L'intervista - A tu per tu con William Armuzzi (Honda)

Analizzando i dati di mercato 2022, tutti gli analisti sono rimasti colpiti dal brutto andamento di Honda. Che però ha saputo compensare la perdita dell’ultimo anno iniziando il 2023 col botto, dominando la classifica scooter e tornando in vetta a quella delle moto. MA che cosa è successo? E quali sono i chiari di luna per l’anno che è iniziato da pochi mesi? Lo abbiamo chiesto a William Armuzzi, general manager di Honda Motor Italia.

Armuzzi, partiamo dalle note più dolenti. Cosa non ha funzionato nel 2022?

“In molti mesi dell’anno è mancato il prodotto, e come accade a molti grandi costruttori, abbiamo accusato più di altri il colpo. E ciò nonostante il fatto che Honda abbia un importantissimo polo produttivo in Italia”.

È stato un effetto lungo del Covid?

“Siamo stati messi in difficoltà da alcuni subfornitori cinesi che, a causa delle politiche anti Covid imposte dalla Cina, hanno rallentato la catena delle forniture. Questo ha avuto ripercussioni sia sullo stabilimento giapponese, sia su quelli asiatici, e anche sul nostro di Atessa”.

I numeri grandissimi, oserei dire anormali, di inizio 2023, come se li spiega?

“Chiaramente nei numeri di venduto dei primi mesi di quest’anno c'è anche una coda di vecchi ordini risalenti alla fine del 2022. Ma siamo molto soddisfatti di una cosa, ossia del fatto che molti clienti, desiderosi di acquistare una moto o uno scooter, hanno ritardato volutamente l’acquisto proprio perché volevano un veicolo Honda. Insomma, il brand è ancora molto forte”.

LE NOVITA' 2023

Sul fronte degli scooter, colpisce come riusciate a vedere in modo ben ripartito tutti i veicoli che avete in gamma.

“Le famiglie SH e Adv ci danno grosse soddisfazioni. Quello che lei nota avviene perché sono prodotti ben targettizzati, che non hanno sovrapposizioni e vanno a coprire le esigenze di differenti segmenti di clientela”.

Cosa vi aspettate dalla Transalp, che credo sia il vostro lancio più importante dell’anno?

“Il portafoglio di ordini, ossia le persone che hanno già firmato un contratto, è davvero imponente. Con i primi di aprile inizieranno le consegne nelle concessionarie. Che dire? Cercheremo di accontentare tutti in tempi rapidi”.

Sarà un successo assicurato, insomma.

“I conti si fanno al 31 dicembre, ma le premesse ci sono tutte”.

Non crede che la moto andrà a rubare un po’di clientela dalla Africa Twin?

“Sono modelli ben distinti. La Transalp è una tuttofare stradale che, volendo, può avventurarsi anche fuoristrada; la Africa Twin è una on-off che si guida bene anche in strada. I pubblici sono differenti”.

Colpisce invece la performance della Hornet, già entrata nelle classifiche di vendita, ma che alla vigilia aveva suscitato un vespaio di polemiche.

“Noi invece, e non lo dico con presunzione, eravamo sicuri che la Hornet sarebbe stata apprezzata dal pubblico. Vede, chi dice che questa moto non è una vera Hornet perché tradisce l’architettura motoristica della vecchia è quell’utenza che aveva la Hornet 30 anni fa. Ma quel pubblico è cresciuto, è maturato, ha altri gusti e oggi non comprerebbe una Hornet come quella di fine Anni 90. Invece Honda ha recuperato lo spirito originale della Hornet. Cos’era ai tempi questa moto? Una entry level sportiva per un pubblico giovane, che non aveva una capacità di spesa eccessiva. E sì, abbiamo studiato un nuovo motore due cilindri invece di 4 per far fronte ai costi di produzione e tenere basso il prezzo al cliente. In questo, la nuova moto riprende il concetto della vecchia. Per fortuna i numeri ci danno ragione”.

La CL 500 invece è l’ultima presentazione pesante del 2023. Che moto è?

“Una moto classica, una scrambler facile da guidare, ricca di stile e di immagine, una moto divertente. Era un piccolo tassello che mancava nelle nostre medie, che in quella cilindrata ha già la gamma CB e la CMX 500 Rebel”.

IL FUTURO E L'ELETTRICO

In un mercato complessivo che cresce e che, secondo molti analisti, avrà una tendenza al rialzo almeno per i prossimi 4 anni, come vede l’elettrico?  

“In estate faremo debuttare l’EM1, ciclomotore elettrico che fa ritornare Honda nel segmento dei 50ini dopo alcuni anni di assenza. Non farà volumi pazzeschi, immaginiamo, ma è un tipo di prodotto per cui avevamo una buona richiesta da parte dei clienti”.

Nonostante i progressi, ancora oggi autonomia e prestazioni dell’elettrico, almeno nel mondo scooter, non sono comparabili all’endotermico.

“Noi continuiamo a fare esperimenti in questo senso, ma se la gente pensa che in questo momento Honda sia in grado di produrre un SH elettrico con le stesse caratteristiche dell’endotermico, si sbaglia. O meglio, potremo farlo, ma a costi improponibili e poco convenienti per il cliente finale. La nostra filosofia è chiara: quando la tecnologia sarà matura e quindi accessibile, metteremo in vendita i nostri veicoli elettrici”.

Nell’attesa continuate con gli esperimenti.

“Se nell'auto il futuro sarà elettrico, nel target per le emissioni zero delle moto non esiste una ricetta unica. Potrebbe essere l’elettrico, ma ci sono anche gli e-fuels, o altre alimentazioni come l’idrogeno. Noi e tutti i nostri competitor continuiamo a esplorare tutte le alternative disponibili”.