Attualità
Il Coronavirus fa chiudere Ducati
Borgo Panigale ferma le catene di montaggio, altre aziende del settore rivedono i piani produttivi, i piccoli sono costretti a chiudere: si preannuncia un 2020 difficile anche per le due ruote
Gli stabilimenti della Ducati di Bologna resteranno chiusi almeno fino all'inizio della prossima settimana. Una scelta presa dall'azienda, in sintonia con i sindacati, con l'obiettivo di riaprire progressivamente nei giorni successivi a turni ridotti alcuni reparti, opportunamente adattati alle norme di sicurezza per l'emergenza coronavirus. Lo stop è stato deciso in un periodo in cui Ducati è al picco della produzione.
Nelle ultime settimane Ducati aveva già incentivato il più possibile il lavoro da casa e messo in atto alcune azioni mirate a garantire la sicurezza dei propri dipendenti, come riunioni da remoto, il rispetto della distanza minima e la modifica delle postazioni nelle linee di produzione.
I PICCOLI SOFFRONO DI PIU'
Ma non c'è solo Ducati: anche Brembo ha fermato oper una settimana gli stabilimenti italiani, mentre in Austria KTM ha deciso lo stop alla produzione. Ma sono soprattutto le piccole e medie imprese del settore accusano maggiormente la crisi-Coronavirus. Una su tutti, la Polini Motori, che ha abbassato le saracinesche in attesa che passi l'emergenza sanitaria. Altri invece ricorrono alla formula dello smaltimento ferie per i dipendenti e fanno girare al minimo gli stabilimenti produttivi.
UN 2020 DIFFICILE
Tutti quanti, sia le filiali sia le case madri, sono alle prese con la più difficile delle missioni, ovvero riparametrare tutti i piani di produzione al ribasso. Non è chiaro infatti quando finirà l'emergenza sanitaria in Italia. E non si possono prevedere gli effetti del Coronavirus sugli altri Paesi europei, per non parlare degli Stati Uniti.
Del resto, come confida a Dueruote un manager di un'importante casa motociclistica, "se non ci fosse stato il Coronavirus, il 2020 sarebbe stato un anno con numeri importantissimi. Le previsioni di mercato parlavano di +20% a livello europeo. Adesso dobbiamo fare i conti con un anno che, nelle migliore delle ipotesi, si chiuderà con un -20%". Il tutto impatterà grandemente su tutti gli anelli della filiera, ma in particolare sulla rete dei concessionari.
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