinato chilometri e chilometri, spingendo appunto sui pedali, i campionissimi del ciclismo italiano.
L'itinerario parte proprio da Novi Ligure, che celebra i miti del ciclismo con un museo dedicato.
Novi Ligure ha un fascino segreto: il suo centro storico che disperde incredibilmente il rumore, la fretta, la concitazione. La passeggiata sull'antico acciottolato si perde tra le botteghe degli antiquari, i bei negozi di abbigliamento e il profumo di pasticceria.
Le caffetterie storiche si allargano sulla strada pedonale con i tavolini che richiamano i bistrò di una belle époque ancora viva; alle spalle le antiche facciate affrescate dei palazzi nobiliari.
Appena si abbandona la città, l'immersione nella natura è repentina e totale.
Il nostro scooter, un Kymco Downtown 300, si lascia guidare adagio; asseconda facilmente le strette e ripide curve tra le case dei paesi e, quando serve, il motore è pronto a scattare. Le strade, le stesse che percorsero Girardengo e i due fratelli Coppi, si snodano lungo le ondulazioni delle colline, a spaccare il giallo del grano o a interrompere i filari d'uva.
A questo punto, tutte le direzioni sono buone; lasciarsi guidare dalla propria curiosità è un buon modo di scavalcare queste colline, tutte panoramiche, sicuri che ogni piccolo borgo riserva qualche piccola sorpresa.
Piemonte: sulle orme dei campionissimi
Vi sono le pievi romaniche, bellissime e appartate, che spuntano dalle vigne o dai campi di grano. Quella di Viguzzolo, quasi alla fine del percorso proposto nel road book, risale all'XI secolo ed è aperta al pubblico nelle domeniche da maggio a settembre. La pieve di Volpedo, poco distante dalla casa natale del Pellizza, conserva un imponente altare ligneo e affreschi ben conservati del XV secolo. Poche cose danno un senso di pace più delle pievi: spegnere il motore, sfilare il casco e cercare l'ombra di un olmo secolare, spesso compagno delle chiese, è, anche al di fuori del culto, una delle soste più gradite quando si viaggia sulle due ruote.
Vi sono piccoli musei che vale la pena di vedere, come Casa Coppi, la casa di Castellania dove vissero i fratelli Coppi, oggetto di un recente restauro conservativo. Aperta al pubblico il sabato pomeriggio e l'intera giornata di domenica e festivi, racchiude, oltre agli ambienti famigliari, un notevole centro di documentazione, con filmati, giornali, cimeli e curiosità; imperdibile, non solo per gli appassionati. Poco distante dalla casa, nel silenzio impressionante di questi luoghi, si scorge il sacrario dedicato a Serse e Fausto.
Lasciando Castellania, le strade che tagliano le colline cambiano colore: un nastro rosso - una lunghissima pista ciclabile - corre parallelo all'unica strada appena poco più larga della pista; quasi abbandonato sotto la canicola estiva, il serpentone rosso si popola di ciclisti già dalle prime ore del mattino in tutte le altre stagioni. L'estate è vuota e silenziosa; per ritrovare la loquacità, bisogna, senza indugi, varcare il cancello delle molte aziende agricole, disseminate un po' ovunque sul percorso. Alcune produttrici di grandi vini, tutte con una vocazione particolare per la qualità, accolgono volentieri chi vi giunge per degustare, riposare con un bicchiere in mano, scambiare le solite quattro chiacchiere attorno alle parole più scandite: gradazione zuccherina, poche piogge, tante piogge, annata buona…
Un po' di folla – e finalmente, fa quasi piacere – si ritrova nel vivo centro di Viguzzolo, in testa alla Val Grue, intatta e quasi priva di insediamenti, chiusa a monte da Garbagna, famosa per le gustosissime ciliegie. Per saltare nella Val Curone, si possono ancora scegliere ripide stradette, alcune ben identificabili sulle carte, altre che si scoprono solo una volta lì. Volpedo si annuncia, al di là del fiume, con il campanile della nuova Parrocchiale; a guidare chi arriva da queste parti un filo conduttore: le riproduzioni delle tele di Pellizza da Volpedo che, in un percorso ideale dei luoghi cari al pittore, conducono dritto verso la sua casa natale e il suo atelier.
Piemonte: sulle orme dei campionissimi
Insediato in un enorme capannone industriale, alle porte della città, il Museo dei Campionissimi si apre con una lunga pista centrale che narra la storia della bicicletta, con l'esposizione cronologica di tutti i modelli che hanno fatto la storia e l'evoluzione delle due ruote a pedali. Non a caso, il fondo della pista cambia, dallo sterrato all'acciaio, a rincorrere idealmente l'evoluzione della tecnologia.
Ai lati, due enormi sale espositive a tema sono dedicate ai campioni, alle loro vittorie, alle maglie, ai vari reperti raccolti nel tempo, tra cui lettere, ritagli di giornale, autografi e molte foto. Moltissimo materiale è dedicato naturalmente a Costante Girardengo, novese purosangue e a Fausto e Serse Coppi, nati nella vicina Castellania. Ma anche a Giovanni Gerbi, pluricampione ribattezzato il Diavolo Rosso: durante una fuga piombò nel mezzo di una processione e il prete, per via del maglione rosso che indossava, gli affibbiò un soprannome più noto del suo nome stesso. Di Gerbi è esposta la bici con la moto, su cui corse e vinse il campionato italiano su pista, nella specialità mezzofondo. Nelle due sale a megaschermi vengono invece proiettati filmati d'epoca, con i suoni e le voci esclusive di arrivi epocali e duelli spettacolari.
Il Museo si trova in Viale dei Campionissimi; è aperto il venerdì dalle 15 alle 19, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19; prolungamento dell'orario fino alle 20 dal 1 aprile al 31 ottobre. Biglietto intero: 7 euro. Per informazioni: ufficio IAT, tel. 0143.72585; www.museodeicampionissimi.it.
I Campionissimi non solo nel Museo, ma anche nelle canzoni. Paolo Conte, l'avvocato astigiano con il vizio del jazz, dedica nel 1982 una canzone a Giovanni Gerbi: Il Diavolo Rosso, contenuta nell'album Appunti di viaggio e diventa uno dei pezzi quasi obbligatori in ogni concerto live del musicista. Nel ritornello esorta il campione: "Diavolo rosso dimentica la strada, vieni qui con noi a bere un'aranciata…".
Il bandito e il campione è, invece, la canzone scritta da Luigi Grechi nel 1990 e che suo fratello Francesco De Gregori interpreta nel 1993 per celebrare l'amicizia tra "due ragazzi nel borgo, cresciuti troppo in fretta, un'unica passione per la bicicletta…". I due ragazzi, figli di contadini poverissimi, sono Costante Girardengo e Sante Pollastro, le cui vite si spartiscono presto due diversi destini: uno da campione e uno da bandito. Il forte legame tra i due resiste a tutto; nel 1927, già latitante, Sante Pollastro viene arrestato a Parigi dove si trovava ad assistere a una Sei giorni nella capitale francese, per veder correre l'amico. Il bandito e il campione diventa un album dal vivo, registrato nel 1993 quasi interamente a Reggio Calabria. Da questa storia trae ispirazione anche Luigi Balocchi per il suo romanzo Il diavolo custode, Edizioni Meridiano Zero, 2007.
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Icona del Socialismo, è il dipinto più famoso del pittore Giuseppe Pellizza da Volpedo, ultimato nel 1901: ritrae l'ordinata massa di contadini che avanza nella piazza del paese di fronte al Palazzo Signorile. Questa piazza è divenuta, insieme ad altre 17 tappe, parte dell'itinerario "I luoghi Pellizizani", gli stessi che si trovano sulle tele del pittore. In Piazza Quarto Stato, nel Palazzo del Torraglio, ha sede il Museo Didattico, che contiene la riproduzione delle opere del pittore e le tavole dei molteplici studi compiuti sulle tele, oltre a lettere e documenti che riguardano la vita del Pellizza e della sua famiglia.
Poco distante, accanto al cimitero, la casa natale, di proprietà degli eredi Pellizza e aperta al pubblico solo in particolari occasioni, è annessa allo studio-atelier. L'opera di restauro che si è conclusa nel 1994 ha restituito allo studio i toni e le atmosfere originali, gli stessi che l'artista aveva concepito e organizzato per creare il luogo ideale in cui lavorare. In esso sono contenuti gli oggetti, le tele, i colori, i numerosi libri e i calchi in gesso del pittore, ma soprattutto alcune opere importanti tra cui i ritratti del padre, della madre e quello, mai portato a termine, della sorella, oltre alle veline, in ottimo stato di conservazione, del Quarto Stato.
Le visite guidate sono effettuate normalmente il sabato e la domenica pomeriggio; su prenotazione sono possibili in altri periodi. Ingresso gratuito sia al Museo didattico, sia allo Studio del Pellizza. Associazione Pellizza da Volpedo, tel. 0131.80318; www.pellizza.it.
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Costa Vescovato (AL)
Locanda Costa dei Vigneti, Via Montale Celli, tel. 0131.1981191; www.costadeivigneti.com. In una casa di campagna, gradevole locale con attenzione alle ricette e ai vini del territorio. È anche cioccolateria, con produzione artigianale e vendita diretta. In fase di ultimazione tre mini appartamenti autonomi.

Casalnoceto (AL)
Cascina Casa Eugenio, Stada per Pozzolgroppo, tel. 0131.806442. Un Bed & Breakfast in una casa in collina, immersa nella quiete più totale; con giardino e piccola piscina. Ai motociclisti accoglienza speciale e assistenza per info turistiche e segnalazione itinerari.

Paderna (AL)
Osteria del Poeta Pescatore, Via Cinque Martiri 33, tel. 0131.830100; www.osteriadelpoetapescatore.it. Particolarissimo locale ricavato all'interno di una ex SOAMS (Società Operaia e Agricola di Mutuo Soccorso), conserva ancora il palcoscenico col sipario e il grande affresco sul soffitto. Pochi tavoli per una cucina raffinata e curata a base soprattutto di pesce, solo fresco. Buona lista dei vini, la maggior parte piemontesi e liguri. È necessaria la prenotazione.

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Le cantine

Tutto il territorio attraversato è disseminato di aziende vinicole. Il vino è il vero protagonista dell'agricoltura monferrina: siamo nella terra del Cortese, del Barbera, del Dolcetto e del Moscato. E poi c'è il Gavi, che si è guadagnato una posizione privilegiata tra i vini "d'alto rango", grazie all'impegno dei produttori di consolidare l'immagine qualitativa di questo vitigno autoctono. Vale quindi la pena di sostare in una delle tante cantine e fare la spesa. Senza problemi di quantitativi e trasporto: basta affidarsi alla spedizione a casa.
Un indirizzo diverso: l'Azienda Agricola La Raia (Strada per Monterotondo 79, Novi Ligure, tel. 0143.743685; www.la-raia.it) è finita su Decanter, la bibbia dell'enologia mondiale, con i suoi vini Gavi e Gavi Pisè. Il marchio Demeter, presente sulle etichette, attesta la produzione con metodo biodinamico; la filosofia della cantina sta, infatti, nella parola purezza. Lo dimostrano gli ambienti e i materiali utilizzati anche nella costruzione: l'edificio che ospita la vinificazione è costruito in terra cruda, con l'antica tecnica del pisè, che ha consentito all'edificio stesso di fondersi con la natura circostante, anziché creare un impatto negativo. Una scelta che ha reso felici i proprietari, tanto da aver deciso di battezzare uno dei vini Gavi Pisè.

Il cioccolato
Novi Ligure è anche la città del cioccolato. Nel regno della tavoletta se ne producono, a marchio Novi, 80 milioni ogni anno, dalla pura extra fondente a quella bianca, alla versione con le nocciole. In città è nata anche la Pernigotti, divenuta famosa per la produzione di Gianduiotti. Non si può quindi passare per Novi senza aver assaggiato il cioccolato come tale, in una delle molteplici varianti, oppure impiegato nella finissima pasticceria e gelateria.
La Pasticceria Lasagna ha tre negozi, tutti in centro; quella di Via Pietro Isola 12 è la pasticceria più antica della città, che delizia i novesi dal 1933.
Il Bar Pasticceria Carletto si trova alla fine di Via Girardengo, nel centro storico ed è famosa per le sculture di cioccolato e i baci di dama.
Grande assortimento anche alla Caffetteria Excelsior, in Corso Marenco 77, affacciata sulla piazza della stazione.

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Km. Località Istruzioni
0,0 Novi Ligure SX Dal Museo dei Campionissimi, seguire le indicazioni per Gavi, a sinistra dopo la rotonda, quindi per Monteroteondo
7,5 Monterotondo DR Proseguire dritto per Serravalle Scrivia
12,5 Serravalle Scrivia DX Seguire le indicazioni per Tortona; una volta immessi sulla EX SS35, poco dopo l'abitato di Cassano Spinola, prendere a destra il bivio per Sant'Agata Fossili
24,3 Sant'Agata Fossili SX Svoltare a sinistra in direzione Carezzano
29,3 Carezzano DX Svoltare a destra per Costa Vescovato, quindi seguire per Castellania
36,8 Castellania DX Tornare indietro; al bivio svoltare a destra per Costa Vescovato
40,0 Costa Vescovato DR Prendere in direzione Cerreto Grue; lì, seguire le indicazioni per Garbagna, per portarsi sulla provinciale della Val Grue
44,5 Innesto sulla provinciale SX Svoltare a sinistra per Viguzzolo
53,0 Viguzzolo DX In paese, svoltare a destra seguendo le indicazioni per Berzano di Tortona; lì scendere in direzione Volpeglino e, giunti sulla SP100, svoltare a destra per Monleale, Volpedo
63,5 Volpedo IN Fine dell'itinerario
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