Manutenzione
Lampadine moto led o a incandescenza: differenze, pro e contro
Per capire le differenze e qual è la soluzione migliore per la propria moto, ecco la guida alle tipologie di lampadine che spiega le caratteristiche e il loro funzionamento tra led e incandescenza
Una buona illuminazione è fondamentale per una moto, sia per illuminare bene la strada nelle ore più buie che per essere ben visibili già da lontano o in caso di nebbia. La scelta, nel caso di moto con faro a lampadina, si divide tra led o incandescenza. Le prime sono nate più di recente e spesso sono associate a un’illuminazione più brillante ed efficiente, ma non sempre sono la soluzione migliore, le altre invece sono state utilizzate per tutti i modelli di moto fino all'arrivo del LED.
In questa guida spieghiamo le differenze tra le due e il loro funzionamento ma solo in ambito due ruote, per capire quale scegliere in modo da ottenere l’effetto desiderato.
Attenzione, per lampadine a LED non intendiamo i fari più strutturati con fasce a LED, ma solo dell’elemento con le sembianze della lampadina a incandescenza.
Le lampadine a incandescenza
Iniziamo con le più semplici lampadine a incandescenza, utilizzate in larga scala a partire dagli anni 60’ fino a diventare quasi l’unica soluzione fino a qualche anno fa. Semplici per diffusione, ma che utilizzano un sistema ben pensato per ottenere la giusta illuminazione.
Sono strutturate all’incirca come le lampadine di casa; all’interno è presente un filamento in tungsteno in una particolare posizione che garantisce la corretta esposizione della luce. Il filamento è racchiuso in un involucro di vetro che può contenere un gas a bassa pressione, solitamente argon, oppure essere portato a vuoto, una soluzione ormai poco utilizzata. La base della lampadina è composta da una struttura in metallo con una forma particolare che consente di agganciarsi nella giusta posizione al faro, e appena dietro si trovano due puntali ovvero i pin di collegamento all’impianto elettrico della moto.
Il funzionamento di queste è molto semplice; la corrente erogata dall’impianto passa attraverso l’avvolgimento interno alla lampadina, che funziona come resistenza. Questa genera calore che porta il filamento a una temperatura molto elevata causando il movimento degli elettroni superficiali e quindi la generazione di un’onda, che emana fotoni, di lunghezza sufficiente ad ottenere quel colore giallino dei fari delle moto. Un po’ come quando un metallo scaldato a una certa temperatura diventa arancione a causa del calore.
Per indirizzare bene questa luce, il faro è progettato con pareti quasi a specchio che orientano il fascio di luce lungo la strada.
Le lampadine a LED
Le lampadine a LED hanno trovato il loro spazio tra le moto per la loro efficienza, ma spieghiamo prima il funzionamento. In questo caso il funzionamento è più complesso, derivando da soluzioni elettriche e elettroniche e non termodinamiche.
I LED sono composti da due principali chiamate zona p e zona n. Infatti, sono definibili come particolari diodi chiamati a giunzione p-n. A livello macroscopico fanno parte della famiglia dei semiconduttori, così chiamati perché in grado di funzionare in un solo senso e non condurre nell’altro. La lampadina a LED è infatti composta all’interno da diversi strati solitamente silicio, fosforo (per la zona p) e boro (zona n), e per ottenere quell’effetto di luce bianco spesso ricercato, vengono aggiunti altri strati di fosforo sulla superficie in grado di modificare il colore finale della luce. Il LED è racchiuso in un involucro che può essere in una particolare plastica (possibile poiché non si scalda) e una base con forma particolare e connettori come per il caso delle lampade a incandescenza.
In più le lampadine a LED potrebbero avere alla base un piccolo circuito che corregga la corrente in entrata e delle lamelle per dissipare il calore generato dal circuito.
Semplificando molto il funzionamento, come detto si tratta di semiconduttori, in questo caso un particolare tipo di diodo p-n, che riesce a emanare luce tramite il trasferimento di elettroni dalla zona p alla n applicando una tensione adeguata. La propagazione della luce avviene quindi allo stesso (e unico) modo per le due lampadine; il passaggio degli elettroni smuove le particelle di fotoni che si propagano poi all’esterno.
I pro e i contro
Non c’è una regola per definire quale sia meglio o quale peggio, ma le differenze di funzionamento e strutturali tra le due tipologie di lampadina definiscono quale delle due sia più opportuna alle proprie esigenze. Le case costruttrici ormai tendono a utilizzare i LED, per lo più si tratta di fari e non lampadine, per motivi di efficienza. Le lampadine a LED, infatti, emanano un fascio più intenso, forte e concreto e di notte è facile da notare su strada e sono inoltre più durature; a meno di malfunzionamenti hanno una vita pressoché interminabile. La luce è poi più chiara e permette di visualizzare meglio il manto stradale e farsi notare da lontano, sia che si tratti della luce anteriore che di quella posteriore.
Dall’altra sono più costose delle lampade a incandescenza, non si tratta di molto ma comunque più dispendiose. Necessitano poi di corrente e tensione più raffinate, solitamente lavorano a 5 V, solo in corrente continua, e non possono avere cali di tensione poiché smetterebbero di funzionare. Questo comporta un circuito più complesso, non sempre realizzabile alla base della lampadina ma gestito all’interno della centralina.
Le lampade a incandescenza sono più fragili, il filetto tende a spezzarsi dopo tanti utilizzi proprio a causa delle temperature in gioco e la luce è più lieve e meno indirizzabile. Ancora oggi trovano ampio uso, soprattutto su moto più economiche o per dare un senso di “vintage”. D'altro canto costano meno e la sostituzione e sempre immediata. Se poi si va indietro nel tempo o in alcuni casi ancora sulle enduro, si nota che non serve nemmeno sempre una batteria per alimentarle poiché possono utilizzare la corrente erogata dall’alternatore. Per chi se lo ricorda, sui vecchi ciclomotori 2t era comune avere uno “sfarfallio” del faro al minimo, proprio perché non si tratta di corrente stabilizzata. E proprio per questo il collegamento può essere molto semplice.
Una volta il problema si riscontrava soprattutto sul fanale posteriore per la scarsa luce emanata, oggi risolto grazie a una progettazione migliore della struttura.
Quale scegliere
Purtroppo, non sempre si può fare ciò che si vuole. La normativa non è ben chiara riguardo il cambio da una tipologia all’altra, ma mantenendo all’incirca la stessa colorazione non si dovrebbero aver problemi.
La scelta comunque varia a seconda dell’effetto che si vuole ottenere. Naturalmente chi cerca una luce più intensa dovrà spostarsi sulle soluzioni a LED, anche se non sempre è possibile sostituirle senza modifiche all’impianto elettrico. Chi sceglie l’incandescenza lo fa per praticità, è vero che tendono a rompersi più facilmente ma sono comunque più semplici da sostituire nella maggior parte dei casi e hanno un costo irrisorio.
Per non avere problemi al posto di blocco converrebbe seguire le direttive della casa costruttrice, ma in alcuni casi le modifiche sono possibili.
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