Anteprime
Aprilia Tuono V4 1100 Factory, che libidine!
Niente bevande adrenaliniche con la Tuono, ci pensa lei a far battere veloce il cuore... se ci sali ti trasmette una libidine così forte e immediata che ti vien voglia di comprarla all'istante
Mi piace. La desidero. No, di più: la voglio! Con l’Aprilia Tuono V4 1100 Factory è così, se ci sali ti trasmette una libidine così forte e immediata che ti vien voglia di comprarla all’istante. Certo, c’è lo scoglio del prezzo non proprio popolare di 19.190 euro chiavi in mano che fa venire le palpitazioni e il tremolio al momento di cliccare “conferma” per il bonifico online (o di porre la firma sull’assegno per i più nostalgici). Si può sempre prendere la Tuono V4 1100 RR (16.290 euro c.i.m), ma basta chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare dalla fantasia perché il sogno diventi realtà.
Un sogno
Perché è un sogno guidare la Tuono: a parte la KTM 1290 Super Duke R, non c’è moto paragonabile alla streetfighter italiana: telaio doppia trave e forcellone entrambi in alluminio che trasmettono forza e hanno quel non so che da reparto corse. Poi c'è il codino, compatto e filante sparato verso il cielo, il manubrio largo da stringere come le corna di un toro e, sopra a tutto, quel diavolo di V4 di 65° da 1.077 cc: un motore che per la Tuono tira fuori 175 CV e 121 Nm di coppia massima, ma che sulla sorella RSV4 1100 Factory arriva addirittura a 217 CV! Tanta roba. Ma anche troppa per tanti e, soprattutto, per molte delle nostre strade, strette, malconce, trafficate, sporche e non sempre scorrevoli, dove si finisce per guidare con poca fluidità tra un’accelerata in uscita di curva e una staccata in ingresso. Per noi umani, sfruttare l’enorme potenziale del propulsore è impensabile se non chiudendo le strade al traffico e il cervello: in ogni marcia la Tuono sfoggia un’elasticità da spavento (una leggera incertezza quando si riprende il gas al minimo nelle marce alte), la lancetta scala rapida la parete del contagiri nonostante i rapporti lunghetti e in un amen ci si ritrova a volare, accompagnati dallo scoppiettio dello scarico a ogni inserimento di marcia. Anche se a dare libidine è la doppietta in scalata, grazie anche a un quickshift preciso e svelto come quello di una superbike. Anche la prima entra bene.
Adrenalina pura
Niente bevande adrenaliniche con la Tuono, ci pensa lei a far battere veloce il cuore. Se si vuole tenere un ritmo allegro andante ci vogliono concentrazione e nervi saldi e lei ripaga facendovi sentire come un pilota vero, imbattibile ed efficace. Perché questa supernaked è quello che è, un attrezzo che sposta l’asticella dell’efficacia ai massimi livelli. L’acceleratore elettronico risponde esattamente come ci si aspetta e in proporzione a come glielo si dà: dolcemente se si ruota la manopola con calma, con un calcio nel didietro se si vuole provare l’ebbrezza delle partenze a razzo. Il V4 1100 è un po' pigro fino ai 3.500 giri (nei tornanti i stretti si mette la prima, se si vuole uscire forte) poi è un crescendo unico di muscoli e suono gutturale, con un leggero ulteriore cambio ai 10mila. Bam, bam, bam, le marce vanno messe tra gli 11 e i 12.000 giri se la strada è libera (il limitatore è a. 12.300 giri). Se no si può guidare in sottocoppia intorno ai 6-7.000, tanto si sta già andando discretamente forte.
Aprilia Tuono V4 1100 RR Factory la prova su strada
Destra, sinistra e ancora destra, l'agilità non manca e i 209 kg in ordine di marcia svaniscono. Ma soprattutto la Tuono trasmette fiducia, tanta fiducia, grazie all'avantreno granitico, dove il binomio sospensioni elettroniche Öhlins Smart EC 2.0e pneumatici Pirelli Diablo Supercorsa SP merita un 10 e lode. Svelta e allo stesso tempo progressiva e intuitiva, grazie anche all'ammortizzatore di sterzo elettronico, la naked italiana punta alla corda di ogni curva senza incertezze, con la forcella che affonda nel primo tratto per poi diventare più solida. Le regolazioni sono molto sensibili, così basta cambiare mappa o modificare i parametri di partenza (potete anche impostarla in "manuale" e agire sui settaggi come fosse una forcella tradizionale, perdendo, ovviamente, l'adattamento automatico dell'idraulica) per ricercare maggiore sostegno o comfort, ma senza rinunciare alla scorrevolezza sulle imperfezioni facendoti sentire la ruota anteriore in mano. Il mono ha invece una taratura di base più dura, a vantaggio del grip e della neutralità della ciclistica quando si dà gas in uscita di curva.
Per ultimi la frenata e la posizione di guida. Per quanto riguarda la prima, che sfrutta un ABS di tipo cornering, l'unico aggettivo che viene da usare è... perfetta: l'attacco non è aggressivo, il comando ha una modulabilità invidiabile e poi, quando serve, c'è tutta la cattiveria per le staccate assassine. Convincente anche la seduta, con il pilota che non è affogato nella moto, il manubrio non troppo alto né troppo lontano e le pedane, giustamente, alte: i 40° d'inclinazione vengono facili, i 45-48° arrivano prendendo le misure e il resto è un di più reso possibile dalla fiducia che si vuole dare al mezzo. Perché il limite, con la Tuono, è vostro, non della moto.
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