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Ducati Desmosedici RR: missile rosso

di Riccardo Capacchione il 14/09/2007 in Moto & Scooter

Mugello, sole e... la Desmosedici RR in forma smagliante. Eccovi le nostre impressioni su come va la prima, vera replica di una Moto Gp targata

Ducati Desmosedici RR: missile rosso
Il clima della prova è quello che abbiamo avuto l'onore di respirare durante i test stampa della moto di Loris Capirossi nel 2005 sulla pista di Valencia, in Spagna. Ora siamo all'autodromo del Mugello, affittato dalla Ducati Corse per dei collaudi della 800 cc da Gran Premio, e la moto da provare è la versione stradale della "vecchia" 1.000 cc da corsa.
Per gentile concessione è stato dato il permesso a un ristretto gruppo di giornalisti di tutto il mondo di provare la Desmosedici RR durante dei test che normalmente sono blindatissimi, a causa del tremendo temporale che ha impedito la prova sul circuito di Misano una quindicina di giorni fa.

Saranno solo cinque giri, ma di quelli che restano nella mente e nel cuore.
La D16RR strilla dagli scarichi liberi mentre viene portata sulla corsia box e noi regoliamo le leve del freno e della frizione prima di partire. Peccato che non sia possibile fare lo stesso con le pedane, che per noi (1,74 cm l'altezza del tester) sono un po' avanzate rispetto al piano di seduta.
Ma il muretto dei box già scorre via alla nostra sinistra, è tempo di goderci il gioiello di Borgo Panigale.

Cribbio, quasi tiro dritto alla San Donato! Ho aspettato un po’ troppo a “dar su” il gas, e questa specie di aereo si è avventato sull’ultimo tratto di rettilineo quasi la bocca sull’estremità del cupolino fosse vera e affamata d’asfalto.
Sestaquintaquartaterzaseconda, la frizione è sotto torchio mentre evita che la ruota posteriore saltelli, le pinze mordono con ferocia i dischi, la Bridgestone anteriore per fortuna fa il suo dovere e le mie braccia quasi si spezzano sotto il carico terrificante della staccata.
La D16RR (ma forse sbaglio a darle del tu in questa maniera…) non è un fulmine in ingresso, mi tocca lavorare parecchio di manubrio per inserirla in traiettoria, anche perché le pedane molto avanzate non mi consentono di “spingere” la moto come vorrei. Apro con parsimonia il gas, la “cannonata” sulla ruota posteriore agli alti regimi è impressionante anche se la “duecento” dietro appiccica letteralmente la moto all’asfalto.
Il giro dopo, mi riprometto, provo a percorrere la San Donato in terza. Ma intanto ho i miei problemi da risolvere, mentre la moto parte come una fucilata verso la variante; sinistra-destra, Luco, Poggio Secco, Materassi, San Lorenzo (ma quanti santi, un perché ci sarà…), Casanova, Savelli, sgrano il rosario delle svolte del Mugello mentre la Ducati urla dallo scarico libero.
Una faticaccia, i CV sono tanti, le decelerazioni terribili e io sono solo un giornalista. La salita delle Arrabbiate è un crescendo di decibel e potenza che aumentano assieme all’ansia nel mio stomaco, perché so che arriverà la staccata della Scarperia-Palagio, cieca che più cieca non si può.
Passato il patema d’animo di questa chicane attendo con gioia la piega infinita del Correntaio, giù a sfiorare l’asfalto col gomito, così mi piace guidare la moto, altro che le varianti da seconda.
Poi via, dopo l’ennesima chicane fino alla meravigliosa Bucine, dove il mondo, quando sei in sella, sembra al contrario tanto si piega e il polso destro freme per la voglia di spalancare il gas e divorare ancora il lunghissimo rettilineo dei box. Cinque giri sono pochi, ma durante uno di questi ho avuto l’onore di essere sverniciato da Vittoriano Guareschi in sella alla D16 “vera”: mi ha “strappato le carene” abbaiandomi in faccia i suoi 200 e chissà quanti CV. Grazie Ducati, per aver costruito una moto così, e grazie anche a te, Vitto!
Ducati Desmosedici RR: missile rosso
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