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Moto & Scooter

Belle davvero: Honda Africa Twin RD07

Redazione
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Belle davvero: Honda Africa Twin RD07

Riassume e rappresenta al meglio il sogno africano che ha catturato migliaia di appassionati lungo due decenni: la Honda Africa Twin 750 seconda serie del 1993, la RD07, fece subito strage di cuori: bellissima, curatissima ed efficace sia su strada che in fuoristrada, rimase a lungo un bestseller

L’Africa Twin, o meglio la Honda XRV 750 RD07, ha il fascino di una bandiera. Quando uscì, riassunse in sé il meglio del sogno africano messo alla portata di tutti: la prima XRV 650 era più simile alla NXR vincitrice alla Dakar con Neveu, Lalay e Orioli, ma la RD07 del 1993 (terza serie Africa Twin dopo le RD03 del 1987 e la RD04 del 1990) era più bella, più stradale, più potente e più ciclisticamente azzeccata con il baricentro basso. Fece sfracelli, diventando la prima endurona a sottrarre mercato alle tourer per fare i viaggi e vendendo tantissimo per dieci anni, in cui rimase sostanzialmente immutata fino al pensionamento del 2003, che lasciò un inspiegabile vuoto (durato 15 anni) nel listino Honda e nel cuore di tantissimi appassionati.

Africa Twin 750: fuoco e fiamme

Meno “off”, meno HRC con la livrea fiammeggiante che resterà comunque iconica, gioca tremendamente a suo favore ciò che essa rappresenta. Questa moto è l’icona dell’avventura, del libero arbitrio dell’andare dove e come si vuole. Tecnicamente è basata sul motore bicilindrico a V di 52° - un’architettura che poteva venire in mente solo a Honda - con 3 valvole per cilindro e una sessantina di CV; telaio doppia culla in tubi quadri, 24 litri di benzina e ruote da 21”-17”, per un equilibrio raro che permette a chi la sa guidare di togliersi soddisfazioni sia in fuoristrada, contro moto più specialistiche, che in strada contro moto più potenti. Tre lustri di vita e un solo passaggio intermedio degno di nota: l’aumento cilindrata da 647 a 742 cc con la RD04 del 1990, accompagnato dall’adozione di una ciclistica più dual e meno orientata al fuoristrada duro e puro: anche la sella scende da 890 a 860 mm. Ma l’Africa Twin resta una maxienduro vera: gambe lunghe (oltre 200 mm di escursione ruote), anteriore da 21” mai abbandonato e spirito di sacrificio grazie alla proverbiale affidabilità, escluso qualche problemino al regolatore di tensione.

Dai deserti dell'Africa alle strade del mondo

La RD07 mantiene la filosofia della capostipite ma grazie al telaio tutto nuovo, al motore rivisto e alla carrozzeria ritoccata per aumentare il comfort nei lunghi viaggi e il riparo aerodinamico, porta il mito delle grandi avventure dakariane anche a chi cerca l’avventura fuori porta o le vacanze itineranti. Fotografia tipica del tempo: imbarco traghetti per una qualsiasi delle isole mediterranee e fila di Africa Twin davanti alla nave, generalmente impolverate, cariche di tende, sacchi a pelo, abbigliamento e impreziosite da targhe e adesivi che raccontavano che buona parte del viaggio era già alle spalle. Lo spirito avventuriero è ovviamente condito da un’estetica che non ha subito il colpo del passare degli anni e delle mode, e ancora oggi rappresenta un invidiabile equilibrio di forme e volumi. Gli elementi per stimolare la fantasia ci sono tutti, dal nome “Africa Twin” orgogliosamente portato sul serbatoio al tripmaster, piccola strumentazione aggiuntiva arrivata nel 1992 e che tanto ricordava i roadbook dakariani. Senza dimenticare quel bicilindrico a V solo parzialmente nascosto, diventato nel corso degli anni un simbolo di chi non molla mai.
Belle davvero: Honda Africa Twin RD07
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