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Moto & Scooter
Hyosung Karion RT125D: che gomme!
di Marco Borzacchiello, foto di Marco Zamponi
il 29/11/2010 in Moto & Scooter
Per chi non si accontenta della solita ottavo di litro la casa coreana propone da anni quest'insolita 125 cc dal look inconfondibile e dai pneumatici oversize
Hyosung Karion RT125D: che gomme!
In queste giornate autunnali aprire la porta del garage e vedere una moto come la Hyosung Karion 125, con un design che definire simpatico è dir poco, è un buon toccasana per iniziare la giornata nel migliore dei modi.
Questa piccola ottavo di litro coreana si distingue dalle atre 125 cc non solo per il design, ma principalmente per le gomme extralarge che sembrano nate per correre sulla sabbia di una spiaggia piuttosto che sull'asfalto delle nostre strade.
Questa piccola ottavo di litro coreana si distingue dalle atre 125 cc non solo per il design, ma principalmente per le gomme extralarge che sembrano nate per correre sulla sabbia di una spiaggia piuttosto che sull'asfalto delle nostre strade.
In città per farsi notare ci vuole una moto originale, ecco la Karion
Definire a quale categoria appartiene la Karion non è facile: è una scrambler? O forse un enduro stradale con maxi gomme? Liberi di sbizzarrirvi nella ricerca della definizione più adatta, quello ci preme sottolineare è che la Karion è una moto per tutti, non solo per i sedicenni all'esordio, e anche il prezzo, 3060 euro chiavi in mano, pur non essendo stracciato è interessante, tanto che la pone fra le 125 cc più economiche offerte sul mercato.
Hyosung Karion RT125D: che gomme!
Essenziale è l'aggettivo che descrive meglio la Hyosung Karion 125. Nonostante presenti finiture poco curate, come le saldature grossolane del telaio e una strumentazione scarna, si rivela una moto di sostanza e dall'aspetto solido. Va però sottolineato che la qualità percepita, se paragonata alle concorrenti giapponesi e italiane, è leggermente inferiore.
Osservando la Karion da vicino, spicca il faro rotondo impreziosito da una cornice cromata e il piccolo serbatoio (da 9,1 litri), perfettamente integrato nella linea della moto, mentre le uniche plastiche presenti - che compongono il piccolo codino - hanno un aspetto robusto. Fra le dotazioni troviamo un portapacchi dalle dimensioni generose che si rivela molto utile per sistemare - con un ragno elastico - una borsa. C'è poi la trousse degli attrezzi, sistemata all'interno di un astuccio di plastica alloggiato sotto al codino.
Al centro del telaio in tubi di acciaio si fa notare il motore monocilindrico da 125 cc, quattro valvole, quattro tempi, con distribuzione a doppio albero e raffreddamento ad aria e olio. Un piccolo "mulo" che ha una potenza di 13 CV a 10.000 giri e una coppia di 10,89 Nm a 8000 giri, valori più bassi della maggior parte delle altre 125 cc ma che, come vedremo, non penalizzano le prestazioni della coreana.
L'impianto frenante è misto, un disco anteriore da 275 mm su cui lavora una pinza a doppio pistoncino mentre al posteriore troviamo un tamburo da 130 mm.
Per quanto riguarda le sospensioni, la forcella è di tipo tradizionale con steli da 35 mm e una corsa di 220 mm mentre il mono, regolabile nel precarico, ha un'escursione di 260 mm.
Osservando la Karion da vicino, spicca il faro rotondo impreziosito da una cornice cromata e il piccolo serbatoio (da 9,1 litri), perfettamente integrato nella linea della moto, mentre le uniche plastiche presenti - che compongono il piccolo codino - hanno un aspetto robusto. Fra le dotazioni troviamo un portapacchi dalle dimensioni generose che si rivela molto utile per sistemare - con un ragno elastico - una borsa. C'è poi la trousse degli attrezzi, sistemata all'interno di un astuccio di plastica alloggiato sotto al codino.
Al centro del telaio in tubi di acciaio si fa notare il motore monocilindrico da 125 cc, quattro valvole, quattro tempi, con distribuzione a doppio albero e raffreddamento ad aria e olio. Un piccolo "mulo" che ha una potenza di 13 CV a 10.000 giri e una coppia di 10,89 Nm a 8000 giri, valori più bassi della maggior parte delle altre 125 cc ma che, come vedremo, non penalizzano le prestazioni della coreana.
L'impianto frenante è misto, un disco anteriore da 275 mm su cui lavora una pinza a doppio pistoncino mentre al posteriore troviamo un tamburo da 130 mm.
Per quanto riguarda le sospensioni, la forcella è di tipo tradizionale con steli da 35 mm e una corsa di 220 mm mentre il mono, regolabile nel precarico, ha un'escursione di 260 mm.
Se siete alti o bassi non fa differenza, in sella alla Karion tutti si trovano immediatamente a proprio agio. Le dimensioni compatte, la sella bassa e il peso ridotto fanno della piccola ottavo di litro una moto per tutti, adatta sia ai principianti sia ai motociclisti che per spostarsi in città vogliono una moto leggera, poco potente ma al tempo stesso divertente da guidare. La Karion ha proprio tutte queste caratteristiche e non disdegna nemmeno la presenza del passeggero, grazie al piano di seduta lungo che consente di viaggiare anche in coppia. Peccato solo che l'imbottitura sia cedevole e nei tragitti più lunghi il comfort ne risenta.
Nel traffico, complici le "gommone", la Karion non è maneggevole ma una volta presa confidenza con un avantreno più pesante del solito, la coreana si rivela divertente e facile da guidare. Sempre grazie alle "supergomme" ma anche alle sospensioni dalla corsa lunga ben tarate, le buche e i tombini non sono mai un problema e vengono digeriti con disinvoltura.
Lanciata alla massima velocità, di poco inferiore ai 90 km/h, la Karion è stabile e infonde molta fiducia anche nei cambi di direzione. Certo va sempre guidata in maniera rotonda ed è inutile ambire a velleità sportive con questa moto che è nata per passeggiare e non certo per correre.
Ad ogni sgasata il piccolo mono emette un borbottio leggero e consente di svicolare fra le auto con un filo di gas. Certo, le prestazioni sono davvero modeste e anche tirando le marce la spinta del motore è sempre molto tranquilla.
Il cambio, a cinque rapporti, ha innesti poco precisi, mentre la frizione è morbidissima da azionare, una vera manna nel traffico dato che per la poca potenza disponibile bisogna scalare marcia spesso, per effettuare un sorpasso.
L'impianto frenante ha una potenza adeguata alle prestazioni della moto e non mette mai in crisi il pilota anche nelle situazioni critiche. Se il disco anteriore si rivela incisivo e modulabile, il tamburo posteriore richiede un'azione energica sul pedale per dare garantire spazi di arresto contenuti.
Nel traffico, complici le "gommone", la Karion non è maneggevole ma una volta presa confidenza con un avantreno più pesante del solito, la coreana si rivela divertente e facile da guidare. Sempre grazie alle "supergomme" ma anche alle sospensioni dalla corsa lunga ben tarate, le buche e i tombini non sono mai un problema e vengono digeriti con disinvoltura.
Lanciata alla massima velocità, di poco inferiore ai 90 km/h, la Karion è stabile e infonde molta fiducia anche nei cambi di direzione. Certo va sempre guidata in maniera rotonda ed è inutile ambire a velleità sportive con questa moto che è nata per passeggiare e non certo per correre.
Ad ogni sgasata il piccolo mono emette un borbottio leggero e consente di svicolare fra le auto con un filo di gas. Certo, le prestazioni sono davvero modeste e anche tirando le marce la spinta del motore è sempre molto tranquilla.
Il cambio, a cinque rapporti, ha innesti poco precisi, mentre la frizione è morbidissima da azionare, una vera manna nel traffico dato che per la poca potenza disponibile bisogna scalare marcia spesso, per effettuare un sorpasso.
L'impianto frenante ha una potenza adeguata alle prestazioni della moto e non mette mai in crisi il pilota anche nelle situazioni critiche. Se il disco anteriore si rivela incisivo e modulabile, il tamburo posteriore richiede un'azione energica sul pedale per dare garantire spazi di arresto contenuti.
Hyosung Karion RT125D: che gomme!
Motore: 1 cilindro verticale a 4 tempi, raffreddamento ad aria e olio; alesaggio per corsa 57 x 48,8 mm; cilindrata 124,5 cc; rapporto di compressione 10,3:1. Distribuzione bialbero con comando a catena, 4 valvole. Alimentazione a carburatore.
Capacità serbatoio carburante 9,1 litri. Lubrificazione a carter umido.
Trasmissione: primaria ad ingranaggi, finale a catena (48/13). Frizione multidisco in bagno d'olio. Cambio a cinque marce.
Ciclistica: telaio a doppia culla in acciaio; sospensione anteriore, forcella da 35 mm non regolabile, escursione ruota 250 mm; sospensione posteriore, forcellone con mono ammortizzatore regolabile nel precarico, escursione ruota 260 mm.
Cerchi: anteriore 2,5x18', posteriore 4,5x14'.
Pneumatici: anteriore 130/80-18, posteriore 180/80-14.
Freni: anteriore a disco flottante in acciaio da 275 mm e pinza a 2 pistoncini, posteriore a tamburo da 130 mm.
Dimensioni (mm) e peso: lunghezza 2085, larghezza 840, altezza sella 790, interasse 1250. Peso a secco 125 kg.
Prestazioni dichiarate: potenza 12,96 CV (9,53 Kw) a 10000 giri, coppia 10,89 Nm a 8000 giri.
Capacità serbatoio carburante 9,1 litri. Lubrificazione a carter umido.
Trasmissione: primaria ad ingranaggi, finale a catena (48/13). Frizione multidisco in bagno d'olio. Cambio a cinque marce.
Ciclistica: telaio a doppia culla in acciaio; sospensione anteriore, forcella da 35 mm non regolabile, escursione ruota 250 mm; sospensione posteriore, forcellone con mono ammortizzatore regolabile nel precarico, escursione ruota 260 mm.
Cerchi: anteriore 2,5x18', posteriore 4,5x14'.
Pneumatici: anteriore 130/80-18, posteriore 180/80-14.
Freni: anteriore a disco flottante in acciaio da 275 mm e pinza a 2 pistoncini, posteriore a tamburo da 130 mm.
Dimensioni (mm) e peso: lunghezza 2085, larghezza 840, altezza sella 790, interasse 1250. Peso a secco 125 kg.
Prestazioni dichiarate: potenza 12,96 CV (9,53 Kw) a 10000 giri, coppia 10,89 Nm a 8000 giri.
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