Piloti
Fabrizio Pirovano, la storia del Re di Monza
Minuto, schivo, sorridente, di poche parole e tremendamente efficace in moto. Ripercorriamo la carriera di Fabrizio Pirovano uno dei grandissimi piloti italiani del Campionato Mondiale Superbike di cui fu due volte vice iridato
Le immagini di questo servizio sono state riprese dall'articolo in ricordo di Fabrizio Pirovano pubblicato su Dueruote di Agosto 2016
Fabrizio Pirovano è nato a Biassono, un piccolo paese di provincia di Monza, il 1 febbraio del 1960. “Piro”, così era soprannominato, prima di passare alla velocità è stato un crossista di livello: campione italiano cadetti nella classe 50 nel 1977 su TGM, e vicecampione italiano nella categoria 125 juniores tre anni dopo. Si era avvicinato alla pista per curiosità, lui che abitava a un tiro di schioppo dall'Autodromo di Monza.
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Dal cross alla pista
Nella sua vita il 1986 è l’anno della svolta. Fabrizio decide di passare dal cross alle gare di velocità. Non aveva una preferenza netta per l’asfalto, ma le cadute gli avevano causato alcuni problemi fisici che gli avevano impedito di continuare la carriera nel cross e…così aveva deciso di trasferire la sua passione in pista. Una scelta che si è rivelata vincente.
Nel 1987 Piro prende parte al campionato Europeo Velocità in 250, il debutto non è affatto semplice. Chiude la stagione al tredicesimo posto nella classifica generale con soli 15 punti alla guida di una Yamaha. Il campionato viene vinto dal tedesco Mang, davanti a Roth e Sito Pons. Nello stesso anno decide di esordire a livello internazionale, sempre nella stessa classe, la quarto di litro, del Motomondiale durante il Gran Premio delle Nazioni.
Il suo debutto non è dei migliori, in quanto è costretto al ritiro. Sempre nel 1987 decide di partecipare alla gara tedesca del campionato mondiale Formula TT, chiudendo settimo. Nello stesso anno riesce anche a prendere parte alla 24 ore del Bol d'Or su una Bimota YB4.
Pirovano preparò una Yamaha FZ750, insieme all'amico Giuseppe “Peppo” Russo nel garage della sua casa, dal quale si sentiva il rumore della pista di Monza. Fecero una vera Superbike, una moto ispirata allo spirito originario americano di quella categoria
Inizia l’avventura in SBK
Dal 1988 comincia a gareggiare nel Mondiale Superbike: è uno dei primi italiani a prendere parte al campionato per derivate di serie. Nella stagione del debutto, in sella a una Yamaha OW01, riesce ad arrivare secondo con 93,5 punti, dietro soltanto allo statunitense Fred Merkel. Fabrizio in questa stagione riesce a salire sul podio tre volte: ottiene due secondi posti (Gara 1 in Austria e Gara 1 in Nuova Zelanda) e una vittoria, nella prima manche del GP in Francia.
Nel 1989 rimane in sella alla Yamaha. Vince la prima manche al debutto nel GP britannico, ma in Gara2 si piazza solo 18°. In Ungheria, nella seconda tappa, conquista un terzo e un secondo posto. Risultati positivi che mettono nelle condizioni Fabrizio di provare a correre ancora una volta per vincere il Mondiale. Negli Stati Uniti e in Austria arrivano altri due secondi posti, ma il doppio ritiro in Francia lo allontana dalla vetta del campionato. E nonostante altri due terzi posti ottenuti tra Gara 1 in Italia e Gara 1 in Australia, Pirovano deve accontentarsi del quarto posto in classifica generale con 208 punti ottenuti. Davanti all’italiano chiudono Merkel, che bissa il mondiale, Mertens e Roche. Il francese è arrivato terzo, nonostante sia riuscito a ottenere più vittorie degli avversari. La costanza di Merkel ha vinto sulla velocità di Roche.
Sempre in lotta per il Mondiale
È proprio Roche che nel 1990 è il favorito per la vittoria del Mondiale. Il francese esordisce con una doppietta in Spagna, mentre Pirovano fatica a stare al passo e ottiene il primo podio soltanto nella Gara 1 del terzo Gran Premio della stagione. La costanza di Fabrizio lo porta a giocarsi il Mondiale dopo l’ottima prova in Austria, alla settima tappa del campionato, nella quale riesce a vincere Gara 1 e a conquistare il terzo posto nella seconda manche. In Francia, Roche vince entrambe le gare. Il Gran Premio di casa arriva nella tappa successiva per Pirovano che in Italia risponde al francese con una doppietta, ma Roche riesce a difendersi con un 3° e un 6° posto. Fabrizio si ripete anche in Malesia con una doppietta che regala il tempo di sognare, il campionato non è finito. Roche ha diversi punti di vantaggio e nonostante un ritiro nella tappa finale, il francese conquista la vittoria Mondiale con 57 punti di vantaggio su Pirovano che chiude con 325 punti. Nello stesso anno, però, Pirovano riesce a conquistare la vittoria al Campionato italiano di Velocità.
Nel 1991 non c’è storia in Superbike. L’americano Polen vince 17 gare su 26 gran premi. A tutti gli altri piloti rimangono le briciole. Pirovano ottiene solo quattro podi tra cui tre terzi posti e un solo secondo posto, ma sono cinque ritiri che non gli consento di andare oltre al quinto posto con 195 punti totali. Polen chiude davanti a tutti con 432 punti, a 150 punti di vantaggio su Roche. Nel 1992 si ripete la stessa storia con Polen che raddoppia mentre Roche chiude solo secondo; tra gli italiani il più veloce non è Pirovano, ma Giancarlo Falappa. Il pilota della Ducati vince quattro gare in stagione, superando Fabrizio in classifica, riuscendo a ottenere 279 punti. Pirovano chiude quinto a un solo punto di distanza da Falappa. A Pirovano non bastano i cinque terzi posti, i due secondi posti e le due vittorie per avvicinarsi alla vittoria iridata. Sempre nel 92, Pirovano, riesce però a ripetersi nel Campionato Italiano Velocità.
La stagione successiva Pirovano torna a vincere il Campionato Italiano, ma rimane lontana la gioia mondiale. Falappa apre le danze della stagione con tre vittorie consecutive, poi Carl Fogarty risponde. La sfida è apertissima e insieme a loro due ci sono Slight, Pirovano e Russell. La costanza dell’americano infatti riesce a sopperire alle poche vittorie. Sono solo cinque in tutta la stagione a dispetto delle sette di Falappa e alle undici di Fogarty. Pirovano ottiene l’unica vittoria in Portogallo, durante la prima manche, ma la stagione si chiude malamente con un quarto posto con 290 punti. Russell vince il suo primo titolo con 378,5 punti davanti al britannico in sella alla Ducati, Fogarty, con 349,5 punti.
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Arriva la Ducati
Nel 1994 Pirovano lascia la Yamaha, team con cui ha sognato due volte di poter vincere il titolo mondiale, andandoci vicinissimo, ma senza mai riuscire a mettere davvero le mani sul campionato del mondo. La Ducati, dopo Falappa, vuole un altro pilota italiano e la proposta della rossa di Borgo Panigale viene accettata di buon grado dal pilota lombardo. La Ducati è competitiva, ma soprattutto quella di Fogarty che ottiene ben dieci vittorie in stagione, riuscendo a riprendersi il Mondiale proprio su Scott Russell che chiude alle sue spalle con 25 punti di differenza. La prima stagione in Ducati per Pirovano è in salita, sono ben nove ritiri. A fine campionato sono solo tre i podi (due secondi posti e un terzo) che valgono la nona piazza e i 111 punti complessivi. Fortunatamente, per Fabrizio, la stessa stagione è positiva, ancora una volta, nel Campionato Italiano Velocità.
Nel 1995 tra la Ducati di Fogarty e quella di Pirovano ci sono 300 punti di differenza a fine stagione. Il britannico infatti non si ferma e vince un altro titolo mondiale, conquistando 13 vittorie in stagione, per un totale di 478 punti. Fabrizio, invece, si accontenta di un solo secondo posto al debutto, in Gara 1 in Germania. Fabrizio chiude al settimo posto, restando comunque il primo degli italiani.
Campione in Supersport
Nel 1996 Fabrizio abbandona la Superbike, dopo essere stato uno dei pionieri italiani, e passa alla Supersport. Nella stagione del debutto europeo riesce a conquistare la categoria con una Ducati 748 del team Alstare. L’anno successivo nel campionato diventato a tutti gli effetti un mondiale non riuscirà a ripetersi. Nel 1998 Pirovano continua con il team Alstare Corona, lasciando Ducati per passare alla giapponese Suzuki GSX 600R. Pirovano vince cinque gare e chiude con 171 punti davanti a Vittoriano Guareschi, il titolo mondiale Supersport è suo.
Un ritiro che non è un ritiro
Nel 1999, chiude settimo ottenendo solo un secondo posto e tre ritiri. Nel 2000 peggiora, chiude al nono posto, ottenendo soltanto 61 punti. Nel 2001 decide di passare al team DMR Suzuki Italia. Termina la stagione al decimo posto con 67 punti.
Pirovano quell’anno si ritira dalle corse, ma rimane legato al team Alstare Suzuki come consulente tecnico per diverse stagioni… il suo non è stato mai un vero ritiro visto che per pura passione, Fabrizio Pirovano, eterna faccia da ragazzo, ha corso ancora, partecipando - sempre da pilota vincente! - a diverse edizioni della Suzuki European Cup.
Colpito da un male incurabile si spegne il 12 giugno del 2016 all'età di 56 anni. Nel cuore degli appassionati rimarrà per sempre uno dei più grandi piloti italiani negli Anni 90 della Superbike.
Le immagini di questo servizio sono state riprese dall'articolo in ricordo di Fabrizio Pirovano pubblicato su Dueruote di Agosto 2016
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