Aprilia Scarabeo 250 IE, Peugeot Geopolis 250 Executive, Kymco People 250 S

La dieta motociclistica quotidiana di ogni pendolare prevede una dose giornaliera di tangenziale, qualche rotaia del tram, una razione di pavé e abbondante fondo stradale dissestato. La scelta di uno scooter che sia anche confortevole diventa quindi una necessità. Quali allora i requisiti da tenere presente quando si deve scegliere il nuovo «commuter»? Deve garantire una protezione adeguata dalle intemperie, offrire un buon comfort a pilota e passeggero e una capacità di carico sufficiente. Le proposte dalle Case costruttrici si dividono in due grandi famiglie, quella dei maxi-scooter «poltrona» e quella dei «ruote alte». Le differenze non si fermano solo ai pollici in più dei cerchi, ma interessano anche guidabilità e comfort di marcia. Sugli scooteroni il pilota assume una posizione di guida più raccolta e si sente più inserito nel mezzo, inoltre le ruote più piccole li rendono più maneggevoli. La capacità di carico del vano sottosella è superiore a quella di un mezzo a ruote alte che per ovviare a tale mancanza necessita del montaggio del bauletto. Nella guida però emergono i «ruote alte» che garantiscono una maggiore stabilità e regalano un comfort di marcia più elevato, assorbendo meglio le asperità dell'asfalto. In questa prova abbiamo raccolto le proposte più fresche di questo segmento made in Aprilia, Kymco e Peugeot; con un pensiero però anche al nuovo Yamaha X-City 250 (di cui presentiamo l'anteprima in questo numero).

I protagonisti

L'Aprilia Scarabeo non ha bisogno di presentazioni, il suo nome è sinonimo di ruote alte da oltre dieci anni. Il People fa parte della famiglia dei Kymco che nella versione S, disponibile nelle cilindrate da 50 a 250 cc, è caratterizzata da linee più spigolose e forme più abbondanti. La Peugeot, con il suo Geopolis 250, è invece una debuttante nella categoria degli scooter di grande cilindrata. Lo scooter veneto nella versione da 250 cc adotta la medesima dotazione ciclistica delle versioni di maggior cubatura (400 e 500 cc), da cui si differenzia per il peso (più contenuto), per l'assenza del doppio disco anteriore e del parabrezza. Sull'Aprilia spiccano la qualità delle verniciature e degli accoppiamenti delle plastiche così come si rivela più funzionale nella lettura la strumentazione mista analogico digitale. La pedana piatta è una prerogativa del Kymco, che pur mantenendo il tappo del serbatoio al centro della stessa, non presenta il tunnel centrale come i rivali. Differenze anche per quanto riguarda i vani sottosella: l'Aprilia - unico con la sella che si sblocca con il telecomando di serie, che controlla anche l'antifurto - offre un vano poco profondo ma abbastanza largo da ospitare una valigetta ventiquattrore o di accogliere un casco integrale e altri piccoli oggetti. Nel vano dello scooter francese si possono sistemare invece due demi-jet o la catena Abus, di serie sulle versioni City ed Executive. Sul ruote alte taiwanese lo spazio è ai livelli di quello dell'Aprilia (ci sta solo un casco jet) solo che il pozzetto si sviluppa in profondità piuttosto che in larghezza e offre anche l'attacco per la presa 12 Volt. Al posteriore tutti e tre gli scooter montano di serie un pratico portapacchi su cui sistemare un bauletto disponibile tra gli accessori dedicati dal costruttore. Sui portapacchi sono integrate le maniglie per il passeggero soluzione, alla prova dei fatti, meglio realizzata sul Geopolis. Relativamente ai cavalletti, nelle soste si può optare sia per la pratica stampella laterale, sia per il cavalletto centrale in tutti e tre i commuter in prova; comunque il Peugeot si rivela il più facile da sollevare dei tre. L'impianto frenante si affida ad un doppio disco anteriore solo sul Kymco. L'Aprilia adotta invece il sistema frenante integrale, ovvero la leva sinistra agisce simultaneamente sulla pinza posteriore e sull'anteriore, ripartendo così la potenza. La leva di destra chiama in causa invece solo la pinza anteriore. Discorso a parte merita il Peugeot che abbina ad un si-stema di frenata tradizionale il sistema ABS (di serie sulla versione Executive), montato però solo sul disco anteriore.

Comfort francese

Nei lunghi trasferimenti, a velocità prossime ai 130 km/h, i mezzi da 250 cc sono al limite e in questo frangente il più protettivo si è rivelato il Geopolis che con il parabrezza di serie garantisce un comfort di tutto rispetto. L'assenza di riparo e la maggiore distanza del piano di seduta dal manubrio penalizzano invece lo Scarabeo. Simile all'Aprilia il People che, nonostante il largo scudo, non protegge adeguatamente la parte esterna delle gambe, intorno alle quali si creano fastidiosi vortici. Di serie offre solo un piccolo cupolino poco efficace ma abbiamo apprezzato la funzionalità del plexiglass alto (oacquistabile a parte). La migliore sistemazione del passeggero in virtù della conformazione del piano seduta si ha sullo Scarabeo. Sul People lo spazio non manca, ma la taratura troppo morbida delle sospensioni tende a «schiacciare» il posteriore facendo perdere feeling con l'avantreno. Tra i tre, il Geopolis offre l'appiglio migliore, ma il trasportato si trova più esposto alle turbolenze.

Nei tratti urbani l'Aprilia e il Peugeot si contendono la palma del più maneggevole ma è lo Scarabeo a vantare l'avantreno più preciso negli inserimenti in curva. Quello del Geopolis è risultato invece più rapido ma anche più nervoso, soprattutto alle basse velocità. Il People si posiziona in questo senso a metà tra i due coniugandone le caratteristiche. La frenata è modulabile sull'Aprilia e sul Peugeot, caratteristica che si accompagna anche a un buon mordente. Ci saremmo aspettati di più invece dal Kymco che pur avendo il doppio disco anteriore ha una risposta meno efficace. Tutte le forcelle hanno una buona funzionalità, anche sullo sconnesso, mentre gli ammortizzatori, in particolar modo quelli del People, faticano a filtrare i fondi particolarmente sconnessi. L'erogazione del monocilindrico del Kymco, se confrontata con quella dell'unità Piaggio che equipaggia sia il Peugeot sia l'Aprilia, è più fiacca e pur spuntando partenze migliori soffre in allungo. Grazie alla particolare conformazione della pedana e all'altezza della sella contenuta tutti i modelli consentono di appoggiare saldamente i piedi a terra e nelle manovre da fermo solo lo Scarabeo richiede un po' più energia. Alla fine della prova è emerso che la cilindrata 250 si rivela la scelta di compromesso più indicata per chi deve affrontare sia gli spostamenti in tangenziale sia quelli in città. Per affrontare i lunghi viaggi in autostrada servono almeno 150 cc in più.

Per aumentare la capacità di carico sui tre modelli è possibile montare il bauletto in tinta con la carrozzeria, disponibile nel catalogo accessori dedicati delle rispettive Case; inoltre sullo Scarabeo è possibile installare anche una borsa morbida sul tunnel centrale. Passando ai vani ricavati nel retroscudo l'Aprilia e il Peugeot ne offrono due, protetti da uno sportello con serratura. Viste le dimensioni ridotte non sono però utili per riporre quasi nulla al di fuori dei documenti e del cellulare che nel caso del Geopolis è possibile ricaricare collegandolo alla presa 12V. Se lo Scarabeo monta di serie l'antifurto elettronico, con telecomando, che si attiva automaticamente 50 secondi dopo aver spento lo scooter, il Geopolis, nelle versioni City ed Executive, offre una catena antifurto Abus con blocco di chiusura integrato al telaio.