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La più costosa di Dueruote Annunci: una Honda RC30 usata
Fu la prima di sempre a vincere in Superbike, e a 35 anni di distanza viene idolatrata dagli appassionati. Nella nostra sezione dedicata all’usato ne abbiamo scovata una, e il prezzo è da vera moto speciale
Come i ragazzini, ogni tanto è divertente spulciare gli annunci di moto usate più strani senza reali intenti bellicosi. Vale a dire, senza un reale interesse all’acquisto. Una pratica è quella di ordinare gli annunci partendo dal più costoso di tutti, per scoprire cosa salta fuori di così speciale e degno di nota. È quello che abbiamo fatto noi oggi, e quello che ne è uscito è speciale davvero: una Honda VFR 750 R RC30.
Parliamo dunque rapidamente della storia di questa che è, a pieno titolo, la regina delle Superbike anni ’80. La RC30 fu sfornata da Honda come sorella racing della già esistente VFR 750 F, e l’unico intento del casa di Tokyo era quello di mettere in commercio una moto che potesse essere omologata per il neonato campionato delle derivate di serie, che si disputò per la prima volta nel 1988.
HONDA RC30, LE CARATTERISTICHE TECNICHE
La RC30 è per questo una delle primissime homologation special, se non la prima in assoluto, ovvero un modello reso disponibile al grande pubblico in pochi pezzi solo per raggiungere il numero di esemplari necessario per ottenere l’ammissione ad un dato campionato, in questo caso la Superbike. Era dunque una moto realizzata con grande cura, sviluppata in collaborazione con il reparto corse HRC e dotata di soluzioni particolarmente raffinate. Il cuore è un 4 cilindri a V di 90° con 4 valvole per cilindro, che nella versione di serie eroga 112 cavalli all’albero a 11.000 giri. Speciale, sì, ma non era la più potente della sua epoca, ad esempio la Yamaha FZR 750 R 0W01, anche lei una homologation special, ne faceva 120.
Il punto forte della RC30, che le permise nella versione preparata dal team italiano Rumi di portare a casa con Fred Merkel i primi due mondiali SBK, era l’equilibrio generale, dato da un pregiato telaio in alluminio a doppia trave portante, abbinato ad un forcellone monobraccio anch’esso in alluminio e, nella versione di serie, una forcella Showa da 43 mm e un mono sempre Showa con leveraggio progressivo. Abbiamo specificato “di serie”, perché la moto del team Rumi era dotata invece di sospensioni Öhlins. I freni standard erano Nissin e, uniti al peso in ordine di marcia che era il più basso del segmento, garantivano alla RC30 spazi d’arresto brevissimi.