Ecco perché oggi uno scooter come la Vespa ha ancora senso di esistere (soprattutto se si chiama 310 GTS)

I suoi pregi li conosciamo: è bella ed è italiana. Il patriottismo per gli italiani è legato ad alcuni elementi, come il calcio, il cibo, la Ferrari e anche la Vespa.

In quasi 80 anni di storia (nasce nel 1946 come veicolo "del popolo", per motorizzare il Paese nel secondo dopoguerra) pur mantenendo alcune caratteristiche che la rendono unica (in un mondo di scooter di plastica, è sempre stato l'unico scooter con scocca portante in acciaio), Vespa è cambiata e si è aggiornata molto. 

Difficile restare al passo con gli scooter moderni, che puntano tutto sulla praticità e conquistano fette crescenti di mercato. Ma quindi, se lo scooter è praticità, perché la Vespa piace ancora? Perché a modo suo riesce sempre a stare al passo coi tempi. Ed è per questo che, nel 2025, siamo ancora qui a parlare di Vespa. E in particolare del “vespone”. Che oggi cresce di cilindrata (come vedremo tra poco) ed è il mezzo più premium della gamma.

Gli aggiornamenti sono fondamentali

Perché piace ancora, già lo so, ma bisogna analizzare la sua evoluzione per capirlo. Nel 2025 il motore della Vespa cambia: adesso adotta il propulsore che abbiamo già potuto spèerimentare sul Piaggio Mp3. Dalla nascita del celebre scooter, questa è la versione con cilindrata maggiore e soprattutto la più potente.

L'idea di Piaggio è stata quella di rendere il Vespone ancora più fruibile e facile nella gestione. Si passa da 278 cc a 310 cc, col conseguente aumento di cavalleria a 25 CV; aumenta la corsa, che implica un aumento di coppia e soprattutto una reazione più docile nonostante l’aumento di potenza. Assieme creano una spinta adatta e soprattutto piacevole. E ovviamente acquisisce l’omologazione Euro5+.

Profilo iconico

La linea di Vespa non dovrei nemmeno descriverla, ma conviene fare un ripasso. Classica, con faro tondo nel caso della nostra versione (GTS Super) oggi a LED, poi i classici elementi: cravattino davanti, pancia nella parte posteriore, pedana quasi piatta con lo scalino al centro, e ruote piccole, da 12”. Proprio perché è semplice, bisogna soffermarsi sui dettagli. La cromatura che segue il profilo, i blocchetti anche questi cromati e tutti i piccoli elementi creano armonia ed eleganza.

La globale sensazione di pulizia stilistica prosegue anche sul retroscudo, dove la manopola del sistema keyless sostituisce il tradizionale commutatore di accensione e la fascia nera della plancia è unita in un unico elemento che integra al centro il gancio portaborse. La strumentazione è tipica degli ultimi modelli con tachimetro analogico e un display TFT da 3" per il resto delle informazioni. 

Al posteriore spicca il gruppo ottico, con indicatori di direzione a LED e la luce di posizione posteriore che disegna un profilo luminoso squadrato.

Praticissima (ma peccato per il sottosella...)

Alla fine, stiamo sempre parlando di uno scooter. Quando lo si valuta, due sono i parametri fondamentali: il comfort di marcia e la praticità di bordo.

Per quanto riguarda il primo, bisogna fare i complimenti a Vespa. Come nel caso della 125 Sprint, l’ergonomia è studiata a dovere. La 310 ha dimensioni da grande, perciò c’è tanto spazio per le gambe e i piedi. Il manubrio è largo il giusto e lo stesso vale per la distanza con la sella, perciò ti ritrovi con le braccia nella posizione perfetta a ridurre al minimo lo stress. E la sella stessa è comoda, sia per imbottitura sia per il disegno. 

A differenza della 125, la 310 ha le pedane per il passeggero, perciò anche dietro si sta bene. Purtroppo, a causa del disegno della Vespa, sono spostate in avanti e chi guida trova i piedi del passeggero d’intralcio al semaforo (ma niente di così terribile, bisogna solo prenderci la mano).

Purtroppo, nemmeno i miti sono esenti da pecche. In questo caso, il problema maggiore è relativo allo spazio di carico. Il retroscudo ha un vano con presa USB per la ricarica dello smartphone, ma onestamente potrebbe essere più capiente di quanto lo sia adesso.

E poi il sottosella, "problema" riscontrato anche sulla versione precedente. Sembra sagomato per alloggiare due caschi ma le dimensioni sono davvero ridotte in altezza. Ci si possono alloggiare solo i caschi a “scodella” o comunque caschi di piccole dimensioni. Comodi invece i due pin per agganciare il casco all’esterno, che ti permettono di non doverlo portare dietro nelle soste brevi.

Da guidare è ancora più scooter

Vespa ha inventato il concetto di scooter, ma oggigiorno i nuovi canoni di comodità e praticità richiesti dal consumatore (almeno sul mercato italiano) le fanno preferire modelli a ruota alta, come lo stesso Beverly prodotto da Piaggio. Adesso però Vespa, pur non perdendo la propria iconicità, ha qualcosa in più rispetto alla precedente versione, e il merito va ascritto al motore. Questo 310 infatti è un vero motore per scooter premium. Ma da cosa si capisce? 

Nella prova di centinaia di scooter, quelli che riteniamo essere i migliori sono quelli che da un lato ti danno una risposta più semplice e intuitiva, e dall'altro che non vibrano. Vespa adesso è molto più fluida, dalla partenza all’allungo. Il comando dell’acceleratore è stato tarato alla perfezione. In questo caso segue al millimetro la rotazione del polso e fa ciò che ti aspetti senza vuoti. Sembra banale, ma per realizzare un sistema del genere bisogna tararlo in una maniera maniacale dato che il motore endotermico non ha una spinta lineare. E in questo caso sembra quasi di guidare un veicolo elettrico.

Dicevo che in partenza è molto fluido ma ha una bella spinta e non vibra mai, se non da fermo. Tra l’altro ha una buona spinta anche ad alte velocità, giusto quel tanto che basta per fare i sorpasso in sicurezza. 

Arriviamo all’utilizzo quotidiano. In città è comoda, e non solo per la seduta: la spinta mescolata a uno sterzo ampio rende facile il passaggio in mezzo al traffico. Fuori, su autostrade e tangenziali, si comporta benissimo, anche se le ruote da 12 pollici rischiano di compromettere leggermente la stabilità alle velocità più elevate.

Quindi qual è il senso?

Se valutiamo Vespa solo per i parametri di comfort del commuter moderno, forse non è lo scooter migliore che ci sia. Ma mi sono anche chiesto... e se la Vespa non esistesse più? L'alternativa sarebbero quelle miriadi di copie che alla fine non riuscirebbero mai ad essere come l'originale.

La Vespa infatti dev'essere interpretata in un'altra maniera, secondo un metro di giudizio differente. Oltre ad essere iconica è indubbiamente bella. O se preferite, è fatta molto bene dal punto di vista costruttivo. La Vespa è uno di quei mezzi che decidi di acquistare se ti piace e non per una mera questione di praticità. In sintesi, per rispondere alla nostra domanda iniziale, la Vespa oggi ha ancora senso di esistere, perché un universo delle due ruote senza di lei è a dir poco inimmaginabile.

Prezzo e considerazioni

Stavolta ci atteniamo ai dati e lasciamo la risposta a voi. Ha senso anche che la Vespa 310 costi 7.290 euro f.c.? Senza fare i conti in tasca a nessuno, un mezzo del genere non lo si valuta listino alla mano. Piace e si compra perché è un oggetto di stile, un simbolo, e solo secondariamente è uno scooter. Chi cerca Vespa ed entra in un concessionario, vuole Vespa e nient'altro.

La versione GTS - quella della nostra prova - è quella più dettagliata e classica. Ma nel nostro caso è anche iperaccessoriata, difatti se la volete rossa e con gli accessori che vedete in foto dovete aggiungere 1.258 euro. Già, perché questa versione "esagerata" è stata arricchita di cupolino trasparente, portapacchi anteriore e posteriore, Vespa Mia più kit di installazione, manopole riscaldabili, sella riscaldabile e kit di installazione centralina per accessori. Insomma, più di così proprio non si può.