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Attualità
La moto: un modo per tornare giovani?
Marco Gentili
il 26/01/2018 in Attualità
Il cinema racconta l'evoluzione dei costumi. Come nell'ultimo film di Carlo Verdone, dove la moto è uno strumento di redenzione e di nuova giovinezza per un 50enne in crisi di identità
La moto: un modo per tornare giovani?
Un amico mi dice: "Oh, ma lo sai che nel nuovo film di Verdone c'è anche Dueruote?". Io non lo sapevo, giuro. Ho anche chiesto lumi al marketing e mi hanno confermato che non si è trattato di product placement. Semplicemente, la produzione di "Benedetta Follia" ha scelto una rivista di moto, optando per la nostra. Il fatto che Verdone, che già adoro a prescindere da questa scelta, abbia scelto Dueruote per inserirlo nel suo ultimo film, me lo rende ancora più figo di quanto non lo fosse qui.
Ma il problema non è se Carlo Verdone sia un grande attore oppure no. Di sicuro, almeno per chi conosce i suoi film, è chiaro come sia un grande appassionato di moto (chi dimentica la sfida col Murena?).
La questione è un'altra ed emerge come elemento ricorrente in molte commedie italiane degli ultimi anni (ricordo a questo proposito Claudio Bisio in "Benvenuti al Nord"). Sto parlando della rinascita dell'uomo di mezza età, dopo una fase di stanca della propria vita, grazie al ritrovato amore per le due ruote. Cos'è la moto, allora? Un modo per sentirsi di nuovo giovani? Oppure una chiave per dare una sferzata a un'identità ingrigita dal tran tran quotidiano? Nel cinema italiano degli ultimi anni la moto ha vissuto questa trasformazione. E' passata da essere complemento ideale dei giovani ribelli a "macchina del tempo" per signori di mezza età.
E questo cosa ci porta a pensare? Due le riflessioni. La prima è positiva. Ossia che in fondo l'età anagrafica non conta, contano solo le motivazioni, la passione. La seconda più terra terra, molto "carnale" e legata a meri motivi economici. Ovvero che il cliente medio della moto è sempre più un 45-50 enne in grado di levarsi un costoso sfizio co due ruote e un motore, e sempre meno un 16enne che brama per la conquista della patente A.
Del resto, come confermano le ultime ricerche, l’adolescenza si dilata, i passaggi cruciali della vita si spostano sempre più avanti nel tempo. E, assieme a questi, anche la decisione di salire in sella. Che è sempre più un bisogno “maturo”. Come insegna Carlo Verdone.
Ma il problema non è se Carlo Verdone sia un grande attore oppure no. Di sicuro, almeno per chi conosce i suoi film, è chiaro come sia un grande appassionato di moto (chi dimentica la sfida col Murena?).
La questione è un'altra ed emerge come elemento ricorrente in molte commedie italiane degli ultimi anni (ricordo a questo proposito Claudio Bisio in "Benvenuti al Nord"). Sto parlando della rinascita dell'uomo di mezza età, dopo una fase di stanca della propria vita, grazie al ritrovato amore per le due ruote. Cos'è la moto, allora? Un modo per sentirsi di nuovo giovani? Oppure una chiave per dare una sferzata a un'identità ingrigita dal tran tran quotidiano? Nel cinema italiano degli ultimi anni la moto ha vissuto questa trasformazione. E' passata da essere complemento ideale dei giovani ribelli a "macchina del tempo" per signori di mezza età.
E questo cosa ci porta a pensare? Due le riflessioni. La prima è positiva. Ossia che in fondo l'età anagrafica non conta, contano solo le motivazioni, la passione. La seconda più terra terra, molto "carnale" e legata a meri motivi economici. Ovvero che il cliente medio della moto è sempre più un 45-50 enne in grado di levarsi un costoso sfizio co due ruote e un motore, e sempre meno un 16enne che brama per la conquista della patente A.
Del resto, come confermano le ultime ricerche, l’adolescenza si dilata, i passaggi cruciali della vita si spostano sempre più avanti nel tempo. E, assieme a questi, anche la decisione di salire in sella. Che è sempre più un bisogno “maturo”. Come insegna Carlo Verdone.
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