Anteprime
Kawasaki Ninja ZX-6R: non solo PISTA
Sportiva vera ma non estrema, una soluzione che potrebbe riportare in sella tanti amanti dei mezzi manubri. Ecco il perché di questo gradito ritorno
I semimanubri vi creano un irresistibile prurito alle mani ma le moderne superbike targate sono troppo estreme? Nessun problema, Kawasaki (ri)propone un pezzo forte della sua gamma, la Ninja ZX-6R con cilindrata da 636 cc, uscita dai listini nel 2016. Dalla prima versione con motore “maggiorato” nata nel 2002, con un record di immatricolazioni di quasi 4.000 pezzi nel 2005, questa sportiva ha vissuto prima una rivoluzione, diventando più compatta ed estrema, e poi una costante evoluzione.
Come è fatta
Ora, come anticipato, il ritorno con un m.y. 2019 irrompe prima di tutto con un nuovo look. E un frontale che richiama la ZX-10R. I sottili fari a LED sovrastano due leggeri accenni di spoiler mentre la coda ha ora un andamento più moderno. Il telaio perimetrale pressofuso in alluminio sorregge il quattro cilindri in linea da 636 cc che eroga 130 CV e una coppia massima di 70,8 Nm a 11.000 giri. Azzeccata la scelta di accorciare i rapporti con la trasmissione finale che passa da 43/16 a 43/15 per avere una più pronta risposta anche ai regimi intermedi, da sempre la nota dolente dei 4 cilindri 600 sportivi. Le sospensioni sono completamente regolabili, con la forcella Showa SFF-BP che ha i registri separati tra stelo destro e sinistro. L’impianto frenante vede due pinze monoblocco anteriori Nissin con montaggio radiale, che mordono dischi da 310 mm.
Bene anche su strada
Per il press test della Ninja ZX-6R, Kawasaki ha organizzato una prova divisa tra un giro pieno di curve su strada e mezza giornata tra i cordoli dell’Autodromo di Modena. E alla fine della prima parte di test siamo piacevolmente sorpresi. Nonostante l’impronta sportiva, la posizione in sella non è delle più affaticanti. Certo, i polsi sono abbastanza caricati e i semimanubri costringono ad una guida distesa sul serbatoio, però tutto sommato la ZX-6R non è uno strumento per fachiri.
Si lascia condurre con facilità grazie anche all’erogazione progressiva e corposa del motore ai medi regimi, che permette un ridotto uso del cambio. I 36 cc in più in questo frangente si sentono rispetto a una 600 pura (come ad esempio la Yamaha YZF-R6), grazie anche ai rapporti corti, che però rendono la prima marcia utile solo per partire da fermo. Morbido il comando della frizione e decisamente preciso, svelto e morbido il cambio elettronico, che funziona solo per salire di rapporto e dopo i 2.500 giri indicati.
Tra le curve la ZX-6R è molto gustosa, facile ed intuitiva. Raggiunge il punto di corda senza alcuna esitazione e cambia direzione in maniera rapida, senza alcuno sforzo per il pilota. L’avantreno della Ninja segue la linea impostata con un rigore straordinario, permettendo di correggere possibili errori di valutazione senza problemi. La frenata è correttamente tarata per l’uso stradale, con l’attacco delle pastiglie sul disco non particolarmente aggressivo. Ma è arrivato il momento di indossare la tuta e vedere di che pasta è fatta veramente la Ninja ZX-6R in pista.
Animale da cordoli
Il Circuito di Modena è uno di quelli particolarmente tortuosi, con brevi allunghi che non ci permettono di raggiungere velocità importanti. Poco male, la Ninja con i suoi 196 kg dichiarati, è perfetta per danzare tra le curve senza essere mai stancante. Appena appoggiata la quinta marcia sul rettilineo dei box è il momento di attaccarsi ai freni.
L’ABS sportivo lavora in maniera corretta risultando sempre poco invasivo. Solo esagerando con il freno posteriore si sentono brevissimi tagli, che non inficiano l’ingresso in curva. Peccato che dopo diversi giri tirati la corsa della leva del freno tende ad allungarsi un po’.
La frizione antisaltellamento permette scalate assassine senza significative variazioni di assetto. Esaltante sentire il motore divorare la scala del contagiri fino a poco prima dell’intervento del limitatore e il successivo scoppio dallo scarico quando inseriamo il rapporto successivo. In percorrenza di curva l’avantreno si conferma granitico, segue sempre la linea impostata e quando le curve sono strette e gli angoli di piega accentuati, non si ha mai la sensazione che chiuda. Un rigore da 10 in pagella. La potenza è gestita da un traction control settabile su tre livelli (con il mode 3 più conservativo) e, all’occorrenza, disattivabile. Ci sono anche due mappe motore, full power e low power, con quest’ultima utile su strade con scarsa aderenza.
Una moto per molti
Abbordabile nell’uso, non così estrema come una 1000, la ZX-6R costa anche molto meno rispetto alle “superbike targate”: è in vendita a 12.090 euro nella grafica monocolore ai quali vanno aggiunti 200 euro per la colorazione Kawasaki racing verde-nero.
Dati tecnici
Motore
4 cilindri frontemarcia, 636 cc
alesaggioXcorsa 67X45,1 mm
raffreddamento a liquido
rapporto di compressione 12,9:1
distribuzione bialbero
4 valvole per cilindro
iniezione elettronica
con 4 corpi farfallati
da 38 mm
lubrificazione a carter umido
Trasmissione
finale a catena (15/43)
frizione multidisco in bagno d’olio con comando meccanico e antisaltellamento
cambio a 6 rapporti
con comando elettroassistito
Controlli elettronici
gestibili dal pilota
Mappe motore, traction control
Ciclistica
telaio a doppia trave in alluminio
inclinazione cannotto di sterzo 23,5°
avancorsa 101 mm
forcella rovesciata da 41 mm tutta regolabile
forcellone in alluminio
monoammortizzatore tutto regolabile
escursione 120/151 mm
Freni
ant. 2 dischi da 310 mm
pinze ad attacco radiale a 4 pistoncini
post. disco da 220 mm
pinza a 1 pistoncino, ABS
Pneumatici
ant. 120/70-ZR17
post. 180/55-ZR17
Dimensioni (mm)
lunghezza 2.025 - larghezza 710
interasse 1.400 - altezza sella 830 mm
serbatoio da 17 lt
peso in ordine di marcia 196 kg
Prestazioni dichiarate
95,6 kW (130 CV) a 13.500 giri
70,8 Nm (7,2 kgm) a 6.500 giri
Colori disponibili
Verde-nero, nero
Pregi e difetti
Pregi
Guida
Posizione in sella
Difetti
Quickshift solo a salire
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