Moto & Scooter
Project Livewire: il futuro di Harley corre sul filo
A sorpresa Harley-Davidson presenta un prototipo elettrico già molto avanzato, che verrà portato in tour nel 2014 e 2015 per raccogliere le opinioni dei clienti
Negli USA la febbre elettrica è più alta che da noi, c'è un buon fermento di costruttori con numeri interessanti (come Zero e Brammo), e anche se la storia dei veicoli elettrici è costellata più di fallimenti (anche recenti) che di successi, nessuno tra i grandi vuole rischiare di perdere il treno. La cosa è anche comprensibile, visto che al ritmo assunto dall'innovazione tecnologica negli ultimi anni, anche se rivoluzioni nel campo delle batterie non sembrano così probabili, nemmeno si può escludere che sconvolgimenti anche rapidi possano avvenire.
Del resto anche con la tecnologia attuale è già possibile ottenere prestazioni interessanti e autonomie decorose - per quanto forse poco adatte proprio agli Stati Uniti, la terra della frontiera e dei grandi viaggi Coast-to-Coast. A Milwaukee, comunque, disponendo tra l'altro di centinaia di ingegneri, si sono rimboccati le maniche e hanno tirato fuori il Project LiveWire, caratterizzato tra l'altro da una linea piacevole, specie nel contrasto tra le strutture opache e la parte posteriore brillante e decisamente Harley. Sulla scia del Project Rushmore del 2012, anche il Project LiveWire è stato pensato soprattutto come una piattaforma per raccogliere pareri e suggerimenti da parte dei clienti, che H-D tiene da sempre in considerazione quasi religiosa.
La presa di contatto avverrà tramite un tour che partirà quest'anno dalla Route 66 e sbarcherà nel 2015 anche in Canada e Europa. Sulle specifiche tecniche della motocicletta non sono state rilasciate informazioni, se non che ha una forte accelerazione (tipica dei motori elettrici) e che si è lavorato per darle un sound distintivo, che "ricorda quello di un caccia al decollo" secondo Hans Richer di H-D.
Quello che si può capire osservando le foto è che H-D ha colto l'occasione per rinnovare radicalmente anche le sue tradizioni in senso ciclistico, con una forcella rovesciata anteriore e un monoammortizzatore cantilever posteriore. La moto ricorda più una Buell che non una H-D, sebbene l'interasse resti piuttosto lungo.
Il telaio è una fusione di forma romboidale, che sembra abbracciare una grande batteria, mentre la trasmissione finale è affidata a una cinghia. La coppia è probabilmente molto robusta, ma di sicuro il peso non può essere in questo caso nei canoni H-D, perché limiterebbe troppo l'autonomia. Qualche informazione in più e agigornamenti sul tour si troveranno sul sito www.projectlivewire.com.
Il telaio è una fusione di forma romboidale, che sembra abbracciare una grande batteria, mentre la trasmissione finale è affidata a una cinghia. La coppia è probabilmente molto robusta, ma di sicuro il peso non può essere in questo caso nei canoni H-D, perché limiterebbe troppo l'autonomia. Qualche informazione in più e agigornamenti sul tour si troveranno sul sito www.projectlivewire.com.