Motogp
Marc Marquez, che numeri campione!
A 24 anni e sei titoli mondiali, il pilota spagnolo ha fatto capire di essere un marziano in un paddock di grandi piloti. Anche perché è riuscito a vincere con la Honda più discontinua e difficile degli ultimi anni grazie al suo talento
"Il talento fa quello che vuole, il genio fa quello che può"
(C.Bene)
Come Geoff Duke, Jim Redman e Klaus Enders. Uno in più di Anton Mang, Michael Doohan e Jorge Lorenzo. I sei titoli iridati, di cui ben quattro in MotoGP, di Marc Marquez rendono manifesta – se ce ne fosse ancora bisogno – la grandezza non di un pilota, ma di uno dei piloti più forti di tutti i tempi. L'impressione, a 24 anni compiuti a febbraio, è che questo alloro iridato conquistato a Valencia non sarà l'ultimo. La sensazione è che, in una stagione dove la sua Honda è stata meno perfetta del solito, lo spagnolo ha sempre colmato il gap. Che piaccia o meno a vincere è ancora lui. E volenti o nolenti, Marquez sarà ancora a lungo l’uomo da battere. E la stagione appena terminata avvalora ancora una volta di più questa affermazione.
INIZIO DIFFICILE
Ricordiamoci che Marquez non era partito bene, con la Yamaha e Maverick Vinales vincitori delle prime due gare ed apparentemente lanciatissimi. La Honda, intanto, faceva i conti con problemi di messa a punto e certe “incomprensioni” nell'impiego delle gomme Michelin. “Ora posso confessare che la prima parte è stata molto dura - ha raccontato al galà di premiazione dei campioni 2017 - Dopo il Montmelò il mio barbiere mi disse che perdevo i capelli a ciocche. Era colpa dello stress. Ho capito che dovevo cambiare il modo di affrontare le gare”. E lui lo ha fatto, sia grazie al prezioso aiuto giunto dai box (dove tecnici e ingegneri l'hanno supportato correggendo l'elettronica e migliorando la trazione di una Honda non impeccabile), sia grazie alla sua testa da campione. La piena maturità gli ha insegnato a capire quando accontentarsi, dove altre volte avrebbe rischiato per pura irruenza. Qualità, che unita al talento innato, hanno prodotto il campione completo che è oggi. Con sei successi si porta a casa un titolo importante conquistato all'ultima gara. Onore a Marquez e onore anche al rivale più concreto di questa stagione, Andrea Dovizioso. Che ha messo a dura prova il campione spagnolo battendolo addirittura nel corpo a corpo nel finale di gara. Una soddisfaziobe che pochi piloti possono vantare.
CADUTE INDOLORI
Marquez in questa stagione non è stato immune dagli incidenti di percorso: ha collezionato 27 cadute nell'arco del 2017, ma solo due di queste (in Argentina, mentre era primo, ed in Francia) gli sono costate punti. Al terzo ritiro l'ha costretto il cedimento del motore della sua RC213V, a Silverstone. Nelle altre 15 gare non è mai arrivato più indietro del sesto posto. Senza quei tre passaggi a vuoto, sarebbe succeduto a se stesso con ampio anticipo.
(C.Bene)
Come Geoff Duke, Jim Redman e Klaus Enders. Uno in più di Anton Mang, Michael Doohan e Jorge Lorenzo. I sei titoli iridati, di cui ben quattro in MotoGP, di Marc Marquez rendono manifesta – se ce ne fosse ancora bisogno – la grandezza non di un pilota, ma di uno dei piloti più forti di tutti i tempi. L'impressione, a 24 anni compiuti a febbraio, è che questo alloro iridato conquistato a Valencia non sarà l'ultimo. La sensazione è che, in una stagione dove la sua Honda è stata meno perfetta del solito, lo spagnolo ha sempre colmato il gap. Che piaccia o meno a vincere è ancora lui. E volenti o nolenti, Marquez sarà ancora a lungo l’uomo da battere. E la stagione appena terminata avvalora ancora una volta di più questa affermazione.
INIZIO DIFFICILE
Ricordiamoci che Marquez non era partito bene, con la Yamaha e Maverick Vinales vincitori delle prime due gare ed apparentemente lanciatissimi. La Honda, intanto, faceva i conti con problemi di messa a punto e certe “incomprensioni” nell'impiego delle gomme Michelin. “Ora posso confessare che la prima parte è stata molto dura - ha raccontato al galà di premiazione dei campioni 2017 - Dopo il Montmelò il mio barbiere mi disse che perdevo i capelli a ciocche. Era colpa dello stress. Ho capito che dovevo cambiare il modo di affrontare le gare”. E lui lo ha fatto, sia grazie al prezioso aiuto giunto dai box (dove tecnici e ingegneri l'hanno supportato correggendo l'elettronica e migliorando la trazione di una Honda non impeccabile), sia grazie alla sua testa da campione. La piena maturità gli ha insegnato a capire quando accontentarsi, dove altre volte avrebbe rischiato per pura irruenza. Qualità, che unita al talento innato, hanno prodotto il campione completo che è oggi. Con sei successi si porta a casa un titolo importante conquistato all'ultima gara. Onore a Marquez e onore anche al rivale più concreto di questa stagione, Andrea Dovizioso. Che ha messo a dura prova il campione spagnolo battendolo addirittura nel corpo a corpo nel finale di gara. Una soddisfaziobe che pochi piloti possono vantare.
CADUTE INDOLORI
Marquez in questa stagione non è stato immune dagli incidenti di percorso: ha collezionato 27 cadute nell'arco del 2017, ma solo due di queste (in Argentina, mentre era primo, ed in Francia) gli sono costate punti. Al terzo ritiro l'ha costretto il cedimento del motore della sua RC213V, a Silverstone. Nelle altre 15 gare non è mai arrivato più indietro del sesto posto. Senza quei tre passaggi a vuoto, sarebbe succeduto a se stesso con ampio anticipo.