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Africa

Dall'Italia al Sud Africa: 21esima tappa

di Anna & Fabio il 15/12/2010 in Africa

Il Mozambico affascina: Anna e Fabio raggiungono Inhambane e poi proseguono. Ma il maltempo e la sabbia molle si rivelano temutissimi ostacoli

Dall'Italia al Sud Africa: 21esima tappa
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Inhambane, la nostra meta del momento, si trova all'estremità settentrionale di una lunga e sottile penisola. Procedendo da nord a sud, arriviamo alla sua altezza anche se ci mancano molti chilometri per raggiungerla. Visto che abbiamo una bella fame decidiamo di fermarci a pranzo proprio di fronte alla città, sull'altro lato del braccio di mare che la separa da terra. Da qui partono dei piccoli traghetti che trasportano solo persone. Così, per sfizio, chiedo se c'è qualche barca in grado di trasportare la moto: si fanno sotto tutti, ma hanno barche poco più grandi di canoe, e perciò decido di fare il giro. Ci metterò un paio d'ore ma sono certo di arrivare. Mentre pranziamo ci rendiamo conto che ci troviamo in un ristorante i cui clienti sono tutti bianchi: da qui in giù la costa è frequentatissima dai sudafricani, molti hanno casa qui e ci vengono perché è un paradiso del surf. Mentre facciamo il nostro pranzo assolutamente analcolico, agli altri tavoli, dove sono seduti omaccioni ridanciani, scorrono fiumi di birra.
Dopo tanti giorni di africa nera, come la si chiamava una volta, la cosa ci fa una certa impressione, oltre al fatto che i camerieri ci rispondono in afrikaner, probabilmente fuorviati dai nostri pessimi inglese e portoghese. Anche le porzioni sono per "grossi calibri" ma si mangia molto bene.
Proseguiamo rinfrancati e rinfrescati da una bella brezza di mare e dal tempo piuttosto nuvoloso. Scendiamo verso sud per circa un'ora e poi deviamo verso la penisola e la risaliamo verso nord. Inhambane è una bellissima cittadina di vacanze degli anni '60: belle case, bellissimi caffè, lunghi viali alberati. Da lì ci dirigiamo verso est attraversando la penisola in direzione della spiaggia di Tofo: anche qui l'asfalto finisce ben prima di arrivare al villaggio.
Procediamo sulla pista sabbiosa scodando di qua e di là, e cercando un posto per dormire. Per trovarne uno libero dobbiamo andare avanti parecchio,ma alla fine ci piazziamo proprio sulla spiaggia. I nostri vicini di camera sono sudafricani e ci fanno felici rimanendo molto impressionati dal racconto del viaggio. Ci offrono il caffè e si informano un po' su tutto. Sono motociclisti anche loro, e tutte le volte che mi avvicino alla moto sono lì a riempirmi di domande.
La spiaggia di Tofo è bellissima, soprattutto per i surfer, ma per chi volesse solo balneare entrare in acqua è piuttosto difficile e rischioso. Nel nostro caso anche il tempo non è stato clemente: dopo diversi giorni di caldo si è rannuvolato e si è alzato un vento piuttosto freddo. Il panorama però rimane incantevole. I nostri vicini si informano un po' su tutto. Quanta benzina porta, come l'abbiamo preparata, come va nella sabbia? Benissimo, sono io che non sono un granché. Peccato, perché da qui a Xai Xai ci sono 50 km di sabbia molle. Molto molle: loro si sono trovati in difficoltà con i 4x4.
La notizia mi disossa: speravo di essermela cavata ieri a pochi chilometri da qui e invece… Cerco sulla carta se c'è una strada alternativa mentre mi ritorna in mente quell'infernale canale in cui sono riuscito a non andare. Niente da fare: c'è solo un percorso possibile, questo.
La mattina della partenza sono piuttosto teso: 450 kg da guidare nella sabbia molle non sono una passeggiata, soprattutto se c'è poco spazio e molto traffico. Resto di cattivo umore per un bel po'. Poi arriviamo al cantiere: non so se a causa della pioggia o perché i lavori sono andati avanti, i 50 km di sabbia ci sono, ma il fondo è piuttosto duro e si viaggia senza difficoltà. Sono comunque sospettoso e non mi rilasso fino alla fine.
Tutto bene: unico momento di scoraggiamento la deviazione in direzione di Xai Xai: i primi metri sono indescrivibili, ma si tratta solo di pochi metri. Arriviamo a Xai Xai molto più rilassati. L'unica cosa che ci tradisce è il tempo: prima di sera comincia a piovere a dirotto e la temperatura scende a picco. La mattina partiamo indossando tutto quello che abbiamo e accendo anche le manopole riscaldate. Per fortuna a Maputo mancano solo 150 chilometri.
Ciao.
www.1bike2people4aid.it
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