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Beta Urban 200

MariaVittoria Bernasconi il 11/06/2012 in Prove della redazione
Beta Urban 200
Beta Urban 200
199 cc / Potenza nd / 1 cilindro vert. / Euro 3
€ 4150 c.i.m.

Con la moto della Casa fiorentina tra palazzi storici e angoli suggestivi del capoluogo lombardo

Sgattaiola tra i panettoni di cemento, salta dai marciapiedi, scivola rapida tra specchietti e portiere: la Beta Urban 200 è sottile come una cavalletta e agile nel traffico come solo chi è nato in città sa essere. Lei è abituata alle code di auto e le sospensioni sono fatte per il pavé che a Milano, dove l'abbiamo testata, non manca mai di farsi sentire. La prova segue un preciso itinerario pensato anche per chi arriverà in città all'inizio di novembre, per visitare l'atteso Salone della Moto. Sotto il cielo stellato, con la suggestione delle luci di notte guidiamo fino al sorgere del sole, quando la città si sveglia: la partenza non poteva che essere dalla «bela Madunina», proprio davanti al Duomo, nella grande piazza-salotto da cui si diramano tutte le principali strade della città. La facciata della Cattedrale di Milano, in marmo di Candoglia, è di per sé un'attrazione unica: in Europa non esiste altro esempio simile di stile gotico a terrazze. Proprio accanto al Duomo c'è Palazzo Reale, con le sue mostre internazionali di arte: la piazza è tutta pedonale, quindi occorre posteggiare all'incrocio tra la sottovia Mercanti e via Mengoni.

In moto dappertutto

Milano è una ragnatela di vie strette e contorte, tagliate a tratti da grandi direttrici, le circonvallazioni. E la piccola Beta Urban le può percorrere tutte: infatti la maggior parte delle preferenziali sono aperte alle due ruote e in tangenziale con i 200 cc si può circolare in scioltezza. Il centro storico in particolare, riservato a caro prezzo ai possessori di Ecopass, è l'ambiente ideale dove muoversi in moto: le due ruote non pagano e non hanno limitazioni d'orario. Dalla piazza del Duomo ci si spinge verso l'ampia via Manzoni, girando verso piazzetta Belgioioso. Qui lo stile liberty impera e di notte in via degli Omenoni ci si può strabiliare davanti alle grandi statue che spuntano dalla facciata del palazzo omonimo, importante sia per l'architettura elaborata sia come primo custode del prezioso codice Atlantico di Leonardo da Vinci. Si prosegue verso via Manzoni per sostare in piazza della Scala dove fa bella mostra di sé proprio la statua del grande Leonardo, rivolto verso la facciata del Teatro alla Scala. Alle sue spalle si ergono il cinquecentesco (ma rimaneggiato nel XIX secolo) Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, e l'ingresso della famosa Galleria Vittorio Emanuele II.

Dal centro alla periferia

La Urban 200, percorrendo via Manzoni, mostra un'ottima risposta delle sospensioni: il pavé e le rotaie qui s'intersecano senza soluzione di continuità. La taratura sia all'anteriore sia al posteriore regala un buon comfort, peggiorato però dalla sella. Questa, sulla scia delle sorelle da trial e moto alpinismo, è troppo sottile e compatta: bastano un paio d'ore per desiderare un cuscino. Il nostro viaggio continua verso via Palestro che confina con i giardini pubblici dove, se si potesse circolare, la Beta Urban si troverebbe a suo agio con i suoi pneumatici leggermente tassellati. Ma nel parco si può entrare solo a piedi per una passeggiata e la visita al Museo di Storia Naturale e al Planetario Hoepli. Da via Palestro si gira in corso Venezia e ci si ferma ai due semafori: la frenata della Urban è modulabile e immediata anche se ci si deve abituare alla sospensione anteriore che, con pinzate un po' energiche, affonda con una certa rapidità. In coppia, poi, anche l'ammortizzatore fatica a digerire il maggior peso sulle sconnessioni più accentuate. Inoltre, per il passeggero la sella non solo è poco imbottita, ma anche più stretta.

Optional da...shopping

Seguendo la cartina, da riporre nella comoda e pratica borsa laterale - optional realizzato in collaborazione con Tucano Urbano - si prosegue verso una delle vie dello shopping, corso Buenos Aires. Qui la Beta fa bella mostra di sé davanti alle vetrine scintillanti di ogni mercanzia. Avremmo, però, apprezzato un po' più di attenzione ai dettagli non sempre impeccabili: gli adesivi si sono staccati dopo nemmeno 500 km di tachimetro. La strumentazione segna la velocità, i chilometri parziali e totali e comprende le spie principali. Quella della benzina non c'è e ad avvisare c'è lo scoppiettio tipico della fine del carburante: basta girare la levetta - facile da trovare - e si entra in riserva. La prossima destinazione è un angolo un po' sconosciuto: il naviglio della Martesana, che unisce viale Monza a via Melchiorre Gioia ed è vestigia del passato «acquatico» della città meneghina. Un tempo, infatti, tutto il centro storico era solcato da canali più o meno navigabili che univano Milano ad altre città lombarde, come Pavia e Abbiategrasso per arrivare sino al lago Maggiore. Di quel passato, ricoperto con terra e asfalto sono, rimaste poche testimonianze e quella della Martesana è da non perdere. La Urban 200 si districa veloce tra i vicoli e le strade a senso unico che portano verso Melchiorre Gioia e la zona del Cimitero Monumentale. Il propulsore ronza preciso e non perde colpi: ottima la ripresa, mentre in allungo spinge piano, fino a toccare (in autostrada) i 125 km/h di tachimetro.

Tra lapidi e fossati

Parlavamo del Cimitero Monumentale, una meta insolita ma spettacolare, con mausolei e statue dei più grandi esponenti di spicco di Milano. Passeggiare tra i viali alberati e silenziosi di questo luogo sacro e denso di memorie è un vero tuffo nel passato, riservato a chi non è suggestionabile. Lasciato il grande piazzale del Monumentale, arriva il turno di un passaggio davanti alla facciata maestosa della Stazione Centrale e a quella specchiata del Pirellone, sede della Provincia di Milano. Questo incrocio è un viavai controverso: si mescolano varie etnie, si fermano viaggiatori e pendolari, accattoni e manager in doppiopetto. Un consiglio: tenete la moto sott'occhio. In un attimo si è di nuovo in centro, al Castello Sforzesco, altra «cartolina» obbligata della città. Qui si è sovrapposta la storia di Milano, nelle demolizioni e ricostruzioni di questo castello, edificato nella metà del 1300 come rocca difensiva da Galeazzo II Visconti. Poi arrivarono gli Sforza, seguiti dai francesi, dagli spagnoli e dagli austriaci, tutti a modificarne la struttura. Fino ai primi anni del 1900, quando venne consegnato definitivamente ai cittadini: oggi accoglie numerosi musei con collezioni archeologiche, d'arte e di storia della città. La moto attende docile la fine della visita e si accende alla leggera pressione del pulsante di avviamento. Se la batteria facesse le bizze nessun problema, la Urban porta con sé un retaggio offroad facile da azionare: la pedivella. Questa Beta piace per la sua semplicità di utilizzo che ritroviamo anche nel cambio, dagli innesti morbidi e precisi. Inoltre, da guidare è immediata e poco impegnativa, con una ciclistica equilibrata che non si scompone né in ingresso né in uscita di curva. L'ultimo tratto di itinerario da percorrere e corso di Porta Ticinese, pedonale e aperta solo a mezzi pubblici e moto. La sosta è al Parco delle Basiliche, alle Colonne di San Lorenzo e ancora più avanti in piazza Sant'Eustorgio. Proprio accanto iniziano i navigli, perfetti per gustare la vita notturna milanese: qui la Urban si ferma perché il Naviglio Grande è solo pedonale, ma rimane pronta per ripartire alla volta della colazione con cappuccio e brioche.

Dati Tecnici

 
Beta
Urban 200

Motore

monocilindrico a 4 tempi, raffreddamento ad aria; alesaggio per corsa 66,0x58,2 mm; cilindrata 199,0 cc; rapporto di compressione 9,4:1. Distribuzione monoalbero a camme in testa con comando a catena e 2 valvole per cilindro. Alimentazione a carburatore. Capacità serbatoio carburante 6,0 litri (di cui 1,5 di riserva). Lubrificazione a carter umido.

Trasmissione

finale a catena (15/41). Frizione multidisco in bagno d’olio con comando meccanico. Cambio a cinque marce.

Ciclistica

telaio a doppia culla in acciaio; sospensione anteriore, forcella da 38 mm, escursione ruota 170 mm; sospensione posteriore, forcellone con monoammortizzatore regolabile nel precarico molla, escursione ruota 185 mm. Cerchi: anteriore 1,85x19”, posteriore 2,15x16”. Pneumatici: anteriore 80/100- 19M/C, posteriore 120/90-16M/C. Freni: anteriore a disco in acciaio da 245 mm e pinza a doppio pistoncino, posteriore a disco singolo in acciaio da 200 mm e pinza a singolo pistoncino.

Dimensioni

lunghezza 2010, larghezza 800, altezza sella 830, interasse 1345. Peso a secco 110 kg.

Prestazioni

nessuna

Prestazioni

Il commento del centro prove

Il motore poco potente della Beta Urban 200 non consente di raggiungere velocità di punta di rilievo e i dati registrati nelle diverse prove evidenziano prestazioni paragonabili a quelle di uno scooter di pari cilindrata, da cui non si discosta molto per la velocità rilevata sui 1500 metri. Rispetto a uno scooter, però, l’Urban nella prova di accelerazione spunta tempi minori soprattutto per il peso molto più contenuto. Merito anche del cambio, piuttosto preciso e rapido negli innesti, anche se duro nei passaggi tra un rapporto e l’altro: nelle cambiate bisogna essere decisi. Nella prova di sorpasso, invece, la poca potenza a disposizione non consente di spuntare dati interessanti, con spazi e tempi piuttosto lunghi. Nella prova di frenata la Beta Urban 200 evidenzia spazi di arresto non troppo contenuti, a causa di comandi un po’ spugnosi e anche dei pneumatici tassellati che offrono meno superficie d’appoggio rispetto a quelli stradali.

Curva di accelerazione

Beta Urban 200

Condizione della prova

Cielo sereno
Vento 2 m/s
Temperatura aria 28°C
Pressione atmosferica 1005 mb
Temperatura asfalto 43°C

Rilevamenti

 
Beta
Urban 200

RILEVAMENTI

Velocità a 1500 m con partenza da fermo (tempo) 110,0 km/h (39,11 s)

ACCELERAZIONE

0-400 m 19,5 s (101,5 km/h)
0-1000 m 40,2 s (106,8 km/h)
0-40 km/h 2,8 s (16,9 m)
0-80 km/h 8,7 s (121,3 m)

PROVA SORPASSO (nella marcia più alta)

50-90 km/h 13,4 s (265,7 m)

FRENATA (compreso tempo di reazione convenzionale pari a 1 s)

90-50 km/h 2,5 s (54,1 m)
50-0 km/h 2,7 s (26,4 m)

CONSUMO

Urbano 20,6 km/l
Extraurbano 24,1 km/l
Autostrada (130 km/h indicati) 21,3 km/l

PESO

In ordine di marcia e serbatoio pieno 114,0 kg
Distribuzione masse senza conducente (% ant./post.) 47,5/52,5
Distribuzione masse con conducente (% ant./post.) 43,5/56,5

Pagelle

 
Beta
Urban 200

In sella

3.5

L’ergonomia è ideale, con il manubrio posto a una altezza che va bene anche nel fuoristrada e le pedane non troppo alte.

Comfort

3.5

La sella è un po’ sottile e rigida e nemmeno tanto lunga, così in coppia si sta stretti, soprattutto il passeggero.

Dotazioni

2.5

C’è lo stretto necessario e nulla di più. Con la borsa laterale, in optional, si guadagna dello spazio. Manca però la spia della riserva.

Qualità percepita

3.0

È il punto debole delle Beta: gli adesivi si staccano ma i dettagli sono migliorati rispetto ad alcuni modelli precedenti.

Capacità carico

1.0

Praticamente nulla nella versione di serie (la borsa laterale in foto è optional).

Motore

4.0

Buono lo spunto e discreto l’allungo: questo piccolo monocilindrico è semplice nell’architettura e indistruttibile nell’utilizzo.

Trasmissione

4.0

Convincono in città sia il cambio - non troppo duro - sia la frizione morbida e resistente.

Sospensioni

3.0

Sui percorsi accidentati rispondono bene e filtrano le asperità dell’asfalto. La forcella è invece poco sostenuta nelle frenate brusche.

Freni

4.0

Buona la risposta dei freni nel tratto iniziale, poi diventa un po’ spugnoso. Tutto sommato per le prestazioni in gioco, entrambi i freni sono adeguati.

Su strada

5.0

In città è maneggevole e leggera e si adatta a tutti i livelli di esperienza dei piloti. Tra le curve, poi, è rapida e piuttosto precisa.

Versatilità

3.0

La cilindrata bassa e le prestazioni limitate non la rendono adatta ai lunghi tragitti. No all’autostrada - anche se i cc non la vietano - sì alle rotonde urbane, alle strade fuori città e... a quelle bianche, grazie alle sospensioni lunghe e ai pneumatici leggermente tassellati a spalla alta.

Prezzo

2.0

Il livello delle finiture col tempo è migliorato, però non sempre giustifica un prezzo per noi ancora un po’ salato.

Pregi e difetti

 
Beta
Urban 200

PREGI

Erogazione pronta e fluida, Comfort su strada, Uso in fuoristrada leggero

DIFETTI

Finiture migliorabili, Sella scomoda, Forcella cedevole

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