Fabrizio Pirovano, la storia del Re di Monza
Minuto, schivo, sorridente, di poche parole e tremendamente efficace in moto. Ripercorriamo la carriera di Fabrizio Pirovano uno dei grandissimi piloti italiani del Campionato Mondiale Superbike di cui fu due volte vice iridato
GIÀ CAMPIONE NEL CROSS, UN GIORNO FABRIZIO PIROVANO ANDÒ A GIRARE A MONZA, FU UN COLPO DI FULMINE! NACQUE L'AMORE PER LA VELOCITÀ E PER LA PISTA BRIANZOLA CHE DIVENTERÀ LA SUA SECONDA CASA E IL TEATRO DI VITTORIE STORICHE
Dal cross alla pista
Nella sua vita il 1986 è l’anno della svolta. Fabrizio decide di passare dal cross alle gare di velocità. Non aveva una preferenza netta per l’asfalto, ma le cadute gli avevano causato alcuni problemi fisici che gli avevano impedito di continuare la carriera nel cross e…così aveva deciso di trasferire la sua passione in pista. Una scelta che si è rivelata vincente. Nel 1987 Piro prende parte al campionato Europeo Velocità in 250, il debutto non è affatto semplice. Chiude la stagione al tredicesimo posto nella classifica generale con soli 15 punti alla guida di una Yamaha. Il campionato viene vinto dal tedesco Mang, davanti a Roth e Sito Pons. Nello stesso anno decide di esordire a livello internazionale, sempre nella stessa classe, la quarto di litro, del Motomondiale durante il Gran Premio delle Nazioni.Il suo debutto non è dei migliori, in quanto è costretto al ritiro. Sempre nel 1987 decide di partecipare alla gara tedesca del campionato mondiale Formula TT, chiudendo settimo. Nello stesso anno riesce anche a prendere parte alla 24 ore del Bol d'Or su una Bimota YB4.
Pirovano preparò una Yamaha FZ750, insieme all'amico Giuseppe “Peppo” Russo nel garage della sua casa, dal quale si sentiva il rumore della pista di Monza. Fecero una vera Superbike, una moto ispirata allo spirito originario americano di quella categoria
Inizia l’avventura in SBK
Dal 1988 comincia a gareggiare nel Mondiale Superbike: è uno dei primi italiani a prendere parte al campionato per derivate di serie. Nella stagione del debutto, in sella a una Yamaha OW01, riesce ad arrivare secondo con 93,5 punti, dietro soltanto allo statunitense Fred Merkel. Fabrizio in questa stagione riesce a salire sul podio tre volte: ottiene due secondi posti (Gara 1 in Austria e Gara 1 in Nuova Zelanda) e una vittoria, nella prima manche del GP in Francia. Nel 1989 rimane in sella alla Yamaha. Vince la prima manche al debutto nel GP britannico, ma in Gara2 si piazza solo 18°. In Ungheria, nella seconda tappa, conquista un terzo e un secondo posto. Risultati positivi che mettono nelle condizioni Fabrizio di provare a correre ancora una volta per vincere il Mondiale. Negli Stati Uniti e in Austria arrivano altri due secondi posti, ma il doppio ritiro in Francia lo allontana dalla vetta del campionato. E nonostante altri due terzi posti ottenuti tra Gara 1 in Italia e Gara 1 in Australia, Pirovano deve accontentarsi del quarto posto in classifica generale con 208 punti ottenuti. Davanti all’italiano chiudono Merkel, che bissa il mondiale, Mertens e Roche. Il francese è arrivato terzo, nonostante sia riuscito a ottenere più vittorie degli avversari. La costanza di Merkel ha vinto sulla velocità di Roche.Sempre in lotta per il Mondiale
È proprio Roche che nel 1990 è il favorito per la vittoria del Mondiale. Il francese esordisce con una doppietta in Spagna, mentre Pirovano fatica a stare al passo e ottiene il primo podio soltanto nella Gara 1 del terzo Gran Premio della stagione. La costanza di Fabrizio lo porta a giocarsi il Mondiale dopo l’ottima prova in Austria, alla settima tappa del campionato, nella quale riesce a vincere Gara 1 e a conquistare il terzo posto nella seconda manche. In Francia, Roche vince entrambe le gare. Il Gran Premio di casa arriva nella tappa successiva per Pirovano che in Italia risponde al francese con una doppietta, ma Roche riesce a difendersi con un 3° e un 6° posto. Fabrizio si ripete anche in Malesia con una doppietta che regala il tempo di sognare, il campionato non è finito. Roche ha diversi punti di vantaggio e nonostante un ritiro nella tappa finale, il francese conquista la vittoria Mondiale con 57 punti di vantaggio su Pirovano che chiude con 325 punti. Nello stesso anno, però, Pirovano riesce a conquistare la vittoria al Campionato italiano di Velocità. Nel 1991 non c’è storia in Superbike. L’americano Polen vince 17 gare su 26 gran premi. A tutti gli altri piloti rimangono le briciole. Pirovano ottiene solo quattro podi tra cui tre terzi posti e un solo secondo posto, ma sono cinque ritiri che non gli consento di andare oltre al quinto posto con 195 punti totali. Polen chiude davanti a tutti con 432 punti, a 150 punti di vantaggio su Roche. Nel 1992 si ripete la stessa storia con Polen che raddoppia mentre Roche chiude solo secondo; tra gli italiani il più veloce non è Pirovano, ma Giancarlo Falappa. Il pilota della Ducati vince quattro gare in stagione, superando Fabrizio in classifica, riuscendo a ottenere 279 punti. Pirovano chiude quinto a un solo punto di distanza da Falappa. A Pirovano non bastano i cinque terzi posti, i due secondi posti e le due vittorie per avvicinarsi alla vittoria iridata. Sempre nel 92, Pirovano, riesce però a ripetersi nel Campionato Italiano Velocità. La stagione successiva Pirovano torna a vincere il Campionato Italiano, ma rimane lontana la gioia mondiale. Falappa apre le danze della stagione con tre vittorie consecutive, poi Carl Fogarty risponde. La sfida è apertissima e insieme a loro due ci sono Slight, Pirovano e Russell. La costanza dell’americano infatti riesce a sopperire alle poche vittorie. Sono solo cinque in tutta la stagione a dispetto delle sette di Falappa e alle undici di Fogarty. Pirovano ottiene l’unica vittoria in Portogallo, durante la prima manche, ma la stagione si chiude malamente con un quarto posto con 290 punti. Russell vince il suo primo titolo con 378,5 punti davanti al britannico in sella alla Ducati, Fogarty, con 349,5 punti.CI SONO PILOTI CAPACI DI VINCERE GARE E TITOLI, MA IN POCHI SANNO ENTRARE NEL CUORE DEI MOTOCICLISTI: FABRIZIO PIROVANO ERA UNO DI QUESTi