Anteprime
Husqvarna Svartpilen 701, real street
Essenziale e dal design che non passa inosservato, la nuova Husky in città trotterella alla grande, ma è capace di stupire lontano dal centro urbano: è lì che guidandola inizia la vera goduria
C’è chi insegue una traccia già segnata e chi invece decide di inventare la propria rotta: Husqvarna ha scelto la seconda opzione. E del resto non aveva scelta, perché per poter fare anche nel settore stradale un rumore equiparabile a ciò che l’Husky del nuovo corso è stata capace di fare nel mondo del fuoristrada, che da sempre è il suo mondo, ci voleva qualcosa che non fosse omologato, che non scimmiottasse ciò che sul mercato esisteva già. Qualcosa che partendo da un foglio bianco sapesse stupire staticamente, ma che all’atto pratico risultasse convincente anche dal punto di vista dinamico. Qualcosa di semplice ma ricercato, di essenziale ma raffinato, al limite della esclusività. Un prodotto capace (ri)scatenare pulsioni interiori, magari sopite. Una moto essenziale quindi, ma dotata di tutto ciò che serve per il più puro piacere di guida.
Svartpilen 701 la prova
La Svartpilen 701 è l’ultimo tassello della gamma “real street” marchiata Husqvarna, quello che, più di tutti, è in grado di far girare la testa, almeno per chi scrive. La moto è di una bellezza profonda, a tratti anomala, di certo differente. Mescola le linee tese del serbatoio con quelle più morbide della coda, unisce l’eleganza del design scandinavo alla sportività americana del flat track, a cui si ispira profondamente grazie a un pannello laterale sul lato destro, a una piega del manubrio molto off e a un portafaro che sembrano arrivare direttamente da un tracciato ovale. E poi è nera, elegantissima, come se una colata lavica l’avesse ricoperta. Elementi di sportività e di eleganza, tenuti insieme da un’unica cosa: la semplicità del design, la purezza.
Design scandivano, sostanza austriaca
Dentro il telaio in acciaio è imbrigliato un raffinato motore mono con singolo albero a camme in testa ma doppio contralbero per smorzare le vibrazioni: il 690 austriaco si abbevera da un gigantesco corpo farfallato da 50 mm, ha due pompe dell’olio per la lubrificazione, quattro valvole e due candele per migliorare l’accensione visto l’alesaggio del gigantesco pistone da 105 mm. Un motore che rappresenta ormai una unicità – il gruppo KTM è rimasto l’unico a continuare a sviluppare mono ad alte prestazioni – dotato di trattamenti DLC, leggero sulla bilancia, maledettamente prestante e capace di girare in alto come un bicilindrico, considerando i 75 CV a 8.500 giri.
È poi dotato di frizione antisaltellamento APTC e di una dotazione elettronica per scelta misurata: sì all’acceleratore ride by wire, al controllo di trazione, ai fari a led e al quick shift al cambio; no ai riding mode, a infinite mappature e ad ABS cornering, esasperazioni tecniche poco inclini alla filosofia di questa moto.
Dotato anche il pacchetto sospensioni WP con ben 150 mm di escursione sia anteriore che posteriore: la forcella ha comode regolazioni separate degli steli (in quello a sinistra si regola la compressione, in quello a destro il ritorno) e il mono è regolabile sia in estensione che in compressione.
Husqvarna Svartpilen la prova
Il giro organizzato dagli uomini Husqvarna è maledettamente completo: città, strade a scorrimento veloce alternate a toboga naturali dove poter guidare davvero e, per non farsi mancare niente, un bel nastro d’asfalto sottobosco stretto, rovinato e sporco dove poter ascoltare l’animo più polveroso della Svartpilen.
Si parte dal centro di Lisbona. In sella il primo riscontro è immediato: gambe leggermente piegate e arretrate, sella abbastanza alta da terra e mediamente dura (835 mm) e manubrio da flat piegato all’indietro e vincolato alle piastre da cavallotti rialzati. Ci si sta bene sopra, senza inutili affaticamenti e con il busto proiettato in maniera naturale verso l’anteriore. In città si trotterella alla grande, ma si capisce subito che pur regalando buone sensazioni tra i quartieri più belli della capitale portoghese questa Husky è capace di stupire lontano dal centro urbano. In sella il mix di sensazioni è evidente: si vivono nello stesso momento intrecci di flat track, naked, cafe racer e motard mescolati in maniera originale per un prodotto a suo modo unico.
Pur esposti tanto all’aria i rettilinei che ci portano verso Cabo da Roca, nel punto più occidentale dell’Europa, vengono digeriti in lampo. Ma è quando si inizia a guidare sul percorso misto – con il grande plus di un asfalto impeccabile - che inizia la vera goduria. Già, perché in un mondo stracolmo di moto dalla grande potenza e dal grande peso ci siamo quasi dimenticati di quanto sia bella la leggerezza, la semplicità, la purezza della guida senza filtri e senza apprensione fisica e mentale. E questa Husqvarna è così, pura. Comunicativa da non poterci credere. Nel misto è capace di grandi cose: la ruota anteriore da 18 pollici le regala grande direzionalità, mentre le gomme Pirelli MT 60 RS una fluidità nello scendere in piega da riferimento. Nei destra-sinistra in successione è una lama e nelle lunghe curve anche a moto molto inclinata puoi farle fare quello che vuoi: puoi piegare ancora un po’ di più, puoi correggere senza paura se sei un po’ lungo in curva, il tutto senza patemi. Ed è questo il bello della leggerezza.
Parte del merito di un pacchetto dinamico così coinvolgente va al motore, semplicemente spaziale. È vero, sotto i tremila giri strappa quando vai a richiamarlo con il gas, e vibra anche un po’ agli alti (ma mai in maniera fastidiosa), ma sarebbe strano se così non fosse visto che parliamo di un mono con un pistone dal diametro immenso. Superato quel regime di giri, però, si ha in mano qualcosa di pazzesco: esplosivo ma lineare, pieno di corpo e con un allungo degno di un bicilindrico di sostanza, questo mono permette di tenere senza problemi la marcia tra una svolta e l’altra: arrivi in prossimità della curva, scali un rapporto, pieghi tanto in maniera naturale e riprendi in mano il gas, ti godi il motore che prende i giri quasi come una moto da cross, spari dentro una marcia senza toccare la frizione e senza pelare il gas, oppure la tieni se la prossima curva è vicina, tanto il monoalbero spinge fino ai 9mila giri!
Grande nota di merito va anche al pacchetto frizione/cambio: quest’ultimo ha la corsa corta, è preciso ed è assistito in maniera magistrale dal quick shift, che lavora egregiamente sia ai bassi che agli regimi e sia in scalata che a salire. In generale, inoltre, tutti i comandi hanno un’ottima usabilità, a partire da quello della frizione, morbidissimo e sempre preciso. Ok anche i freni, con l’anteriore potente ma non eccessivo (disco singolo Brembo da 320 mm con pinza radiale a quattro pistoncini) e il settaggio dell’ABS mai invasivo. Di qualità le sospensioni: un po’ secco il mono, soprattutto nella guida in città, sostenuta la forcella, anche se la lunga escursione genera un leggero trasferimento di carico nelle frenate più decise; la WP è comunque un gran prodotto e grazie alle pratiche regolazioni ognuno riesce a trovare la quadra giusta per la propria andatura. Abbiamo apprezzato non poco i 150 mm di escursione – valore abbastanza elevato per una stradale – quando i levigati nastri d’asfalto sono stati sostituiti dalle rovinate “back road” portoghesi; notevoli, in questa situazione gravel, anche le Pirelli MT 60 RS capaci di garantire molto più feeling e sicurezza rispetto a una gomma stradale pura.
Husqvarna Svartpilen 701 pregi e difetti
In un quadro magico i nei sono un dettaglio. Il primo: i blocchetti elettrici, che avremmo preferito di una qualità percepita superiore e sprovvisti del pulsante di passing. Il secondo: il portatarga massiccio da endurona, distante anni luce da una moto che fa della pulizia delle linee e dell’essenzialità il suo orgoglio (per fortuna è previsto un optional ad hoc).
Husqvarna Svartpilen 701 i prezzi
Come è naturale che sia la Svartpilen 701 è disponibile solo in colore nero e, mentre scriviamo, sta arrivando nelle concessionarie di tutta Italia (a giugno debutterà anche una versione chiamata Style, più ricca e di colore grigio). Non costa poco questa 701 (10.350 euro f.c.), però è un prodotto raffinato e unico nel panorama del mercato moto, sia per la linea sia per il carattere. Per chi scrive è il mezzo più maturo e centrato nella gamma “real street” dell’Husqvarna del nuovo corso, un nuovo paradigma che sta portando il marchio di origini svedese a macinare record su record: dagli 11mila pezzi del 2013 (primo anno della gestione KTM) Husqvarna punta a sfondare le 50mila unità nel 2019. E siamo certi che anche la Svartpilen 701 sarà una protagonista nel raggiungimento di tale risultato.
Per inserire un commento devi essere registrato ed effettuare il login.