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Ai Comuni italiani non interessa la sicurezza di moto e scooter (e non si vergognano ad ammetterlo)

Marco Gentili
di Marco Gentili il 21/01/2025 in Attualità
Ai Comuni italiani non interessa la sicurezza di moto e scooter (e non si vergognano ad ammetterlo)
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I dati dell'osservatorio Focus2R: le amministrazioni puntano a incentivare la bici (e infatti si impennano i km di piste ciclabili realizzate) ma c'è scarsissima sensibilità nei confronti delle due ruote a motore

In Italia, dati alla mano, circolano sempre più moto: a un mercato in forte crescita corrisponde un aumento del parco veicoli in strada. Che negli ultimi anni ha visto un incremento della sua densità, passando dai 12,5 motoveicoli ogni 100 abitanti del 2017 ai 14,53 del 2023. Eppure, a fronte di una massa critica sempre più consistente, i Comuni fanno poco per le due ruote a motore. Non lo diciamo noi, ma i numeri emersi dalla nona edizione del Focus2R, il report curato da Ancma e Legambiente e che offre la più completa, aggiornata ed esclusiva panoramica delle politiche attuate dalle amministrazioni cittadine dedicate a ciclisti e motociclisti.

 

LA FOTOGRAFIA DI MOTO E SCOOTER

Cresce la quota di spostamenti su moto, ciclomotori e scooter, che è passata dal 2,6% del 2019 al 4,2% del 2023. Solo lieve la crescita del dato riguarda l’accesso alle corsie del trasporto pubblico che rimane comunque consentito solo nel 13% delle città. Sale a 5 il numero di capoluoghi in cui l’accesso è consentito in tutte o nella maggior parte delle corsie (Torino, Parma, Imperia, Ravenna e Taranto), erano 3 nel 2022. L’accesso è invece permesso solo in alcune corsie a Bergamo, Bologna, Como, Padova e Pavia, che rappresentano il 6,8% delle città rispondenti. In questo ambito rimane invariato invece il dato che riguarda la percentuale delle città in cui è consentito il libero accesso alle ZTL, ovvero il 55%.

In merito alla disponibilità di parcheggi moto, solo 8 città dichiarano di averne tra 15 e 40 ogni mille abitanti: lieve l’aumento complessivo dei posti che passa dai 118mila del 2022 a oltre 121mila. Firenze spicca con 96 stalli ogni 1000 abitanti, seguita da Aosta (86), Imperia (62), La Spezia (36) e Bergamo (29); tra le peggiori Napoli, Agrigento, Lodi, Nuoro e Padova. Nel corso del 2023, otto comuni hanno comunque deliberato la realizzazione di nuovi stalli o parcheggi per i veicoli motorizzati a due ruote (Bergamo, Cuneo, La Spezia, Modena, Oristano, Pisa, Trieste, Verona).

In calo i comuni dove è presente un servizio di scooter sharing (elettrici): nel 2023 scendono infatti da 13 a 11 i comuni (Bari, Bergamo, Brescia, Cosenza, Firenze, La Spezia, Lecce, Milano, Pescara, Roma, Torino) che dichiarano di avere un servizio di scooter sharing effettivamente funzionante. In tutti i casi registrati la flotta è composta da mezzi elettrici in free flow, mentre solo in un caso (Cosenza) viene registrata in aggiunta la presenza di un servizio di sharing di mezzi a motore termico. Il totale di scooter in sharing dichiarati dalle città rispondenti è 5.261. Le città con maggiore presenza di veicoli sono Milano (2994 mezzi), Roma (1488), Torino (400) e Firenze (120).

Nota dolente, infine, sul tema sicurezza. Nel 2023, l’attivazione di specifiche misure dedicate al miglioramento della sicurezza dei veicoli motorizzati a due ruote nei due principali strumenti di pianificazione della mobilità urbana continua a non sembrare uno dei temi più importanti per la maggior parte dei comuni italiani. Non è considerata una priorità dal 40% dei comuni, a cui si aggiunge un 28% che la indica come priorità bassa. La tendenza complessiva si dimostra in relativo peggioramento rispetto al 2022: lo scorso anno il 10% dei municipi indicava priorità molto alta, mentre quest’anno il dato è sceso al 6%.

Rimane pressoché uguale al 2022 il numero di comuni che puntano su soluzioni come guardrail dotati di specifiche protezioni a tutela dell’incolumità dei motociclisti in caso di impatto. Il 28,1% dei rispondenti dichiara di averli realizzati (erano il 27,9% del 2022), mentre sono 5 i comuni che dichiarano di volerli ampliare o utilizzare in futuro (Caserta, Catanzaro, Massa, Siracusa, Viterbo).

A Siena e Cremona, in particolare, l’estensione di strade dotate di guardrail con queste caratteristiche supera i 3 km; seguono Grosseto e Terni con oltre 2 km.

 

E LE BICI?

In Italia la disponibilità media di piste ciclabili nei capoluoghi esaminati sale anche nel 2023, raggiungendo 11,02 metri equivalenti ogni 100 abitanti (10,49 metri nel 2022, +53,7% rispetto al 2015). In questo ambito spiccano le città di Reggio Emilia con più di 48 metri equivalenti per 100 abitanti, seguita da Cosenza, Lodi, Cremona e Cesena. Fanalino di coda Vibo Valentia con 0,12 m, l’Aquila, Salerno, Napoli e Avellino.

In crescita il dato sull’accesso alle corsie di trasporto pubblico (permesso nel 54,1% delle città) e la percentuale dei Comuni in cui è consentito il trasporto di biciclette sui mezzi pubblici, che passa dal 57% al 63,3% (nel 30,6% dei casi, tuttavia, il trasporto è consentito solo con bici pieghevoli).

Per quanto riguarda la disponibilità di parcheggi, il 51% delle città ha un numero di stalli che varia tra 1 e 15 stalli/1000 abitanti, mentre le città con il maggior numero di stalli (più di 45 stalli ogni 1000 abitanti) sono solo il 4% del totale dei rispondenti. Dal rapporto emerge inoltre che, nel 2023, 31 comuni hanno deliberato la realizzazione di nuovi parcheggi per le biciclette nei prossimi tre anni per un aumento stimato di circa 4.300 stalli complessivi.

Sul podio per numero di posti disponibili nei parcheggi interscambio biciclette presso stazioni ferroviarie - che salgono sensibilmente rispetto alle precedenti rilevazioni - Bologna e Milano (1500 posti) e Firenze (1200), nelle ultime posizioni invece Campobasso, Isernia e Perugia.

Nel corso del 2023 cresce del 16,3% il numero di biciclette in sharing, dove la tipologia free flow rimane prevalente con il 79,4% e una disponibilità di oltre 33.700 bici nei comuni presi in analisi.

In questo ambito spicca Milano con una flotta di quasi 15mila pezzi, seguita da Roma (6.000), Firenze (4153), Torino (2800) e Bologna (2.300): queste cinque città contano, da sole, quasi il 70% della flotta complessivamente disponibile in tutti i capoluoghi.

Tra le città con il maggior numero di prelievi troviamo Milano, con oltre 5 milioni di prelievi, Firenze, Bologna e Roma, che superano 2 milione di prelievi, seguite da Brescia e Padova.

Quanto alle politiche per la sicurezza, nell’analisi due principali strumenti di pianificazione della mobilità urbana - il Piano Urbano della Mobilità (PUM) e il Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU) - dal nono rapporto Focus2R risulta che per il 25,3% dei municipi considera il miglioramento della sicurezza delle biciclette una priorità molto alta, il 34,3% una priorità alta, mentre il 29,3% considera questo tema una priorità medio-bassa.

Per quanto riguarda invece lo sviluppo di misure in grado di contrastare i furti di biciclette, un sistema di marchiatura e registrazione antifurto promosso o patrocinato dall’amministrazione comunale è disponibile nel 25% delle 89 città che hanno fornito una informazione su questo tema. Infine, salgono i comuni che hanno istituito o previsto forme di incentivi per l’utilizzo di Cargo Bike nella gestione della logistica di ultimo miglio, così come quelli che hanno dichiarato di essere in possesso di una flotta di biciclette utilizzata per i servizi comunali (64, erano 51 nel 2021).

 

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