Piloti
Fabio Quartararo, “El Diablo” all'inferno e ritorno

Emerge giovanissimo in Spagna come stella del CEV, approda al Motomondiale ma non brilla né in Moto3 né in Moto2, poi arriva in MotoGP e sulla Yamaha rinasce vincendo il titolo 2021. Poi di nuovo crisi, ma il francese ha fiducia nella sua squadra e punta al riscatto

Chi segue le categorie giovanili inizia a sentir parlare di Fabio Quartararo nel 2013, quando vince il CEV, il campionato Moto3 spagnolo frequentato da giovani di mezzo mondo e che è considerato il "talent" per eccellenza. E di talento Fabio sembra averne parecchio: è il più giovane di sempre a vincere il titolo e tra i giovanissimi domina come raramente si era visto: in Spagna nella Promovelocidad vince la classe 50 nel 2008, la 70 nel 2009 e la 80 nel 2011, poi nel 2012 vince la Pre Moto3 e nel 2013, appunto, il CEV.
Con quel nome e cognome fa un po' specie scoprire che in realtà è francese, anche se vive a Nizza che è mezza italiana e ha origini siciliane: i bisnonni, partiti da Palermo per Tunisi, finirono poi in Francia. È anche figlio d’arte, il padre Etienne è stato campione di Francia della 125 e ha corso qualche GP nella 250 ed è lui a contagiare Fabio, mentre è la mamma a sobbarcarsi le frequenti trasferte avanti e indietro dalla Spagna in camper nei weekend, visto che l’attività di famiglia (una ferramenta) non può certo permettere lussi.

Ma la carriera di Fabio è fulminea e incoraggiante: comincia a correre ad appena 4 anni e fino all'adolescenza non sbaglia un colpo. Nel 2014 si ripete nel CEV e gli si aprono le porte del Motomondiale con un team "giusto", l’Estrella Galicia 0.0. Esordisce nella stagione 2015 a quasi 16 anni, non è il più giovane di sempre ma comunque precoce, e soprattutto va forte: due pole e due podi. Ma non è il Fabio del CEV e a fine stagione è decimo.
Nel 2016 passa in un altro top team, il Leopard Racing, cambiando da Honda a KTM. L’incantesimo però continua a non scattare: chiude tredicesimo in campionato. Anziché aspettare la stagione buona, nel 2017 Fabio sale in Moto2. Mentre il suo ex compagno di team Joan Mir vince 10 GP in Moto3, Fabio fatica ancora: tredicesimo a fine stagione, con solo un sesto posto come miglior risultato. Va meglio nel 2018, quando con la Speed Up di Luca Boscoscuro fa pole e vittoria in Catalunya, secondo ad Assen, vince ma è squalificato in Giappone. A fine stagione è decimo, ma nella squadra italiana Fabio pare aver ritrovato serenità e velocità.
Da brutto anatroccolo a campione del mondo
Il gruppo di Boscoscuro accompagna Fabio in un'altra scommessa, l'ultima, la più grande: c'è un posto nel team Petronas e nel 2019 Quartararo sale in MotoGP senza mai essere veramente esploso nelle classi minori. La scommessa paga: sarà l’atmosfera del team, sarà la solarità del suo compagno di squadra Franco Morbidelli, sarà la guida della Yamaha semi-ufficiale, sta di fatto che Fabio va forte subito, a Jerez piazza la pole e a 20 anni e due settimane è il più giovane della storia a partire davanti a tutti in MotoGP.
Finalmente si rivede il Quartararo del CEV, che li mette dietro tutti: in qualifica è più veloce di Marquez, Dovizioso, Viñales. In gara non riesce a vincere, ma diventa un abbonato del podio e chiude quinto, miglior rookie dell’anno e accreditandosi come principale antagonista di Marquez. Nel 2020 resta in Petronas e si sblocca definitivamente: vince tre tappe e pur saltando gli ultimi tre GP, chiude ottavo. Yamaha lo promuove nella squadra ufficiale dal 2021.
Nella stagione in cui Marquez è al rientro da un lungo infortunio e Dovizioso è assente, tutti i riflettori sono su di lui. Fabio non delude le attese: parte fortissimo in Qatar e nonostante i problemi fisici, gli attacchi di un Bagnaia sempre più veloce e una crisi interna al suo team, che vede Vinales fuori a metà stagione, la determinazione e il talento di Quartararo gli consentono di vincere cinque gare e di laurearsi campione a Misano con due gare di anticipo, rompendo un altro incantesimo: è il primo francese a vincere il titolo nella classe regina. Francese atipico, che di sé dice: “Sono francese, ma parlo in spagnolo e penso in italiano". Con la pesante eredità della Yamaha ufficiale di Valentino Rossi, Fabio ha saputo far centro al primo anno: un altro record, ma sopratutto un segno di grande maturazione.

Dopo il titolo: di nuovo giù
Il 2022 di Quartararo, sempre con il team Monster Energy Yamaha, si rivela subito più complicato rispetto alla precedente stagione. Nono in Qatar, Fabio si sblocca soltanto al quinto GP, vincendo in Portogallo. A quel punto torna a frequentare stabilmente il podio e fa doppietta in Catalogna e Germania, ma anziché in discesa, la strada verso il secondo titolo si rivela in salita: stretto nella morsa dei piloti Ducati, Fabio cede al rimontante Pecco ben 114 punti, chiudendo secondo dietro al ducatista.
Nel 2023 la sfida tra i due sembra doversi rinnovare, ma Yamaha entra in una lunga crisi tecnica: Fabio sale sul podio soltanto quattro volte, terzo ad Austin, in India, in Indonesia e nella sprint di Assen, chiudendo il campionato in decima posizione finale. Nel 2024 la crisi si aggrava, Yamaha perde il bandolo dello sviluppo tecnico e finisce nelle retrovie: per la prima volta da quando è in MotoGP, Quartararo non sale mai sul podio e chiude la stagione tredicesimo.
Nella ridda di voci su nuovi tecnici e nuovi motori V4 si inseriscono anche le voci che danno Fabio in partenza per altri lidi; ma lui conferma la sua fiducia nel team giapponese firmando per altre due stagioni (2025 e 2026). Intanto Iwata ha accelerato il rinnovamento del progetto M1, e i primi test del 2025 sono confortanti in termini di velocità, con Fabio di nuovo fra i primi. Il talento non gli manca di certo, il 2025 potrebbe essere di nuovo il suo anno.




























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