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Prove della redazione

KTM 990 Super Duke R

Andrea Padovani il 16/07/2012 in Prove della redazione
KTM 990 Super Duke R
KTM 990 Super Duke R
999 cc / 88 kW (119,68 CV) / 2 cilindri a V di 75° / Euro 3
€ 14.100 c.i.m.

Due e quattro ruote, universi contigui con pochi punti in comune. La risposta al «conflitto» si chiama X-Bow, un'auto estrema che quanto a emozioni si batte ad armi pari con la più cattiva naked di casa

Auto-moto, una diatriba che si trascina da quando esiste il motore. Mondi che si sfiorano ma che raramente si sovrappongono. Anche se poi, a ben guardare, il lato sportivo di entrambi ha a che fare con le medesime emozioni, legate alla velocità e alla sfida delle leggi della fisica. La moto, nella sua essenza, è libertà e prestazioni; basta infatti un monocilindrico a una manciata di CV per sforare abbondantemente i limiti imposti dal codice e dal buon senso. Per le quattro ruote il discorso è un po' diverso visto che per trovare vera soddisfazione bisogna orientarsi verso vetture specialistiche, alla portata di una clientela facoltosa. Insomma, di auto per motociclisti in circolazione, ce ne sono ben poche. Lo devono aver pensato anche alla KTM visto che in linea con la recente evoluzione «stradista» del marchio hanno presentato una vettura - la stupefacente e sofisticata X- Bow - che per certi versi si propone di rubare utenti al mondo delle due ruote per portarli verso quello delle quattro. Ci riuscirà? È presto per dirlo. Certo è che questo «arco» ha parecchie frecce da scoccare...

Dal presente al futuro

L'X-Bow - la cui produzione sarà avviata all'inizio del 2008 - rappresenta il futuro della KTM; in tema di sportività il presente della casa austriaca si chiama 990 Super Duke R, la rabbiosa e specialistica nuda punta di diamante delle stradali arancio. Un parallelo che farà storcere il naso ai puristi, ma significativo per molti aspetti. Prestazioni, e quindi divertimento, hanno a che fare principalmente con un numero, il rapporto peso/potenza; se nelle moto si è scesi fino a valori incredibili - prossimo all'1,7 nel caso della Super Duke R, ma per le sportive carenate più recenti i valori scendono fino al fatidico 1 a 1 - per le auto si è ancora molto lontani. Ed è proprio in questo frangente che la X-Bow gioca le sue carte. Il motore - un quattro cilindri Audi ad iniezione diretta - è accreditato di ben 220 CV mentre il peso è di soli 721 kg. Questo incredibile valore è stato raggiunto soprattutto grazie al telaio monoscocca in fibra di carbonio sviluppato dalla Dallara, costruttore da anni impegnato nelle competizioni. Un pacchetto che farala fortuna di chi è alla ricerca di sensazioni brutali e veraci. Come non bastasse la componentistica e le soluzioni adottate (vedi il box a destra) sono da vera auto da competizione; in più i sistemi di assistenza elettronica nella guida - ABS, controllo di stabilità, ecc - sono usati con parsimonia. Proprio come accade nelle due ruote, per intenderci.

La nuda più estrema

Da urlo l'auto, da urlo anche l'ultima evoluzione dell'altrettanto specialistica Super Duke, che guadagna l'inequivocabile lettera R. Presentata alla stampa sulla tecnica pista del Pannonia Ring questa nuda ha ribadito ancora una volta la sua indole di moto che ai compromessi preferisce le prestazioni. Tradotto, è richiesto un po' di adattamento per essere compresa a fondo, per riuscire a sfruttare appieno il suo potenziale. Alta, snella in vita, reattiva nei movimenti, la Super Duke è tutt'altro che accomodante: e la sella monoposto, introdotta proprio in questa versione, è un chiaro segnale delle sue attitudini. Le novità, tuttavia, non si fermano qui; gli interventi più significativi sono stati fatti sulla ciclistica con l'introduzione di una inedita forcella WP, completamente regolabile e tarata più sportiva rispetto a quella della versione base, e di un mono invariabilmente marcato. Quest'ultimo, se paragonato a quello «standard», è più lungo di 6 mm e da ciò deriva un assetto più radicale; l'angolo di sterzo passa infatti da 23,9° a 22,7° a tutto vantaggio della maneggevolezza e della reattività. Proprio per riuscire a gestire al meglio l'esuberanza di questa nuda a Mattighofen hanno introdotto pure un ammortizzatore di sterzo, sempre siglato WP. Invariato invece il motore a V di 75°. D'altronde, di iniezioni di potenza, non se ne sentiva affatto il bisogno.

Un missile in inserimento

Ciclistica agile e leggera, motore prontissimo anche ai bassi, manubrio largo per un controllo totale. Cosa volere di più? La Super Duke R è l'arma totale, specie se il nastro d'asfalto che si dipana davanti alla ruota anteriore presenta curve e controcurve. Fatta l'abitudine alla grandissima reattività in inserimento - non è raro essere presi in contropiede i primi giri - diviene vera libidine fiondarsi alla corda come fulmini ed esibirsi in piegoni da sportiva carenata. Una libidine che continua quando si riprende in mano il gas a centro curva e si spalanca la manopola; il calcio nel «sedere» che il V75 offre è deciso e spinge fuori dalle curve con una progressione sorprendente, accompagnata da scenografici monoruota sempre peraltro perfettamente gestibili. La spinta è molto consistente già a 3.000 giri e non accenna a flettere fino a 9.500, quando interviene il limitatore. In questa fa se è apprezzabile la presenza dell'ammortizzatore di sterzo che ha la funzione di smorzare le intemperanze dell'avantreno (leggi «sbacchettamenti») e accrescere la precisione, limite accentuato dal manubrio largo cui inevitabilmente si finisce per appendersi. Le sospensioni, dalla taratura più rigida e dotate di molle più sostenute, si oppongono in maniera efficace ai trasferimenti di carico, sia in accelerazione sia in staccata; in quest'ultima fase si apprezza pure l'impianto frenante meno pronto e cattivo del precedente, quindi più facile da gestire anche, e soprattutto, su strada. Qui si desidererebbe anche un maggior comfort. La taratura delle sospensioni fa infatti soffrire non poco sulle asperità. D'altronde, il motto è o non è «compromessi zero»?
Il progetto X-Bow è molto più radicale e tecnologicamente avanzato di quanto i freddi numeri lascino trasparire. Il telaio - progettato dalla Dallara - è una monoscocca in fibra di carbonio che riprende concettualmente quello delle auto da formula. Il suo peso si aggira sui 70 kg, un vero record! La scocca è abbinata a sospensioni che sfruttano doppi triangoli sovrapposti con disposizione «pushrod» degli ammortizzatori. Questi ultimi sono elementi WP completamente regolabili, anche nell'idraulica in compressione alle basse ed alte velocità di scorrimento. Molta attenzione è stata posta nella definizione dell'aerodinamica, sviluppata in galleria del vento e finalizzata alla massima resa in curva; elemento centrale è il sottoscocca che integra un sofisticato estrattore posteriore. La Casa dichiara che a 200 km/h si crea una depressione che determina un carico di ben 200 kg, con le immaginabili, favorevoli conseguenze sulla tenuta laterale in curva. Altro fiore all'occhiello di questa auto è il propulsore, un quattro cilindri Audi/Volkswagen di 1.984 cc che sfrutta il sistema TFSI, l'iniezione diretta di benzina nei cilindri con pressione variabile tra i 30 e i 110 bar. Questo sistema lavora in abbinamento a un turbocompressore e a un intercooler. Altra particolarità tecnica, questa volta disponibile a richiesta, è il cambio «S Tronic» a doppia frizione per innesti rapidissimi nella guida sportiva. Il look estremo, frutto della matita di Gerald Kiska, già responsabile del design delle moto di Casa, è l'altro elemento centrale della personalità della X-Bow. Essenziali e inconfondibili, le sovrastrutture dell'auto - tra cui non compare alcun tettuccio - non offrono il minimo comfort a pilota e passeggero, che possono contare solo su un deflettore di 70 mm di altezza. Anche a livello di bagagliaio la situazione è critica: semplicemente... non esiste, e si possono riporre piccoli oggetti solo nel vano passeggero. L'abitacolo è quanto di più essenziale si possa desiderare tanto che le scocche dei sedili sono già integrate nella vasca in carbonio. Per adattare la macchina alle proprie dimensioni si può intervenire solo sulla pedaliera. Il volante, su cui è sistemata tutta la strumentazione, completa il quadro di una vettura davvero unica, che può essere ulteriormente personalizzata attingendo dal catalogo accessori. Se non avete ancora compreso la portata della novità sottolineamo che la X-Bow non è una concept car ma andrà in produzione tra pochi mesi. Se volete la versione base, preparate 40.900 euro e aggiungeteci tasse e immatricolazione. Avvertiti!

Dati Tecnici

 
KTM
990 Super Duke R

Motore

2 cilindri a V di 75° a 4 tempi, raffreddamento a liquido; alesaggio per corsa 101,0x62,4 mm; cilindrata 999 cc; rapporto di compressione 11,5:1. Distribuzione bialbero a camme in testa con comando misto catena- ingranaggi e 4 valvole per cilindro. Alimentazione a iniezione elettronica con doppia valvola a farfalla e corpi farfallati da 48 mm. Capacità serbatoio carburante 18,5 litri. Lubrificazione a carter secco.

Trasmissione

primaria ad ingranaggi, finale a catena (16/38). Frizione multidisco in bagno d’olio con comando idraulico. Cambio a sei marce.

Ciclistica

telaio a traliccio in tubi di acciaio; sospensione anteriore, forcella rovesciata da 48 mm completamente regolabile, escursione ruota 135 mm; sospensione posteriore, forcellone con ammortizzatore completamente regolabile, in compressione anche alla basse e alte velocità di scorrimento, escursione ruota 150 mm. Cerchi: anteriore 3,50x17”, posteriore 5,5x17”. Pneumatici: anteriore 120/70-ZR17, posteriore 180/55- ZR17. Freni: anteriore a doppio disco in acciaio da 320 mm e pinze con attacco radiale a 4 pistoncini e quattro pastiglie, posteriore a disco singolo in acciaio da 240 mm e pinza a doppio pistoncino.

Dimensioni

lunghezza n.d., larghezza n.d., altezza sella 865, interasse 1.450. Peso a secco 186 kg.

Prestazioni

potenza 88 kW (119,68 CV) a 9.000 giri, coppia 100 Nm (10,19 kgm) a 7.000 giri.

Prestazioni

Il commento del centro prove

Il problema più grosso, in sella alla 990 Super Duke R, è riuscire a sfruttare completamente le enormi potenzialità del propulsore, un vero portento ai bassi e medi regimi. Nello spunto da fermo, complice il peso contenuto, è infatti praticamente impossibile riuscire a mantenere la ruota anteriore a contatto con l’asfalto nonostante l’assetto di questa versione R sia più caricato sull’avantreno. Trovato il giusto compromesso tra frizione e numero di giri, i dati spuntati in accelerazione confermano la bontà dell’insieme con valori migliori di quelli fatti segnare dalla versione precedente, almeno fino ai 400 m. Oltre, la rapportatura più lunga incide negativamente. Tra i dati spicca il miglioramento delle prestazioni in frenata (l’impianto installato nella prima versione era fin troppo cattivo...) e il peso record; la Super Duke è una delle più leggere nude in circolazione.

Curva di accelerazione

KTM 990 Super Duke R

Condizione della prova

Cielo sereno
Vento 2 m/s
Temperatura aria 24°C
Pressione atmosferica 1008 mb
Temperatura asfalto 33°C

Rilevamenti

 
KTM
990 Super Duke R

RILEVAMENTI

Velocità a 1500 m con partenza da fermo (tempo) 227,7 km/h (29,4 s)

ACCELERAZIONE

0-400 m 11,3 s (196,4 km/h)
0-1000 m 21,4 s (223,3 km/h)
0-90 km/h 2,9 s (37,2 m)
0-130 km/h 4,7 s (91,5 m)

PROVA SORPASSO (nella marcia più alta)

80-130 km/h 4,9 s (144,4 m)

FRENATA (compreso tempo di reazione convenzionale pari a 1 s)

130-80 km/h 2,3 s (75,1 m)
50-0 km/h 2,3 s (23,8 m)

CONSUMO

Urbano 9,9 km/l
Extraurbano 15,6 km/l
Autostrada (130 km/h indicati) 16,2 km/l

PESO

In ordine di marcia e serbatoio pieno 203,0 kg
Distribuzione masse senza conducente (% ant./post.) 52,0/48,0
Distribuzione masse con conducente (% ant./post.) 48,0/52,0

Pagelle

 
KTM
990 Super Duke R

In sella

4.0

La Super Duke è un prolungamento del corpo del pilota; tutto è studiato per il massimo controllo e la guida sportiva, meglio se in pista.

Comfort

1.0

«Lasciamo perdere» viene da dire; le sospensioni spaccano le ossa e il feeling è da racer. Su strada fa veramente soffrire.

Dotazioni

3.5

Ancora più raffinata e orientata alla prestazione massima, guadagna sospensioni specialistiche e dettagli esclusivi.

Qualità percepita

4.5

La solidità, visto il back-ground fuoristradistico, è di casa in KTM: in più la R sfoggia plastiche perfette e finiture degne di una special.

Capacità carico

1.0

Solo portafoglio e cellulare, da tenere però nella tasca della tuta o della giacca. Se avete altre esigenze cambiate moto!

Motore

4.5

Un gioiello di tecnica, una furia in movimento; non allunga, ma quando si spalanca ai medi e ai bassi arriva una botta che fa palpitare e che spinge fuori dalle curve con veemenza. Prestazioni al top.

Trasmissione

4.0

Peccato solo per la frizione dura da azionare perchè per il resto siamo ad ottimi livelli con un cambio preciso negli innesti e molto rapido.

Sospensioni

3.0

È una moto sportiva; inutile quindi pretendere ciò che non può dare. Al limite in pista offrono un assetto coerente e tengono a bada l’esuberante V di 75°; su strada basta una buca per mandarle in crisi.

Freni

3.5

Troppo cattivi i «vecchi» un filo troppo gentili questi; l’attacco è morbido e per ottenere potenza occorre tirare. Buona la modulabilità.

Su strada

4.5

Estrema e brutale, su strada è come maneggiare una provetta di nitroglicerina, divertente fino a che non si ruota troppo il gas. Allora il gioco si fa serio. Meglio la pista dove offre stabilità unita a tanta agilità e a prestazioni di primo piano.

Versatilità

1.0

Il suo habitat è tra i cordoli e portarla in altro contesto non paga.

Prezzo

2.5

Poche nude costano più della Super Duke R, ma poche altre offrono le stesse prestazioni e la stessa componentistica. Pensateci!

Pregi e difetti

 
KTM
990 Super Duke R

PREGI

Maneggevolezza, Prestazioni, Personalità

DIFETTI

Comfort, Feeling su strada, Vibrazioni agli alti

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