Moto & Scooter
Suzuki GSX-R 1000 by Billy Walker
Non farà impazzire gli amanti dei colori sobri e delle grafiche geometriche, E forse non la si può definire di buon gusto. Ma di roba da guardare, su questa special, ce n’è davvero tanta…
Il suo proprietario si chiama Billy Walker ed è il tipico ragazzone americano (viene da Dallas, Texas) dall’aria salubre di chi è cresciuto tra pascoli incontaminati.
Ciò di cui, semmai, lo si potrebbe accusare, è di non aver maturato il dovuto senso estetico, lontano dalle grandi direttrici della cultura motociclistica statunitense. Ma ho usato il condizionale, perché sono certo che la special che vi presentiamo non mancherà di attirare l’attenzione di molti smanettoni stanchi di passare inosservati con le banali grafiche di cui le loro supersportive sono ornate.
Otto mesi di incessante lavoro sono stato l’obolo pagato in termini di tempo per trasformare una comunissima GSX-R 1000 del 2002 in un’opera d’arte –barocca!- a due ruote, ma al di la di tutte le personalissime considerazioni estetiche bisogna riconoscere che questo progetto ripercorre in chiave artistica una delle ultimissime tendenze in tema di supersportive all’americana.
Laddove, infatti, molti ragazzi d’oltre oceano vivono la loro esperienza motociclistica in sella a mezzi attrezzati per compiere azzardate acrobazie a due ruote, a scapito della cura estetica (danneggiamenti alla carena, strisce di nastro adesivo e rattoppi alle plastiche sono inevitabili per chi vive su una ruota sola), c’è chi segue la stessa tendenza ma non vuole rinunciare ad avere una supersportiva in grado di far girare la testa anche a chi non si intende di whilie bar!
Nessuna modifica particolare al propulsore quadricilindrico in linea da 1000cc: i centomila cavalli e mezzo di cui già dispone la “suzukona” sono più che sufficienti a tirare penne e pieghe in ogni salsa.
Giusto qualche ritocco ha riguardato la nuova centralina, una Power Commander Stage 3, abbinata alla lucidatura dei condotti di aspirazione. Nuovi anche gli alberi a camme marchiati Yoshimura ed abbinati all’impianto di scarico Devil con terminale alto rivestito in carbonio.
Al reparto trasmissione si nota la nuova frizione a vista South West Superbike.
Poco di nuovo anche per quel che riguarda la ciclistica: a parte l’instancabile lavoro di lucidatura e cromatura cui sono state sottoposte tutte le parti metalliche (dai cerchi al telaio, alla forcella alle pinze freno, tutto fatto dalla Paleto Plating), segnaliamo l’adozione di nuove e più performanti pastiglie frenanti EBC adottate per le pinze di serie a sei pistoncini, e l’utilizzo di cablaggi in treccia metallica con raccordi in ergal anodizzato.
Laddove si è sviluppata la parte più impegnativa del lavoro è stato nella realizzazione della parte estetica. Innanzi tutto, va detto che il profilo delle carene di serie è stato perfezionato con l’adozione di un sottocodone Texas Undertail, che completa l’elenco delle superfici sottoposte alle aerografie artistiche della Ferret’s Custom, realizzate su una base di intensa vernice Rosso Viper stesa dalla Classic Motorsports (Dallas).
Alle demoniache presenze femminili in pose succinte fanno da contraltare i motivi un po’ confusionari ed indubbiamente racing (vedi le fiamme e le bandiere a scacchi), ma quello che ha davvero colpito la nostra fantasia di cultori del dettaglio è stata tutta la serie di protezioni per la carena, realizzate a mano a forma di coda di diavolo e naturalmente, tanto per non dare nell’occhio, cromate da testa a piedi!
Per inserire un commento devi essere registrato ed effettuare il login.