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Honda CB1100EX 2017: la classica si rinnova
Honda rilancia la sua classic che abbiamo appena testato nella sua ultima versione: la frizione adesso è più morbida da azionare e la ciclistica migliorata grazie a una nuova forcella. Il motore è sempre rotondo e generoso. In vendita a 13.500 euro chiavi in mano
Se avete un’età inferiore ai 20 anni, probabilmente, la sigla CB non vi farà nessun effetto particolare. Ma chi ha qualche primavera in pù sulle spalle, le CB le ricorda bene: questa è infatti la sigla che ha accompagnato una marea di modelli di successo marchiati Honda.
Nell’attuale gamma, la CB1100EX è quella che più ricorda le CB degli anni gloriosi. Il motore 4 cilindri in linea da 1.140 cc raffreddato ad aria/olio è ancora essenziale come un tempo (le alette di soli 2 mm di spessore sui cilindri sono un tocco di classe). Le sue prestazioni, però, sono pressoché identiche alla scorsa versione: 90 CV a 7.500 giri e 91 Nm. In più ora c’è una frizione con sistema antisaltellamento che richiede meno sforzo alla leva.
Anche la ciclistica si è evoluta: il telaio rimane un doppia culla in tubi di acciaio con quote stabili (1.490 mm di interasse, 27° di apertura del cannotto e 114 mm di avancorsa) ma ora c’è una forcella Showa Dual Bending Valve da 41 mm (regolabile nel precarico) migliore che in passato. Infine, i cerchi, sempre a raggi e da 18" di diametro, hanno un nuovo disegno (con 40 raggi invece che 48). Parlando di estetica, il nuovo serbatoio è realizzato con una speciale tecnica che non lascia saldature a vista, ci sono fanali a Led (davanti e dietro) ed è rinnovata anche la strumentazione. Il risultato è che, a colpo d’occhio, la nuova EX è uguale ma diversa. Senti che qualcosa è cambiato ma non sapresti bene dire cosa. La bilancia si ferma a 255 kg con il pieno, mentre le colorazioni disponibili sono tre (giallo, bianco e rosso).
Avvicinandosi alla EX è facile capire il motivo dei 13.500 euro (chiavi in mano) richiesti. In primo luogo, colpiscono i tanti dettagli "laccati". I raggi dei cerchi, i parafanghi in metallo e lo sfrenato uso delle cromature sono cose che, in un’epoca dove i termini più utilizzati sono "budget" e "riduzione dei costi", sono sempre più difficili da trovare su una moto. È anche vero che il metallo pesa, ed è questo il motivo per cui alzarla dal cavalletto richiede uno sforzo in più di quanto ci si aspetta. Nulla di catastrofico, beninteso. In sella si sta comodi: la schiena è dritta, la sella bassa e le pedane ben centrate. È classica come un quadro d’autore, rifinita e curata più di un orologio prezioso. Le leve al manubrio sono entrambe regolabili, mentre gli specchietti potrebbero regalare più visibilità, almeno nell’uso cittadino.
Il motore gira a un minimo piatto. È perfettamente connesso con l’acceleratore ed è capace di riprendere in sesta da 35 km/h senza ribellarsi. Un esempio di eleganza e buone maniere. Ha la voce roca e una discreta schiena, come dev’essere un 4 cilindri raffreddato ad aria. Spalancare il gas sulla EX non produce particolari effetti speciali ma regala una spinta costante e convincente. È classica anche per come chiede di essere guidata. Si disegnano con naturalezza traiettorie rotonde, indovinate grazie all’inerzia dei cerchi a raggi che smussano eventuali e involontarie correzioni. Un’inerzia che però non porta fuori dalla corda, perché la sezione delle gomme è molto ridotta (110 all’anteriore e 140 al posteriore), con il risultato che la EX danza leggera tra una curva e l’altra, perdonando anche qualche piccolo errore di valutazione.
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