Honda CTX1300: la touring cruiser

Look yankee, qualità giapponese, guida gustosa. La nuova cruiser Honda strizza l'occhio all'America, ma il suo V4 trasversale non lascia dubbi sulla sua provenienza. Completo l'allestimento, anche se rimane qualche piccola ingenuità. In vendita a 18.100 euro c.i.m

ll segmento Touring è sempre al centro dell'attenzione e anche in questa fase di crisi di vendite le Case costruttrici non smettono di investire in nuovi modelli capaci di "ingolosire" i globetrotter più accaniti. Avete voglia di lunghi viaggi nel più assoluto relax, in sella a una moto "abbondante" ma facile e intuitiva, con buone prestazioni dinamiche, un eccellente livello di finiture e tecnologia quanto basta a rendere i chilometri il più sicuri e godibili possibile? Bene, la nuova Honda CTX1300 fa per voi. Degna erede della ST1300 Pan-European, perfetta moto da viaggio ma con appeal estetico discutibile, la Honda CTX1300 mantiene ciò che di molto valido era stato fatto per la progenitrice in termini di confort e facilità di guida, indossando però un abito che strizza l'occhio (come sulla ammiraglia F6B) a quelle americane. Insomma, dimenticate le tourer europee e fatevi stregare dalle sue forme yankee.
Il cuore pulsante della cruiser Honda rimane il V4 di 90° trasversale da 1.261 cc, profondamente rivisto a livello di fasatura degli alberi a camme e di mappatura del sistema di iniezione, con l'obiettivo di renderne l'erogazione non solo fluida, ma anche muscolosa ed emozionante. La potenza dichiarata di 84 CV, erogata a 6.000 giri, non fa certo gridare al miracolo; ma come sempre, il crudo dato numerico non è in grado di svelare le reali doti della moto. La Honda CTX infatti non è mai avara quanto a carattere, merito anche di una coppia di ben 106 Nm disponibile già a 4.500 giri. Il risultato? Un ridotto ricorso del cambio - un cinque rapporti ben spaziato con una corsa ridotta della leva e innesti precisi - e tanto piacere di guida.

Il V4 borbotta sornione senza trasmettere alcuna vibrazione né eccessivo calore alle gambe del pilota; tuttavia non disdegna nemmeno qualche saltuaria visita alla zona alta del contagiri. Il meglio naturalmente lo regala alle andature da passeggiata, quando, permette di godersi il paesaggio e, nel nostro caso, i profumi primaverili della sempre affascinante Provenza, teatro del test. Le sospensioni fanno il resto: filtrano in maniera efficace le asperità, anche se ci sono sembrate un po' secche quando il manto stradale è particolarmente tormentato. In compenso la coppia di ammortizzatori è regolabile nel precarico, in caso di passeggero e magari bagagli al seguito. Pratiche e capienti le borse laterali, perfettamente integrate nella linea della Honda CTX.

Nei percorsi extraurbani, la cruiser giapponese regala soddisfazioni se guidata in maniera rotonda usando le marce lunghe: danza armoniosa tra una curva e l'altra, prendendo la corda in maniera naturale e senza richiedere grande impegno al pilota. L'unico limite è dato dalle pedane che, forzando il ritmo, tendono a toccare l'asfalto. L'enorme pneumatico posteriore da 200, montato su cerchio da 17", non dà mai l'impressione di perdere grip, nemmeno ruotando completamente la manopola del gas. Cosa che facciamo senza remore, consci che ogni eccesso di confidenza verrà corretto dal controllo di trazione TCS (disinseribile) che, ad onor del vero, non abbiamo mai sentito entrare in azione. La frenata risulta progressiva e richiede uno scarso sforzo sulla leva; in più, la potenza non manca. Il freno posteriore si rivela un valido alleato durante la guida: il grande disco da 316 mm con pinza a tre pistoncini permette di chiudere efficacemente la traiettoria in caso di un eccesso di confidenza da parte del pilota. Tutto è comunque "sorvegliato" da un ABS combinato perfettamente tarato e mai invasivo.