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Moto Guzzi V9 Roamer e Bobber: la prova
Entrambe le nuove V9 sono facili, divertenti, Euro4 e ben accessoriate. La Roamer è l'erede della Nevada e ne riprende i concetti da viaggiatrice; la Bobber possiamo definirla la sorella cattiva e più sportiveggiante. Sono già in vendita, rispettivamente al prezzo di 10.090 euro e 10.390 euro chiavi in mano
Un pensiero lineare e così chiaro che l'arrivo delle nuove Moto Guzzi V9 Roamer e Bobber concettualmente non stupisce nemmeno tanto. A colpire, invece, è la loro piacevolezza estetica, il buon livello delle finiture e la ricchezza di una dotazione di base che fino a qualche tempo fa era di dominio delle sole versioni lusso.
Il poco che contorna il telaio in tubi di acciaio è curatissimo: belle le saldature, i cablaggi sono tutti celati alla vista, le verniciature prive di sbavature, le selle finite come fossero componenti d'arredo. In più, plastiche ridotte all'osso e tanto spazio ad acciaio e alluminio, dalla realizzazione del forcellone, alle fiancatine, ai case dei blocchetti elettrici, al tappo serbatoio e altro ancora. Un pacchetto confezionato per trasmettere da subito tanta qualità.
Anche i comandi a pedale sono ben fatti e belli da vedere. Solo le leve al manubrio peccano per la mancanza della regolazione della distanza, ma per il resto tutto è realizzato ad arte.
A differenziare le due V9 poche e mirate variazioni: cromature, manubrio alto e ruota anteriore da 19" per la Roamer, l'erede della Nevada; manubrio basso e diritto, ruota da 16" con pneumatico largo e tanto nero opaco per la più rocker delle due, la Bobber.
Come ci si aspetta da moto di questa tipologia e prestazioni, entrambe le V9 se la cavano bene un po' in tutte le situazioni, eppure basta scendere da una per salire sull'altra per ritrovarsi a maneggiare cambio e gas in modo totalmente diverso, spinti da emozioni contrastanti. Un po' come per Dottor Jekyll e Mr Hyde, sulla Bobber viene automatico tirare giù la visiera e girare la manopola destra fin quanto ce n'è, mentre a cavallo della Roamer, sarà per il manubrio alto e la sella più imbottita, lo spirito ribelle si acquieta per vivere tutto con maggiore pacatezza e di spremere il V-twin trasversale proprio non se ne sente il bisogno.
Non che poi ci sia tanto da mungere: tra l'obbligo di rientrare nell'Euro4 e la volontà di rendere le due V9 il giusto salto di categoria per chi arriva da una V7 o moto similari, i tecnici di Mandello hanno lavorato di fino non solo sulla parte termica, ma anche sull'elettronica da rendere il bicilindrico semplicemente l'essenza della dolcezza e della linearità concentrati in una manciata di giri.
Mai esplosivo, mai tentennante, mai zoppicante anche quando si gira al minimo in terza marcia, il twin lariano trotta con modalità quasi elettrica: basta riprendere il gas perché le nuove nate inizino a spingere. Con dolcezza, però, per dare tempo al singolo corpo farfallato di abbeverare i due cilindrotti della giusta quantità di miscela aria/benzina. A regalare un po' di brillantezza ci pensa invece la rapportatura del cambio dedicata (davvero buona la trasmissione), con la prima e la sesta marcia lunghe e le restanti più corte, per così guadagnare un po' di spunto e brio nella guida allegrotta.
Le differenze dinamiche tra le due V9 si apprezzano maggiormente una volta di fronte a un bel tratto guidato. L'erede della Nevada, la Roamer, non fa nulla per nascondere una maggiore propensione alla guida in souplesse, accentuata dalla seduta più eretta che, quando si vuole spingere, non permette di caricare a dovere l'avantreno, facendo venir meno un po' di feeling in curva. A questo va aggiunto che all'anteriore il pneumatico stretto montato su cerchio da 19" non aiuta quando si vanno a cercare angoli di piega superiori, anche se dalla sua, regala comunque una più che discreta rapidità in inserimento di curva.
Una mancanza che non inficia la bontà dinamica della Roamer, ma che invece va ad esaltare il lato sportiveggiante della Bobber dove, grazie al manubrio basso che porta ad avere il busto rivolto più sul serbatoio (la moto sembra addirittura più corta), ci si sente subito più padroni del mezzo. Sensazione che va a stimolare le sinapsi anche del motociclista più mansueto: giù la visiera, dentro la prima e via, a tutto gas. Senza che la moto faccia niente, ci si ritrova a inserire una marcia dietro l'altra con una frenesia che i 55 CV dichiarati non giustificano.
Eppure sulla Bobber ci si sente così, pronti a mangiarle, le curve. Il gommone da 130 permette di pennellare traiettorie accentuate, con le pedane che grattano che è un piacere, mentre il pilota si esalta grazie al maggiore feeling con l'avantreno che regala la posizione maggiormente caricata. Certo, su entrambe la forcella è un po' morbida, la si vorrebbe più sostenuta in affondo come in estensione.
Ma è anche vero che le V9 non nascono per correre, anche se il telaio lo permetterebbe. Così come i sistemi elettronici di cui dispone di serie: ci riferiamo all'efficace controllo di trazione, previsto su due livelli (disinseribile), e all'ABS, abbinato a un impianto frenante discretamente potente e ben dosabile.
La Moto Guzzi V9 Roamer e Bobber sono già in vendita, rispettivamente al prezzo di 10.090 euro e 10.390 euro chiavi in mano.
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