Anteprime
Aprilia Tuono V4 Factory: una SBK nuda!
La potenza è invariata ma la hypernaked di Noale ha fatto un passo in avanti sotto tutti i punti di vista... questa era la teoria, ma dopo averla guidata in pista a Misano è diventata una certezza
Ok. Sembra chiaro che a Noale hanno deciso di non metterla sul piano di “chi ce l’ha più lungo”. E infatti il nuovo forcellone della Tuono V4, più leggero e dalla splendida capriata inferiore, mantiene la lunghezza del precedente. Ma soprattutto non c’è alcun cedimento alla sirena delle superpotenze messe in campo dalle ultime concorrenti nella categoria Hypernaked, alcune addirittura oltre i 200 CV: i cavalli dichiarati da Aprilia restano gli stessi dal modello precedente (175 a 11.350 giri) per continuare a giocarsela sul piano dell’equilibrio generale e della fruibilità delle sue pur stellari prestazioni.
Evoluzione senza rivoluzione
Una scelta che, in tutti questi anni, si è del resto rivelata vincente visto che la naked veneta ha sempre occupato posizioni di vertice nelle classifiche di apprezzamento sia degli appassionati che della stampa specializzata, compresa la nostra comparativa hypernaked. E parliamo di molti anni davvero: anche senza andare indietro ai 19 passati dalla prima Tuono bicilindrica, sono ben 11 quelli trascorsi dall’apparire della versione dotata di motore V4 di derivazione RSV4.
Undici anni che sono serviti per affinare di volta in volta il progetto, mantenendolo sempre all’altezza delle dirette concorrenti e spesso qualcosa oltre, fino a far diventare la Tuono V4 una vera icona di categoria e, senza alcun dubbio, una delle moto più efficaci e gratificanti di tutti i tempi.
Doping free
Anche noi siamo rimasti un po’ stupiti dalla scelta di Aprilia di non aumentare la potenza massima della sua naked, come non sarebbe stato difficile vista la potenza mostruosa espressa dallo motore montato sulla RSV4. In effetti la Tuono non monta più la stessa versione del V4 veneto, perché è rimasto a 1.077 cc contro i 1.099 della sorella carenata (che ha guadagnato 1 mm di corsa). Sempre pazzescamente compatto e raffinato nelle soluzioni tecniche, il V4 guadagna comunque alcune migliorie, tra cui bicchierini delle molle valvole alleggeriti che hanno permesso di portare il limitatore da 12.500 a 12.800 giri; ovviamente poi il propulsore soddisfa ai requisiti Euro 5, grazie a un nuovo impianto di scarico con catalizzatore a matrice ceramica, più robusto e veloce ad entrare in temperatura. Confermati, come dicevamo, i dati di potenza e coppia: 175 CV a 11.350 giri e 121 Nm a 9.000 giri.
Arriva poi, a gestire motore e ciclistica, la nuova centralina elettronica Magneti Marelli 11MP, dalla maggiore capacità di calcolo per poter gestire i molteplici sistemi di ausilio che sono una vera e proprio bandiera tecnologica di Aprilia. Arrivato alla quarta generazione, il sistema APRC offre ora anche il controllo del freno motore impostabile su tre livelli ed integrabile alla mappa scelta dal pilota tra le sei disponibili. Tre dedicate all’uso stradale e tre dedicate all’uso in pista, delle quali due completamente personalizzabili. La più pistaiola versione Factory – che abbiamo avuto modo di provare tra i cordoli del circuito di Misano – è poi dotata di sospensioni Öhlins Smart EC 2.0, utilizzabili sia in modalità manuale che in modalità semi-attiva con tre mappe preimpostate, ma profondamente personalizzabili dal pilota. Ogni intervento di regolazione è ora molto più facile ed intuitivo grazie ai nuovi blocchetti elettrici e al nuovo pannello a colori TFT da 5”. Disponibile in opzione la piattaforma multimediale Aprilia MIA, che consente di impostare i settaggi direttamente dal proprio smartphone fino addirittura ad arrivare alla possibilità di una taratura curva per curva (“corner by corner”) per girare in pista equiparabile a quella di una vera moto da corsa.
Muscoli bene in vista
Inutile però girarci attorno: dopo tanti anni, la Tuono aveva anche bisogno di un tagliando estetico generale, e così è stato. Bello e aggressivo il cupolino e il faro anteriore ripresi direttamente da quelli della piccola 660. Fortissimo il family feeling dunque, ma se le mettete a fianco è impossibile sbagliarsi: a parte le differenze di telaio, motore, forcellone e scarico, la 1100 appare ben più muscolosa, grazie anche a serbatoio e codone trapiantati dalla RSV4.
Di conseguenza ci sono anche la sella più estesa in lunghezza e i fianchi serbatoio più scavati, mentre non è cambiata rispetto al MY20 l’azzeccata triangolazione, che prevede il giusto grado di sportività nella postura senza essere uno strumento di tortura. E come sulla RSV4, anche qui le ali anteriori trovano una collocazione più armonica con il resto del design della moto.
Uragano controllato
Ma è alla prova dei fatti che la nuova Tuono deve dimostrare di essere migliorata pur senza aver fatto ricorso alla classica soluzione dell’aumento di cavalleria. Così entriamo in pista a Misano con l’intenzione di capire quanto questa naked italiana sappia far divertire andando fortissimo e… beh, è ancora lei! Ah no, scusate, siamo passati subito alle conclusioni. È che questa Tuono si conferma la moto che adoriamo. Fin dai primi metri della corsia box il raglio del suo V4 stretto ci strappa un sorrisone sotto al casco: una colonna sonora da lacrime agli occhi.
Giusto un giro per rinfrescarci la memoria sulla sequenza di curve e al primo ingresso nel rettilineo box cerchiamo il fondo corsa del comando ride by wire. La Tuono spinge come un uragano, con una corposità ai medi regimi davvero da applausi. La soglia di intervento del limitatore più in alto permette, in alcuni punti, di non passare al rapporto successivo prima della frenata in ingresso curva. Certo le hyper più potenti si arrampicano con più brutalità sull’ultima parte del contagiri, ma questi 175 CV si manifestano con una puntualità da riferimento: la risposta al comando del gas è perfetta e definiremmo l’erogazione della potenza “burrosa”.
L'importante è (non) esagerare
La Tuono mantiene la capacità delle migliori Aprilia di far strada senza che il pilota si senta mai in balia delle sue elevatissime prestazioni. Il riferimento lo abbiamo perché qualche settimana prima, sullo stesso tracciato, eravamo scesi dalla RSV4 Factory con le idee un po’ centrifugate per via di prestazioni evidentemente non alla portata di tutti, specie se in mancanza di allenamento. Bene, con la Tuono è tutta un’altra musica. Si va davvero forte divertendosi con la metà della preoccupazione. I riferimenti delle frenate rimangono “umani” e la fatica, sia fisica che psicologica, non si fa sentire per molti giri.
La scelta di mantenere una potenza "limitata" permette di mettere meno in crisi la ciclistica, e il risultato è che tutto avviene con naturalezza ma sempre con un’efficacia pazzesca. Il setting delle sospensioni, che abbiamo utilizzato in modalità semi-attiva, è meno rigido di quello della RSV4 e i trasferimenti sono leggermente più avvertibili, complice il grip delle straordinarie Pirelli Diablo Superbike in mescola che mordono senza pietà l’asfalto romagnolo: gomme che permettono angoli ai limiti dell’incredibile e una precisione in percorrenza che dà subito assuefazione. I cambi di direzione sono velocissimi e perfettamente controllati, e andare a prendere il punto di corda è un gioco da ragazzi. La frenata non dà mai segni di affaticamento e la risposta alla leva anteriore è sempre perfetta.
Il mondo dell'equilibrio
Equilibrio, dicevamo. Perché è questa la vera carta vincente della Tuono V4 1100 Factory. Il mix vincente tra prestazioni elevatissime e un pacchetto ciclistico ed elettronico in grado di valorizzarle al massimo. Un’elettronica che si conferma allo stato dell’arte, con una resa sopraffina e una possibilità di intervenire sui settaggi quasi infinita. Ci rammarichiamo infatti di non avere tempo a sufficienza per poter giocare con ogni opzione disponibile. Quello che possiamo sicuramente dire è che il traction control – come ormai da tradizione regolabile anche in corsa tramite due pratici tasti sulla manopola sinistra – lavora sempre nell’ombra, e ne percepiamo la presenza solo quando volutamente andiamo a prendere in mano l’acceleratore con troppo anticipo. Il quickshifter ha logiche perfette per il tipo di moto, che rimane una naked sportiva pensata anche e soprattutto per l’uso stradale.
Quindi, a fine giornata, poco stanchi ma decisamente felici promuoviamo a pieni voti anche l’ultima fantastica versione della Aprilia Tuono 1100 Factory. Più bella da vedere e sempre dannatamente efficace da guidare. Siamo certi che nella nostra prossima comparativa delle Hypernaked saprà giocarsi ancora una volta le posizioni di vertice senza alcun timore reverenziale. A un prezzo fissato in 19.990 euro f.c. per la versione Factory e 16.990 euro per la RR, diventata con il MY20 ancora più confortevole per l'uso su strada.
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