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I viaggi dei lettori
Dal Friuli a Bratislava
di Enrico
il 27/08/2009 in I viaggi dei lettori
Dieci amici, una puntatina nel vicino Est europeo, tanta birra, grandi mangiate, splendide città e un mondo di amicizia. È il racconto di Enrico, che da Gorizia si è spinto in due giorni in un lungo tour tra Slovenia, Slovacchia e Ungheria
Dal Friuli a Bratislava
Sono le 4:30 ma stamattina il suono della sveglia stranamente ha un altra tonalità, più allegra, più dolce. Realizzo… E' il giorno della partenza!!!
C'è il sole e mi alzo senza fatica mentre dall'altra stanza sento il solito Andrea che continua a russare, pare stia segando legna dall'anno scorso.
Sistemo le borse sulla moto in silenzio, indosso l'abbigliamento da moto e sveglio Alberto e Andrea.
C'è il sole e mi alzo senza fatica mentre dall'altra stanza sento il solito Andrea che continua a russare, pare stia segando legna dall'anno scorso.
Sistemo le borse sulla moto in silenzio, indosso l'abbigliamento da moto e sveglio Alberto e Andrea.
Arriva il momento tanto atteso, accendo il motore della mia bestiolina e si parte!
Alle 5:50 arriviamo puntualissimi per la colazione e lì troviamo tutti, o quasi tutti. Già perchè
manca Carlo… E alle 6:10 Luca è già nero di rabbia!
Alle 6:20 si sente in lontananza il rombo del suo CBR600 tirato per il collo, sistemiamo gli interfoni e partiamo.
L'adrenalina sale, i sogni, le fantasie dopo il lungo riposo invernale diventano realtà, mentre la colonna di moto sfila tra le strade semivuote di Gorizia.
Superiamo il confine con la Slovenia e ci dirigiamo verso Bovec costeggiando la valle dell'Isonzo che un tempo fu una meraviglia tutta italiana.
Superata la cittadina slovena, iniziamo la salita verso il passo Vrsic dando libero sfogo ai motori delle nostre moto: in men che non si dica, siamo in cima, dove troviamo un paesaggio invernale inaspettato.
C'è persino uno sciatore che scende zigzagando sul versante innevato!
Ci fermiamo per le foto di rito, ma subito si lamenta un problema tecnico all'impianto frenante della BMW di Christian che lo costringe a lasciarci, lui che - suo malgrado - non avrebbe comunque potuto partecipare a tutto il tour, ma che voleva comunque accompagnarci almeno fino a Graz.
Iniziamo la discesa e dopo poche curve mi trovo Marco che cerca di divincolare la sua Harley Davidson dalla staccionata a bordo strada dopo una scivolata, indolore per lui ma non per la sua moto.
Scendiamo a valle e la diagnosi è impietosa: cerchio e forcella storti! Marco quindi torna a casa. Decisione dura da prendere, ma saggia.
Dopo solo 100 chilometri il gruppo si è ridotto a 9 componenti.
Salutiamo Marco e Christian che lestamente se ne tornano a casa mentre noi proseguiamo il cammino. Dopo aver superato agevolmente anche il Wurzenpass, ci addentriamo in Austria seguendo una strada secondaria tra i boschi austriaci che ci porterà sino a Graz.
Le curve si susseguono una dopo l'altra con armonia e ritmi costanti: una favola per il motociclista.
Facciamo delle lunghe tirate e puliamo per benino le gomme delle moto che affrontano le strade tortuose con tutta la loro fierezza ritrovata dopo il lungo letargo invernale.
Dopo vari tentativi e dopo aver evitato per circa 20 minuti una grandinata che ha imbiancato le colline austriache, giungiamo al randez vous con Vlado che è partito alla stessa ora da Zagabria.
E siamo di nuovo in 10!
Sono quasi le 14.00 e decidiamo di fermarci per mangiare qualche cosa. Come sempre scegliamo una piazzola attrezzata per il banchetto e dai bauletti e dalle borse delle moto esce di tutto e di più.
Taglieri, pane fatto in casa, salami toscani, croati e friulani, formaggi, pancetta e su tutto una favolosa salamella da sugo che è servita in seguito, visto l'alto contenuto di grasso, per oleare le catene delle moto!
C'è di tutto, ma soprattutto c'è l'allegria e la spensieratezza che come sempre permea gli animi e le nostre uscite.
Si riparte alla volta di Bratislava e, superato Wiener Neustadt, arriva la pioggia.
Tutti fermi al riparo per indossare l'abbigliamento anti-acqua.
Qualche imprecazione e si riparte, ma la meta è ormai vicina.
A pochi chilometri dal confine con la Slovacchia, abbiamo la fortuna di scorgere dei capolavori della natura, che personalmente mi fanno venire i brividi.
Davanti a noi su uno sfondo blu scuro a causa del temporale, si erge un esercito di mulini a vento di colore bianco che pare marciare sui verdi campi di frumento.
E' una meraviglia, e non sento il bisogno di immortalare tali immagini perché tanto sono già scolpite nella mia mente, tanta è la loro bellezza.
Arriviamo sul confine ed entriamo in Slovacchia attraversando il valico che un tempo fu teatro di grandi controlli da parte delle rispettive forze dell'ordine.
Subito il paesaggio cambia, ma l'attenzione è rivolta alla città di Bratislava che appare in lontananza: si scorge il centro storico che si estende sotto il castello che domina sulla città, castello curiosamente di colore verde a causa dei teli di protezione per il restauro dello stesso… Ma questo lo scopriremo solo dopo!
Entriamo in Bratislava e come sempre diventiamo il centro dell'attenzione di tutti i passanti con le nostre moto.
Dopo alcuni vani tentativi del Garmin di Luca e del Tomtom di Marco di trovare la strada per il nostro hotel, decidiamo di pagare un taxi che ci guidi sino all'albergo.
Qui come concordato, parcheggiamo al sicuro le nostre moto, formiamo le stanze, lasciamo i nostri bagagli, ci laviamo e... birra!
Ci troviamo tutti nella hall dell'albergo e brindiamo al primo traguardo raggiunto.
Per fortuna l'albergo è a cinque minuti dal centro, pertanto usciamo a piedi, ma la fame ci fa scegliere un pub che poco ha di slovacco. Non ci facciamo prendere dallo sconforto, anzi, perché comunque la birra è molto buona.
Dopo cena passeggiamo per il centro di Bratislava, rigorosamente pedonale ed incrociamo moltissima gente giovane molto bella e molto curata.
Si sta proprio bene e ci sentiamo a nostro agio.
Apro gli occhi e scorgo il sole che illumina la stanza, senza far troppo rumore per non svegliare Stefanino, mi alzo e vado a farmi una doccia, esco ed incuriosito guardo l'ora… Le 5:30! Non ci penso su due volte e mi ributto sul letto!
Alle 8.00 siamo tutti in stanza a fare colazione e, come al solito, ci diamo dentro: dopodiché si parte a piedi per un giro turistico della città e per l'acquisto di gadget e souvenir.
E' sabato mattina e la città si sveglia piano piano. La mia attenzione viene subito catturata dai vialoni della città e dalle corsie dei tram, che non so per quale motivo ma in me hanno ricordato il fascino del passato, del tempo che fu.
C'è il sole, stiamo bene, si ride e si scherza: Bratislava ci ha subito accolto con la bellezza dei sui palazzi e dei suoi abitanti, ci ha fatto subito sentire a nostro agio.
Come sempre, quando si sta bene, il tempo vola inesorabile ed è già ora di inforcare le nostre moto per partire alla volta dell'Ungheria.
Usciamo dal centro della città, e superata la periferia, scopriamo che Bratislava confina a ovest con l'Austria e a sud con l'Ungheria.
Lasciamo la Slovacchiae ci dirigiamo verso Gyor per poi scendere ancora verso Balatonfured.
Entrati in terra magiara, si apre davanti a noi una sorta di rettilineo lungo chilometri e chilometri.
Il paesaggio non è dei migliori, attraversiamo paesi che mi fanno venire in mente quelli croati o quelli bosniaci, dove le case si sviluppano ai bordi della strada e la vita del paese si svolge lungo la strada principale.
Ci fermiamo al primo supermercato che troviamo per comperare qualche cosa da magiare, e ci fermiamo in un parco a banchettare (neanche a dirlo) con salami, peperoni, cetriolini, pesce in scatola… Si respira tranquillità ed allegria, ci si punzecchia con le solite prese in giro che altro non fanno che aumentare l'affiatamento del gruppo.
Approfittiamo di un bar per bere un caffè e via, si riparte.
Attraversiamo Gyor il cui centro invece è molto carino, e ci dirigiamo alla volta di Balatonfured dove ci aspetta un albergo stile anni 70 ungheresi!
Ok, l'aspetto, esteriore non è dei migliori, ma i suoi occupanti… beh, nemmeno quelli. Si tratta di una stazione termale sul Balaton frequentata da famiglie e da pensionati, l'unica cosa di buono che ha, è che ci ha offerto un all-inclusive.
Ma evidentemente non sapevano con chi avevano a che fare… Da quel momento in poi, birra, birra ed ancora birra!
Io Stefano ed Andrea andiamo a farci un bagnetto nella piscina dell'albergo, mentre il resto della truppa si rilassa nel parco dell'hotel ed in terrazza con qualche litrozzo di birra.
Per cena, tanto per cambiare, scendiamo nel ristorante dell'albergo e ci ammazziamo di mangiare e di birra.
La mattina seguente ci sorprende un cielo plumbeo che non lascia presagire nulla di buono: di comune accordo decidiamo di sfidare la sorte senza indossare le tute da pioggia e più tardi scopriremo che abbiamo fatto bene.
Prepariamo le moto per la partenza e, belli sporchi come dei veri centauri, attiriamo l'attenzione e sconvolgiamo le persone che incontriamo nell'ingresso dell'albergo.
Si parte e subito il cielo si apre mentre ci immergiamo nel verde dei campi di frumento.
La strada è dissestata e molto monotona. Decidiamo di cambiare percorso, per accompagnare Vlado per un pezzo.
Dopo una mattinata di buche, salti e rettilinei, entriamo in Slovenia e ci fermiamo per il pranzo … esatto, salami, pancette, formaggio …
Salutiamo Vlado con la promessa di un prossimo incontro a casa sua e ci dirigiamo alla volta di Lubiana.
In terra slovena, le strade sono migliori ed anche più divertenti: facciamo diversi chilometri sino a fermaci su passo Trojane noto per i suoi krapfen che sono esattamente il doppio di quelli normali.
Dopo esserci di nuovo riempiti di cibo ripartiamo verso Gorizia, per andare a trovare Christian che con la febbre ci accoglie a casa sua per il bicchiere della staffa.
Lentamente le persone si salutano e sento una sensazione di tristezza.
C'è voluto un inverno intero di attese, di impegno per l'organizzazione e per la preparazione delle moto ed adesso è già tutto finito? Mentre saluto gli amici compagni d'avventura sento una frase invitante:
"ciò muli allora se sentiamo per la cena e per decider il tour di chiusura, cosa disè de Dubrovnik?"
… E mi ritorna il sorriso!
Grazie a tutti per le sensazioni, le emozioni ed i sorrisi che mi avete regalato!
Enrico
Alle 8.00 siamo tutti in stanza a fare colazione e, come al solito, ci diamo dentro: dopodiché si parte a piedi per un giro turistico della città e per l'acquisto di gadget e souvenir.
E' sabato mattina e la città si sveglia piano piano. La mia attenzione viene subito catturata dai vialoni della città e dalle corsie dei tram, che non so per quale motivo ma in me hanno ricordato il fascino del passato, del tempo che fu.
C'è il sole, stiamo bene, si ride e si scherza: Bratislava ci ha subito accolto con la bellezza dei sui palazzi e dei suoi abitanti, ci ha fatto subito sentire a nostro agio.
Come sempre, quando si sta bene, il tempo vola inesorabile ed è già ora di inforcare le nostre moto per partire alla volta dell'Ungheria.
Usciamo dal centro della città, e superata la periferia, scopriamo che Bratislava confina a ovest con l'Austria e a sud con l'Ungheria.
Lasciamo la Slovacchiae ci dirigiamo verso Gyor per poi scendere ancora verso Balatonfured.
Entrati in terra magiara, si apre davanti a noi una sorta di rettilineo lungo chilometri e chilometri.
Il paesaggio non è dei migliori, attraversiamo paesi che mi fanno venire in mente quelli croati o quelli bosniaci, dove le case si sviluppano ai bordi della strada e la vita del paese si svolge lungo la strada principale.
Ci fermiamo al primo supermercato che troviamo per comperare qualche cosa da magiare, e ci fermiamo in un parco a banchettare (neanche a dirlo) con salami, peperoni, cetriolini, pesce in scatola… Si respira tranquillità ed allegria, ci si punzecchia con le solite prese in giro che altro non fanno che aumentare l'affiatamento del gruppo.
Approfittiamo di un bar per bere un caffè e via, si riparte.
Attraversiamo Gyor il cui centro invece è molto carino, e ci dirigiamo alla volta di Balatonfured dove ci aspetta un albergo stile anni 70 ungheresi!
Ok, l'aspetto, esteriore non è dei migliori, ma i suoi occupanti… beh, nemmeno quelli. Si tratta di una stazione termale sul Balaton frequentata da famiglie e da pensionati, l'unica cosa di buono che ha, è che ci ha offerto un all-inclusive.
Ma evidentemente non sapevano con chi avevano a che fare… Da quel momento in poi, birra, birra ed ancora birra!
Io Stefano ed Andrea andiamo a farci un bagnetto nella piscina dell'albergo, mentre il resto della truppa si rilassa nel parco dell'hotel ed in terrazza con qualche litrozzo di birra.
Per cena, tanto per cambiare, scendiamo nel ristorante dell'albergo e ci ammazziamo di mangiare e di birra.
La mattina seguente ci sorprende un cielo plumbeo che non lascia presagire nulla di buono: di comune accordo decidiamo di sfidare la sorte senza indossare le tute da pioggia e più tardi scopriremo che abbiamo fatto bene.
Prepariamo le moto per la partenza e, belli sporchi come dei veri centauri, attiriamo l'attenzione e sconvolgiamo le persone che incontriamo nell'ingresso dell'albergo.
Si parte e subito il cielo si apre mentre ci immergiamo nel verde dei campi di frumento.
La strada è dissestata e molto monotona. Decidiamo di cambiare percorso, per accompagnare Vlado per un pezzo.
Dopo una mattinata di buche, salti e rettilinei, entriamo in Slovenia e ci fermiamo per il pranzo … esatto, salami, pancette, formaggio …
Salutiamo Vlado con la promessa di un prossimo incontro a casa sua e ci dirigiamo alla volta di Lubiana.
In terra slovena, le strade sono migliori ed anche più divertenti: facciamo diversi chilometri sino a fermaci su passo Trojane noto per i suoi krapfen che sono esattamente il doppio di quelli normali.
Dopo esserci di nuovo riempiti di cibo ripartiamo verso Gorizia, per andare a trovare Christian che con la febbre ci accoglie a casa sua per il bicchiere della staffa.
Lentamente le persone si salutano e sento una sensazione di tristezza.
C'è voluto un inverno intero di attese, di impegno per l'organizzazione e per la preparazione delle moto ed adesso è già tutto finito? Mentre saluto gli amici compagni d'avventura sento una frase invitante:
"ciò muli allora se sentiamo per la cena e per decider il tour di chiusura, cosa disè de Dubrovnik?"
… E mi ritorna il sorriso!
Grazie a tutti per le sensazioni, le emozioni ed i sorrisi che mi avete regalato!
Enrico
Dal Friuli a Bratislava
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