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SBK Magny Cours: Razgatlioglu esalta, Rea è campione del mondo
Sul tracciato francese dopo le due vittorie dell'arrembante turco il nordirlandese torna al successo ed è per la quinta volta campione del mondo, un titolo che lo consacra il re delle derivate, il più grande della storia del campionato. Ecco cosa c’è dietro alla sua impresa
Ancora una volta Jonathan Rea è diventato campione del mondo della SBK a Magny Cours. Ma questa volta è diverso. Se nelle passate stagioni il nordirlandese era apparso quasi imbattibile cogliendo successi a raffica da inizio stagione, quest'anno pronti via ha dovuto fare i conti con un avversario che nelle prime gare ha incrinato le sue certezze, Alvaro Bautista. Lo spagnolo al debutto nella SBK su una moto nuova come la Ducati Panigale V4 R ha vinto subito e sembrava non fermarsi mai. Un successo dietro l'altro.
Quelle undici vittorie di fila…
Undici di fila, dall'Australia ad Assen passando per la Thailandia e Aragon. Rea dal canto suo saliva sul podio e non mollava, ma non sembrava avere le carte (e la moto) per stargli davanti. Bautista aveva rotto l'incantesimo. Bautista lo stava spodestando e in molti avevano iniziato a puntare il dito su Rea, qualcuno arrivò persino a mettere in discussione le sue precedenti affermazioni visto che era bastato un "Bautista" per mettere fine al suo regno. Rea, seppure innervosito dalla situazione, insieme alla sua squadra ha pensato che l'unico modo per riprendersi la leadership del suo mondiale era lavorare per colmare il gap. Detto fatto e a Imola qualcosa è cambiato. Anzi da Imola. Il nordirlandese ha vinto Gara1 e la Superpole Race, poi la pioggia ha impedito lo svolgersi di Gara2 (anche se lui voleva correre), ma quella affermazione aveva ridato la speranza a Rea e alla sua squadra. Dall'altra parte, forse proprio da quel momento, qualcosa ha iniziato a non girare più come prima. Alvaro è tornato al successo subito in Spagna, ma lì sono iniziati i primi errori. Alvaro era sempre veloce, ma non era più il mostro e oltre alle vittorie accusava errori e cadute. Rea intanto non mollava e la sua rincorsa, cominciata a Imola, non si sarebbe fermata più. E da inseguitore è tornato prima al comando e poi leader della SBK. Nell'estate la temibile coppia Bautista Ducati ha pure iniziato a scricchiolare, visto che l'accordo per restare insieme non è stato firmato. Al suo posto viene ingaggiato Scott Redding, mentre Bautista prende la strada Honda.
Una domenica incredibile
La stagione prosegue. Alvaro per di più acciaccato vede quel titolo che aveva in mano allontanarsi sempre di più e in Francia in Gara2, dove le speranze di restare ancora in lotta erano ormai al lumicino, la caduta nelle battute iniziali di Toprak Razgatlioglu, sulla cui moto è saltato, lo hanno messo definitivamente fuori. Proprio il ventiduenne turco che sembrava aver scombussolato i piani di Rea, visto che in Gara1 aveva fatto un capolavoro, partito 16esimo era arrivato nel finale a beffare Rea cogliendo il suo primo successo (e il primo del team di Manuel Picchetti) impresa ripetuta nella SuperPole Race, ha ridato lo slancio al campione. A terra Toprak e Bautista, Rea avvisato dal suo team ha rotto gli indugi, e dopo aver piegato la Yamaha di Michael van der Mark e la sua voglia di rifarsi, visto che sabato per stargli davanti era caduto, Johnny è andato a prendersi la vittoria e a festeggiare alla grande la conquista del Mondiale. Sul volto non aveva l'esaltazione della vittoria di Imola nel finale di gara; forse lì era stato così euforico perché nella sua testa aveva capito che una domenica di festeggiamenti come quella francese, sarebbe stata possibile un'altra volta.
Il più grande di sempre!
Rea ha vinto per il suo talento, per la sua determinazione, per la sua forza mentale e per il sostegno del suo team che l'ha sempre assecondato, (forse Bautista non può dire lo stesso), e ha realizzato così un altro sogno, portandosi a casa il quinto titolo mondiale cogliendo 12 vittorie, ora è Jonathan il più grande di sempre della SBK, meglio anche della leggenda Carl Fogarty, e vincere in questo modo dà ancora più spessore al suo talento. Onore al merito a Bautista autore di 15 successi che da questa “sconfitta” uscirà più temprato e chissà che il prossimo anno sulla Honda non sia lui ancora il primo rivale di Rea. Per Ducati resta l'amarezza di aver perso una grande occasione, vincere al debutto con la nuova moto. Per le bolognesi l'ultima affermazione iridata risale al 2011 quando Checa e il team Althea firmarono l'impresa, altri tempi.
La BMW avanza, la Yamaha si rafforza
In Francia va detto che la BMW ha fatto un passo avanti, o forse Tom Sykes è riuscito in Gara 1 a colmare le sue lacune di gioventù. Passo in avanti anche per le Yamaha, oltre alle ufficiali sul tracciato francese ha attaccato dall'inizio alla fine anche Loris Baz con la R1 di Ten Kate. Melandri corre senza sbagliare e si gode le sue ultime gare da protagonista anche se dalla R1 continua a volere di più. Alti e bassi per Chaz Davies, mentre torna nella top ten dopo una lunga assenza Leon Camier sulla Honda.
SSP 300: Gonzalez è il più giovane Campione del mondo nella storia del motociclismo
Mentre i giochi nella SSP restano aperti con la vittoria di Lucas Mahias (un'altra gioia per Manuel Puccetti e per la Kawasaki) e i due piloti di Evan Bros a terra, prima Krummenacher e poi Federico Caricasulo che ha sprecato un'occasione per prendersi un vantaggio in campionato, in Francia si è laureato campione della SSP 300 con la Kawasaki Manuel Gonzalez che con i suoi 17 anni e 25 giorni è diventato il più giovane Campione del mondo nella storia del motociclismo rubando il primato a Loris Capirossi che quando conquistò il titolo mondiale della 125 nel 1990 aveva 17 anni e 139 giorni. Ora è la MotoGP a prendersi lo spazio, domenica prossima si corre in Thailandia. Per la SBK due settimane di pausa, i motori si riaccenderanno in Argentina.
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