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Yamaha MT-07

Christian Cavaciuti il 27/02/2018 in Anteprime

È la seconda moto più venduta in Europa, e sebbene il suo gradimento non accenni a diminuire la Casa giapponese la aggiorna con un riuscito "face lift", che conserva le qualità di questa naked e il suo imbattibile rapporto qualità/prezzo

Yamaha MT-07
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Dopo un paio d’anni di riflessione, nel 2014 Yamaha lanciò la sua controffensiva alla crisi con la serie MT, che da nicchia passò ad essere la spina dorsale della gamma. Le MT furono (e sono tuttora) presentate con grande enfasi come uscite dal “Dark Side of Japan”, la parte meno educata e razionale della cultura nipponica. La parte notturna, anticonformista e ribelle.
Cupe e anticonformiste le MT lo sono davvero, perlomeno nelle scelte estetiche; e la scommessa è riuscita, visto che insieme alle loro derivate - XSR e Tracer - sono subito balzate ai vertici delle preferenze dei clienti, arrivando a pesare più della metà delle Yamaha vendute in Europa. Specie la MT-07, un successo immediato e trasversale.

La MT-07 è un caso abbastanza atipico proprio perché il suo gradimento è stato non solo altissimo, ma anche costante nel tempo: circa 17.000 pezzi venduti in Europa in questi quattro anni di presenza sul mercato, e sul secondo gradino del podio continentale dopo la BMW GS. Quando si è trattato di rinnovarla, così, la razionalità nipponica ha ripreso il sopravvento, e il leit motiv imposto ai progettisti e ai designer è stato l’equivalente giapponese del nostro “squadra che vince non si cambia”.

Le novità della Yamaha MT-07 2018

La MT-07 in versione 2018, quindi, ha ricevuto ritocchi ancora meno evidenti della sorellona MT-09, che l’ha preceduta di un anno sia al debutto che nel restyling, avvenuto a fine 2016. Non ci sono praticamente modifiche tecniche a parte sospensioni KYB appena più sostenute, con olii più viscosi e molle irrigidite (+6% per la forcella, sempre a steli tradizionali da 41 mm, e +11% per il mono). Il grosso sono modifiche alle sovrastrutture, che cambiano più di quanto sembri a prima vista: nuovo il faro (è quello della MT-09 prima serie), il parafango anteriore in pezzo unico, il serbatoio ora più corto, muscoloso e affiancato da nuove prese d’aria. Il codino ha fianchetti più sviluppati, integra una diversa luce led e supporta un portatarga più snello. La sella è sempre in due parti, ma entrambe le porzioni sono più sviluppate in lunghezza per garantire un maggior comfort. Invariato il resto, con la strumentazione tutta digitale monocromatica, il telaio a diamante in tubi (mascherati ai lati da cover in plastica) e il pregevole forcellone in alluminio, che ospita un largo pneumatico 180/55.

Il risultato è una moto immediatamente riconoscibile, ma ora più accattivante grazie soprattutto al faro e al serbatoio più importante, che riprende le linee oblique del logo “MT” ed è valorizzato dalle prese aria più vistose. Il tutto senza far lievitare il prezzo, che resta inferiore ai 7.000 euro su strada e che è sicuramente un elemento centrale per il successo di questo modello.

La prova su strada

Il pezzo forte della MT-07 resta il bicilindrico CP2 da 690 cc, un bialbero 4 valvole “no frills” come il resto della moto: privo di Ride-by-Wire e altre complicazioni, ha tutto quello che serve ed è caratterizzato dal manovellismo a 270°, una soluzione tecnica reintrodotta proprio da Yamaha (sulla TRX 850 del 1995) per avvicinare la personalità del twin parallelo a quella di un V2. Con 75 CV a 9.000 giri e 68 Nm a 6.500, il CP2 non mette i brividi a ogni colpo di gas, ma ha tutto quello che serve per divertirsi.

E nonostante la cavalleria non esuberante, in strada la MT-07 ti fa divertire davvero. Il test di questa edizione 2018 si è svolto sulle movimentate strade che da Marbella portano a Ronda, un grande classico dei parchi giochi per moto che ci ha consentito di saggiare la media di Iwata tra misto stretto, misto veloce e autostrade. Partiamo da queste ultime, che non sono certo il territorio di caccia della MT-07 ma dove la naked Yamaha ha un paio di buone frecce al suo arco: le vibrazioni quasi del tutto assenti e i consumi, che di rado scendono sotto i 20 km/l e che ad andatura codice sono ben sopra. La sella alla lunga si rivela duretta e la protezione dall’aria ridotta, ma accettabile fino a 130 km/h grazie al nuovo faro più basso e largo.

Animale da misto

Lasciata l’autostrada ci avventuriamo nel misto veloce, che si rivela essere il contesto preferito dalla MT-07. Il motore sfodera una bella elasticità, con una curva di utilizzo estesa dai 2.500 ai 9.000 giri e un’erogazione senza picchi adrenalinici, ma perfetta per guidare in relax raccordando una curva dopo l’altra con la tranquillità di poter usare almeno due marce in ogni circostanza.

La ciclistica è tipicamente Yamaha: neutra, comunicativa, agile senza essere nervosa nel misto e rassicurante sul veloce. Nello stretto la MT-07 non è un furetto come altre naked, ad esempio la Ducati Monster: ad aiutarla è soprattutto la leggerezza (183 kg col pieno), mentre le geometrie e la gommatura abbondante fanno lavorare un po’ per farla girare quando il raggio delle curve è ridotto. In questi frangenti è anche più avvertibile l’on/off del motore, anche questo piuttosto tipico dei motori di Iwata e che non arriva mai a infastidire, ma con le marce basse è più percepibile. Il tutto, intendiamoci, emerge quando si forza il ritmo; finché si guida rotondi - anche pimpanti - la media giapponese si comporta sempre con grande naturalezza.

Meno di 7000 euro

Non si può comunque giudicare la MT-07 senza tenere in considerazione il prezzo a cui viene offerta. Meno di 7.000 euro per una moto con queste qualità, per di più costruita in Giappone, testimoniano l’enorme sforzo fatto da Yamaha per riaccendere l’interesse nei suoi prodotti, e nell'oggetto “moto” in generale: molte concorrenti sulla carta della MT-07, per prezzo finiscono per confrontarsi con la MT-09. Inoltre, attorno alla serie MT Yamaha ha costruito tutto un mondo, con accessori per declinarla in senso più sportivo, più turistico o comunque per personalizzarla e una linea di abbigliamento, costantemente arricchita nel corso degli anni. E per chi ha la patente A2, c’è la versione da 35 kW.
Vi resta solo da decidere il colore che preferite tra nero, blu elettrico o grigio/fluo, e scegliere se vi interessa più seguire il lato oscuro del Giappone o quello chiaro. In entrambi i casi, lei non avrà problemi ad assecondarvi.

Dati tecnici dichiarati

Motore
2 cilindri in linea, 690 cc, alesaggio x corsa 80 x 68,6 mm, raffreddamento a liquido, rapporto di compressione 11,5:1, distribuzione bialbero a camme in testa, 4 valvole per cilindro, iniezione elettronica con 2 corpi farfallati da 38 mm, lubrificazione a carter umido
Trasmissione
finale a catena (43/16); frizione multidisco in bagno d'olio; cambio a 6 rapporti
Controlli elettronici
gestibili dal pilota nessuno
Ciclistica
telaio a traliccio di tubi d'acciaio, inclinazione cannotto di sterzo 24,5°, avancorsa 90 mm; forcella da 41 mm
non regolabile; forcellone in acciaio e ammortizzatore regolabile nel precarico della molla; escursione
130/130 mm
Freni
ant. 2 dischi da 282 mm, pinze con attacco assiale a 4 pistoncini; post. disco da 245 mm, pinza a singolo
pistoncino; ABS
Pneumatici
ant. 120/70-ZR17;
post. 180/55-ZR17
Dimensioni (mm)
lunghezza 2.085, larghezza 745, interasse 1.400, altezza sella 805, serbatoio da 14 l, peso in ordine di marcia 182 kg
Prestazioni dichiarate
55 kW (74,8 CV) a 9.000 giri, 68 Nm a 6.500 giri
Colori disponibili
nero/fluo, nero, blu

Pregi e difetti

Pregi
Erogazione motore
Guida equilibrata
Leggerezza
Difetti
-
Yamaha MT-07
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