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Honda NM4 Vultus: manga style!

di Alfredo Verdicchio il 21/03/2014 in Moto & Scooter

Honda ci riprova. Dopo la DN-01, ritorna sul genere ibrido moto-scooter con la inedita NM4 Vultus sviluppata sulla stessa piattaforma del nuovo Integra 750

Honda NM4 Vultus: manga style!
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Con la nuova NM4 Vultus la Honda sembra abbia voluto dare carta bianca ai propri designer, che hanno così dato libero sfogo alla loro creatività sfornando linee ultra futuristiche, degne di posare in qualsiasi set di film fantascientifici. Uno stile così fortemente di rottura da non far suonare così casuale il nome scelto (nel 1977 in Giappone uscì Vultus 5, un anime fantascientifico con protagonista un Robot), che ben si sposa con una moto che sembra uscita dritta dritta da un manga nipponico.
La Honda Vultus NM4, comunque, non è solo un esercizio di stile fine a sé stesso. Le due appendici della carena che si prolungano verso la ruota anteriore come una sorta di armatura a difesa del faro a led (il tutto molto simile al viso di un robot, o transformer per i più giovani…), oltre a integrare gli indicatori di direzione anch'essi a led, ospitano, uno per lato, due vani portaoggetti, uno con presa 12V.
Soluzione apprezzabile da un lato (visto che spazi così sulle moto sono sempre ben accetti) ma che non convince sul piano della praticità, dato che per accedervi bisogna per forza essere fermi. La sella passeggero, poi, può anche fungere da poggiaschiena per il pilota semplicemente tirandola su (3 gradi d'inclinazioni) e, se serve, regolandola longitudinalmente potendo scorrere in avanti al massimo per 25 mm. In linea con lo stile manga la strumentazione composta da tre quadranti digitali che tanto ricordano la plancia comandi di un'astronave, con la retroilluminazione che cambia cromia (per un totale di 25 a disposizione) a seconda della modalità di guida selezionata: di default ci sono il grigio in Neutral, azzurro in Drive, fucsia in Sport e rosso in Manuale.
Sotto tutti questi spigoli e soluzioni "azzardate", la Honda Vultus cela di contro soluzioni tecniche tradizionali, con il telaio in tubi di acciaio e il motore bicilindrico parallelo da 745 cc ereditati dalla rinnovata famiglia NC750. Le prestazioni dichiarate, infatti, risultano identiche, con 55 CV a 6.250 giri e 68 Nm a 4.750 giri, e un consumo medio pari a 28,4 km /lt.
Di serie, anche qui, troviamo il cambio sequenziale con doppia frizione DCT di ultima generazione che, come accade sulle cugine NC, dà la possibilità di guidare in automatico oppure di variare i rapporti in manuale tramite i pulsanti posti sul blocchetto elettrico sinistro. Da queste, invece, si differisce per geometrie di sterzo dal sapore custom: così troviamo all'anteriore una ruota da 18", un'inclinazione del cannotto di sterzo a 33° (27°40' sulla CTX e 27° sulle NC), un'avancorsa di 110 mm (come le NC) e soprattutto un interasse di 1.645 mm, contro i 1.530 mm delle "cugine" realizzate su stessa piattaforma. Molto scenografica l'adozione al posteriore di un pneumatico da 200/50-17, contro il classico 160/60 delle NC750 e CTX700.
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