Attualità
Quale futuro per KTM?
Nemmeno la seconda metà del 2024 sta dando soddisfazioni al gruppo austriaco, che paga soprattutto la contrazione del mercato nordamericano. La strada per uscire dalla crisi è ancora lunga: ecco il responso di fine settembre
Il periodo negativo del gruppo KTM è ormai noto a tutti, come confermatoci dallo stesso direttore vendite, Florian Kecht, durante una recente visita in azienda, ma sono di questi giorni altre notizie fresche che, purtroppo e per il momento, non danno spazio a spiragli di luce.
Dopo il -27% nei ricavi del primo semestre del 2024, che ha fatto correre tutta l’azienda ai ripari, nemmeno lo sviluppo del mercato nella seconda metà dell’anno strappa un mezzo sorriso alla dirigenza austriaca.
Come riportato in un comunicato finanziario ufficiale, “le difficili condizioni macroeconomiche stanno durando più a lungo del previsto. L'economia europea è in stagnazione, con il mercato tedesco in particolare in recessione. Negli Stati Uniti, il potere d'acquisto dei consumatori rimane basso a causa dell'alto costo della vita e del lungo periodo di crediti al consumo costosi”.
In effetti, più che quello europeo, il vero problema di Pierer Mobility AG, la società cui fanno riferimento tutti i marchi, KTM, Husqvarna, GasGas e MV Agusta, sembra essere il mercato statunitense. I dati di immatricolazione disponibili per il periodo da gennaio a settembre 2024 registrano un calo del 6,3% rispetto allo stesso lasso temporale del 2023 e, in particolare, il mese di settembre fa segnare da solo un -14,6% rispetto allo scorso anno, segno inconfutabile che, almeno per il momento, la situazione non accenna a migliorare.
La situazione europea è sicuramente più rosea, le vendite 2024 sono in linea con quelle del 2023 (la nostra Italia segna in realtà un +5% rispetto a gennaio-settembre ’23), tuttavia va considerato che il pubblico si sta spostando sempre più verso il segmento delle motociclette entry level di provenienza orientale, come dimostrano anche i dati riferiti al mercato italiano che vedono le Benelli TRK al comando delle classifiche ormai da anni. Le motociclette premium come BMW GS e Honda Africa Twin resistono, ma la tendenza è quella e non è realistico prevedere inversioni di rotta.
Il gruppo Pierer Mobility sta correndo ai ripari con strategie largamente prevedibili: il primo obiettivo è la riduzione delle giacenze. Ma come fare se il mercato è così rallentato? Inevitabilmente, si spengono temporaneamente alcune linee produttive. In altre parole, si costruiscono meno moto. Conseguenza, amara, di ciò, è la contrazione dell’organico.
Per il 2025, come già ci era stato anticipato da Kecht, il mantra non sarà più “crescita a tutti i costi”, ma si ridimensioneranno le attività sul cammino per tornare ad essere un marchio premium. Fuori di metafora: meno disponibilità di prodotto nei magazzini e presso le concessionarie, per scongiurare l’eccesso di offerta che si è verificato quest’anno e che ha portato ad una inevitabile svalutazione del prodotto stesso.
La “ristrutturazione” colpisce anche il segmento mountain bike, largamente ma non unico colpevole della situazione di crisi attuale. Anche qui, si punta alla riduzione delle scorte e ad un ridimensionamento dell’intera divisione dedicata alle biciclette.
Inutile aggiungere che, come recita il comunicato, “a causa di queste circostanze, Pierer Mobility non raggiungerà le aspettative in termini di ricavi e utili”. Non solo, Pierer Mobility AG ha messo in atto anche strategie apparentemente più drastiche, come la riduzione del consiglio di amministrazione da 6 a 2 membri, con i soli Stefan Pierer e Gottfried Neumeister a farne ora parte, rispettivamente CEO e co-CEO.
Quale futuro attende KTM e gli altri suoi marchi? Nelle previsioni di Florian Kecht, si possono dormire sonni tranquilli, ma di certo la ripresa non è affare di qualche settimana. Staremo a vedere e, nel frattempo, ci auguriamo il meglio.
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