Piloti
Fabio Quartararo, la storia di “El Diablo”
Dai successi a raffica in Spagna, ai primi passi nel Motomondiale, a cui è approdato giovanissimo, passando per gli anni difficili fra Moto3 e Moto2, arrivando alla rinascita in MotoGP con la Yamaha fino al trionfo e alla consacrazione di Misano in una domenica che passerà alla storia. Ripercorriamo la storia, e le tappe fondamentali della carriera del pilota francese, il nuovo campione del mondo della MotoGP
Chi segue le categorie giovanili inizia a sentir parlare di Fabio Quartararo nel 2013, quando vince il CEV, il campionato Moto3 spagnolo frequentato da giovani di mezzo mondo e che è considerato il “talent” per eccellenza. E di talento Fabio sembra averne parecchio: è il più giovane di sempre a vincere il titolo e arriva da un filotto impressionante, sempre in Spagna: nella Promovelocidad vince la classe 50 nel 2008, la 70 nel 2009 e la 80 nel 2011, poi nel 2012 vince la Pre Moto3.
Con quel nome e cognome italiani fa un po’ specie scoprire che in realtà è francese, anche se vive a Nizza che è mezza italiana e ha ovviamente origini italiane (in particolare siciliane: i bisnonni partirono da Palermo per Tunisi, poi finirono in Francia). È anche figlio d’arte, il padre Etienne è stato campione di Francia della 125 ed è lui a contagiare Fabio, mentre è la mamma a sobbarcarsi le frequenti trasferte avanti e indietro dalla Spagna in camper nei weekend, visto che l’attività di famiglia (una ferramenta) non può certo permettere lussi.
Fabio comincia a correre giovanissimo, ad appena 4 anni, vince presto e fino all’adolescenza non sbaglia un colpo. Nel 2014 conquista per la seconda volta di fila il CEV, e a quel punto gli si aprono le porte del Motomondiale con un team “giusto”, l’Estrella Galicia 0.0. Esordisce nella stagione 2015 a quasi 16 anni, non è il più giovane di sempre, ma comunque precoce e va forte: due pole e due podi. Bene, anche se non benissimo: a fine stagione è decimo.
Nel 2016 passa in un altro top team, il Leopard Racing, cambiando da Honda a KTM. L’incantesimo però continua a non scattare: chiude tredicesimo in campionato, dietro ai suoi compagni di squadra Joan Mir (quinto) e Andrea Locatelli (nono).
Anziché aspettare la stagione buona, nel 2017 Fabio sale in Moto2. Mentre Joan Mir vince 10 GP in Moto3 Fabio fatica ancora: tredicesimo con solo un sesto posto come miglior risultato. Va meglio nel 2018, con la Speed Up di Luca Boscoscuro fa pole e vittoria in Catalunya, secondo ad Assen, vince ma è squalificato in Giappone. A fine stagione è decimo.
Nel paddock tutti intuiscono il suo potenziale, ma c’è qualcosa che non va dentro di lui: Fabio ha la faccia triste, sembra ritrovarsi un po' solo nel gruppo di Boscoscuro. Che accompagna Fabio in un'altra scommessa, l'ultima, la più grande. C'è un posto nel team Petronas e nel 2019 Quartararo sale in MotoGP senza mai essere veramente esploso nelle classi minori.
La scommessa paga: sarà l’atmosfera del team, sarà la solarità del suo compagno di squadra Franco Morbidelli, sarà la guida della Yamaha semi-ufficiale, sta di fatto che Fabio va forte subito. Quinto tempo all’esordio in Qatar, ottavo in Argentina e pole già a Jerez: a 20 anni e due settimane è il più giovane della storia a partire davanti a tutti in MotoGP. Finalmente si rivede il Quartararo del CEV, che li mette dietro tutti: in qualifica è più veloce di Marquez, Dovizioso, Viñales. In gara non riesce a vincere, ma diventa un abbonato del podio e chiude quinto, miglior rookie dell’anno e accreditandosi come principale antagonista di Marquez.
Nel 2020 resta nella squadra satellite Petronas e si sblocca definitivamente: vince la seconda tappa, a Jerez, poi si ripete la settimana successiva. Vince ancora in Germania ma poi accusa un vistoso calo di prestazioni, salta gli ultimi tre GP e chiude ottavo. Yamaha lo promuove nella squadra ufficiale dal 2021.
Arriviamo al 2021. Nella stagione in cui Marquez è al rientro da un lungo infortunio e Dovizioso è assente tutti i riflettori sono su di lui. Parte fortissimo in Qatar e nonostante i problemi fisici che rischiano di compromettere la sua stagione, gli attacchi di un sempre più veloce Bagnaia, una crisi interna al suo team che vede Vinales fuori a metà stagione, la sua determinazione e il suo talento gli consentono di vincere cinque gare e di laurearsi campione a Misano con due gare di anticipo, rompendo un altro incantesimo: è il primo francese a vincere il titolo nella classe regina. Anche se atipico, che di sé dice: “Sono francese, ma parlo in spagnolo e penso in italiano”. Ereditata la Yamaha ufficiale e il ruolo nel team di Valentino Rossi, Fabio ha saputo far centro al primo anno: un altro record, ma sopratutto un segno di grande maturazione.