Lombardia
La Val Cavallina
Ottanta chilometri da percorrere in tutto relax, passando dalle tortuose strade di montagna al fascino del lungolago, concedendosi una sosta in una riserva naturale, per scoprire un lato nascosto del bergamasco. Road book da consultare e gallery fotograf
l giro proposto in quest'occasione si snoda tra le colline della Val Cavallina, una delle valli situate nell'alta provincia di Bergamo.
Poco distante dal capoluogo lombardo è facilmente raggiungibile tramite l'autostrada A4 Milano Venezia, che si percorre fino all'uscita di Seriate.
Uscendo dall'autostrada, il primo paese che s'incontra è Scanzorosciate, località famosa per la produzione di uno dei vini più apprezzati anche fuori dai confini della provincia: il Moscato di Scanzo, considerato uno dei vini più antichi d'Italia è citato in alcuni scritti risalenti al 1300.
Le cronache dell'epoca ci informano che il moscato di Scanzo era conteso come bottino di guerra nelle numerose battaglie tra Guelfi e Ghibellini che controllavano le due frazioni originarie: Scanzo (Guelfa) e Rosciate (Ghibellina).
Alcune fonti accennano che il vino fosse presente in epoca pre-romana, altre riferiscono che furono proprio i romani ad introdurre il vitigno sulle colline del territorio. Ebbe un periodo di grande successo quando Giacomo Quarenghi, proprietario di alcuni poderi, ne fece dono alla zarina Caterina di Russia, e nei secoli successivi quando fu quotato in borsa a Londra nel '700.
Tuttora alcuni produttori della zona sono fornitori della Real Casa Inglese. Si tratta di un passito rosso ottenuto da grappoli, selezionati accuratamente nel mese d'ottobre, e stesi su graticci per quaranta giorni circa in stanze asciutte ed areate.
La pigiatura, che rappresenta il passaggio più delicato per non alterare l'equilibrio tra alcol e zuccheri, è la fase più importante per mantenere i gusti e profumi che lo rendono unico. La modesta quantità che si riesce a produrre, a causa dell'estensione ridotta dei vigneti e la produzione raffinata, lo rende ancora più prezioso.
Terminata la sosta a Scanzo, il giro prosegue verso la riserva naturale del Wwf di Valpredina.
Per raggiungere la riserva occorre seguire le indicazioni per Albano Sant’Alessandro e, in località Monte Negrone, girare a sinistra per Tribolina e da qui proseguire in direzione Trescore Balneario.
Si transita dal Colle Pasta, percorrendo una strada in mezzo ai boschi, che aumenta il piacere di affrontare le curve in sicurezza, aiutati anche dal fondo stradale in buone condizioni.
Giunti alla riserva naturale è quasi obbligatoria una sosta per conoscere una realtà ricca di sorprese.
Le numerose attività coordinate da Enzo Mauri, responsabile dell’area che insieme ai volontari, fanno conoscere a fondo le bellezze presenti composte da diverse varietà di piante e fiori, e da numerose razze animali.
Posta lungo le pendici meridionali del Monte Misma, la riserva nacque nel 1983 a seguito di una donazione dei coniugi Bardoneschi, con lo scopo di salvaguardare il patrimonio naturale della zona.
Valpredina - valle delle pietre - deve il nome all’estrazione di “còte” pietra dura usata per affilare gli arnesi da taglio molto utilizzata nel passato.
E’ una riserva naturale parziale estesa su 90 ettari, di cui 37 istituiti a Riserva Naturale, dove si svolgono diverse attività rivolte alla tutela delle specie animali. Il C.R.A.S. (Centro Recupero Animali Selvatici) ne è un esempio. Si tratta di un centro dove i volontari del Wwf curano gli animali feriti o difficoltà, che saranno poi reintrodotti nel loro ambiente naturale al momento della piena guarigione.
Capita anche che ci siano degli animali che non riescono a guarire completamente, e in questo caso rimangono nella riserva per evitare che siano sopraffatti. E’ il caso di una coppia di poiane e di un esemplare di gufo reale, che si possono ammirare all’interno di speciali voliere allestite apposta per ospitarle.
Il visitatore ha così l’occasione d'osservare volatili che normalmente vede in volo a centinaia di metri d’altezza, rimanendo sorpreso dalle dimensioni che ci s’immagina siano simili a quelle di un piccione, ma, in realtà, sfiorano gli 80 cm.d’altezza.
Si rimane inoltre affascinati dall’intensità dello sguardo fiero di questi rapaci. Il centro visite organizza tour guidati lungo il “Percorso natura” alla scoperta del patrimonio naturale e delle attività ad esso legate. Per chi volesse soggiornare, la riserva è dotata di una foresteria che può ospitare una ventina di persone circa.
Terminata la visita alla riserva, il giro prosegue passando da Trescore Balneario, poco distante dal lago d’Endine, considerato il centro principale della Valcavallina.
E’ una cittadina di origini antiche, compare in alcuni documenti del 996 col nome di Trescurium, è attualmente un grosso centro conosciuto per le sue terme già apprezzate sin dall’epoca romana per l’efficacia delle terapie.
Interessanti anche le ricchezze architettoniche del paese, prima tra tutte la piazza principale: Piazza Cavour. Da sempre punto importante del paese, per secoli è stata la piazza dove si teneva uno dei più importanti mercati della provincia, ed è il motivo per il quale molti palazzi delle famiglie locali si affacciano sulla piazza.
Al centro domina un'imponente fontana dedicata alla dea della salute, Igea, intenta a sanare un infermo, realizzata nell’800 con marmo di Carrara dall’architetto Francesco Somaini. Gli amanti della pittura possono ammirare gli affreschi di Lorenzo Lotto, geniale e controverso artista veneto del 1500, autore delle decorazioni dell’oratorio Suardi.
Dopo una breve sosta dedicata alle bellezze del paese, si continua a nord per giungere a Colle San Fermo passando da Borgo Di Terzo.
A cavallo tra i due laghi, Iseo ed Endine, si può ammirare la valle sottostante percorrendo una strada sgombra dal traffico domenicale, ma che non permette una guida sciolta a causa della modesta larghezza della carreggiata, dal fondo non in perfette condizioni e dalla quantità di tornanti. Il panorama vale però il piccolo sacrificio.
Si percorrono una decina di chilometri tra le montagne prima di giungere alla sommità per poi scollinare sul versante orientale in direzione del lago d’Iseo.
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