Comparativa dakariane ieri e oggi - Capitolo 4: Yamaha Ténéré

Off-road no limits

Proprio come la nonna, la Yamaha Ténéré 700 è la più vicina ad una vera moto enduro per impostazione di guida e comportamento dinamico generale. Questa versione World Raid, di grande impatto estetico con il serbatoio maggiorato da 23 litri, la snatura solo in parte. Tra le gambe resta stretta il giusto, e il bilanciamento non cambia di una virgola; anzi, migliora grazie a un comparto sospensioni nettamente più a punto, come vedremo fra poco. 

Come accennato, la posizione di guida è molto simile a quella del modello base anche se l’altezza sella cresce di 15 mm: ora siamo a ben 890 mm. Tra le ginocchia il nuovo serbatoio non infastidisce, perché i litri in più stanno soprattutto in avanti e verso il basso. Solo spingendosi, da seduti, molto in avanti si inizia a percepire la maggiore larghezza. La triangolazione pedane-sella-manubrio è distesa anche per i piloti più alti e favorisce il gesto di alzarsi in piedi: nel complesso la posizione di guida ricorda molto quella di una specialistica, soltanto in versione maxi. Il fatto di essere particolarmente alta da terra in effetti la rende meno abbordabile per chi non sia ben dotato di gamba, a differenza della Tuareg. 

Semplicità prima di tutto

Ma se le dimensioni sono da maxi, il peso comunque resta da media, anche a serbatoio pieno, e questo aiuta su ogni fondo. Dinamicamente infatti bastano pochi metri per abituarsi ai volumi. Il pacchetto sospensioni KYB evoluto (+20 mm di escursione per la forcella) lavora egregiamente su tutti i terreni: su asfalto riduce quasi a zero il beccheggio, ma non è così sostenuto da compromettere il comfort sulle buche. La World Raid è particolarmente precisa anche nella guida più sportiva, scende in piega rotonda e tra le curve è rapida. Soltanto discreta la copertura aerodinamica. Fuoristrada viene fuori il DNA di un nome che da sempre è sinonimo di deserto. L’ergonomia è perfetta per guidare in piedi. Le nuove sospensioni rendono la Ténéré più sicura e stabile alle alte velocità su percorsi sconnessi, è composta ma allo stesso tempo sensibile nella prima parte di escursione. 

Come impostazione ricorda per certi versi la Ducati: una moto non facilissima e immediata per il neofita, ma capace di assecondare i più esperti, di dare grandi soddisfazioni quando si alza il ritmo. Il motore, questo no, non è paragonabile al V2 di Bologna. E ci mancherebbe, passano 250 cc e oltre trenta cavalli. Ma la ciclistica lavora così bene che invece ora lo vorremmo proprio, qualche cavallo in più. La concorrenza è cresciuta e i 75 puledri del CP2 iniziano a sembrare pochi. Intendiamoci, parliamo di uso full gas su percorsi aperti di tipo rallystico, mentre è chiaro che lungo un sentiero lento e tortuoso sono più che sufficienti. Ma quando sei in cerca del traverso e alla manata di gas o richiamo di frizione non corrisponde un’eguale spinta in avanti, lì si che vorresti una nuova iniezione di potenza. 

Il radar di Dueruote

Ci siamo divertiti ad accostare la moto moderna (i voti sono quelli relativi alla prova completa della Africa Twin) alla sua progenitrice, valutata con i parametri di oggi. Il confronto è naturalmente quasi accademico: zero elettronica, prestazioni imparagonabili e doti di guida lontanissime.

La Ténéré 600 è la più vecchia tra le nonne della nostra prova, e quindi quella che esce più malconcia nel confronto delle prestazioni. Resta comunque una moto equilibrata, gradevole e facile anche in off-road.

Mr Ténéré: Piercarlo Schiavon

“180 euro e un salame”. Questo l’accordo per mettersi in garage la Ténéré. Era il 2007 e Piercarlo, padovano appassionato di due ruote a 360°, aveva 22 anni. Prima che scoppiasse la moda, queste moto si portavano a casa per queste cifre qui. Lui era in cerca di una enduro capace di fare un po’ di tutto, di andare in vacanza come di portarlo a passeggio sull’argine dietro casa. E il destino mischiato alla voglia d’avventura lo portarono fino a questa 600 blu e gialla dell’87.

Piercarlo è innamorato della sua Ténéré 600 perché si presta davvero ad ogni uso: fuoristrada si arrampica ovunque, anche con la fidanzata avvinghiata, e poi va in autostrada senza fare una piega. Ti porta al ristorante e anche a fare le commissioni, per fare prima, senza prendere l’auto. Che poi il tragitto lo allunghi sempre un po’ perché guidarla ti porta lontano, con la testa almeno. La nuova Ténéré 700 World Raid è una fascinosa tentazione ma la sua Ténéré è insostituibile, e anche se il garage pian piano si allarga lei resterà sempre: su questo non ci sono dubbi.