Storia del marchio Bimota
La Bimota è una casa fondata a Rimini che produce motociclette dal 1975. Il nome è l’unione delle prime lettere dei cognomi dei tre fondatori, vale a dire Valerio Bianchi, Giuseppe Morri e Massimo Tamburini. I tre fondatori lasciarono mano a mano l’azienda, prima Bianchi, poi Tamburini ed infine Morri nel 1993: Tamburini diventerà il progettista di varie moto che hanno lasciato il segno, dalla Ducati 916 alla MV Agusta F4. La Bimota si è specializzata nella produzione di moto sportive stradali con una caratterizzazione sportiva estrema, e scelte tecniche innovative, costruite attorno a motori di grandi case: dalla sua nascita la Bimota ha utilizzato motori Gilera, Harley-Davidson, Honda, Suzuki, Kawasaki, Yamaha, BMW e Ducati. Le sigle con cui le moto sono denominate hanno generalmente 2 lettere, dove la prima identifica la marca del motore e la seconda è la B di Bimota. Le moto a motore Ducati sono denominate DB, quelle a motore Yamaha sono denominate YB, eccetera. La produzione è sempre limitatissima e i prezzi non alla portata di tutti: il cliente Bimota è un motociclista amante delle moto estreme ad altissimo contenuto tecnologico. Nel 2013’ l’azienda è passata nelle mani degli svizzeri Marco Chiancianesi e Daniele Longoni, che ne hanno spostato la sede legale a Lugano, pur lasciando gli stabilimenti a Rimini. All’attivo della Bimota c’è un Mondiale 350 nel 1980, un Mondiale TT F1 nel 1987, e il secondo posto nel primo campionato Superbike della storia, nel 1988. Oggi la gamma Bimota è composta da 6 modelli. Il più “economico” è la DBx, una Supermotard estrema basata su un motore Ducati con una potenza di 95 CV. La DB8 con motore Ducati da 162 CV ed è affiancata dalla versione deluxe Oronero, mentre la DB9 è una roadster con un motore Ducati da 162 CV. Chiudono la gamma la BB3 con motore BMW da 200 CV e la Tesi 3Dm una naked sconvolgente per le soluzioni tecniche adottate, a partire dalla sospensione anteriore.