MotoGP: le INSIDIE del monogomma
I team alle prese con il complesso comportamento dei pneumatici si sono sempre affidati a lunghe analisi di laboratorio. Ora arriva uno strumento rapido e preciso che promette di cambiare le regole
Questa è la versione prototipale del VESevo già usata da molti team in MotoGP
i due classici grafici usati per caratterizzare il comportamento delle gomme: evidente quanto le prestazioni cambino in funzione della temperatura, ma dell’invecchiamento e della percorrenza
Sembra facile
Ma è proprio così? Basta seguire una gara di MotoGP per rendersi conto che la capacità del team e del pilota di interpretare correttamente le gomme fa ancora la differenza: la scelta della mescola, l’usura del battistrada e quindi la tenuta sul finale possono trasformare una probabile vittoria in un decimo posto, o viceversa. Michelin sviluppa senza sosta le sue gomme, ma ai team fornisce una indicazione piuttosto generica: soft, medium, hard. Queste tre etichette racchiudono un’infinità di parametri che gli ingegneri di pista vorrebbero avere... ma devono ricavarsi da soli. Finora questo veniva fatto con lunghe procedure di laboratorio come la DMA (analisi meccanica dinamica), che analizza al variare della temperatura la risposta della gomma a una forza oscillante. La DMA permette di avere una conoscenza approfondita delle caratteristiche della gomma, ma richiede di prelevarne un campione: di conseguenza quella specifica gomma non è più utilizzabile. Un caro prezzo, al quale la DMA consente però di caratterizzare completamente un comportamento che viene definito “viscoelastico”, essendo intermedio tra quello di un solido e quello di un fluido.Quella che vedete è una classica curva di acquisizione del sistema VESevo. Dopo aver misurato la temperatura, l’asta metallica viene sparata contro la superficie della gomma e un sistema ottico misura i rimbalzi, dalla cui forma vengono ricavate le grandezze fondamenta
Il beneficio che un team ha da questo strumento è quindi enorme: in poco tempo, e lavorando direttamente sulle gomme da gara, può arrivare a conoscerne la temperatura di funzionamento ideale, il comportamento in termini di usura, gli eventuali condizionamenti termici necessari per fargli raggiungere le prestazioni ottimali e via dicendo
La pistola nella valigetta
Come certe armi di James bond, lo strumento di cui parliamo non sembra particolarmente raffinato: ha la forma che ricorda un po’ una pistola sparachiodi, e anche il principio di funzionamento è vagamente simile. Dentro c’è infatti una piccola asta che viene “sparata” contro la superficie della gomma; il colpo produce oscillazioni nella struttura della gomma che vengono misurate e studiate. Il tutto dura pochi secondi, ma la cosa veramente importante è la quota di “intelligenza” contenuta in VESevo, vale a dire gli algoritmi che descrivono come la gomma si comporta al variare della frequenza delle sollecitazioni e della temperatura permettendo di arrivare, a partire da poche informazioni, a descrivere in modo accurato il comportamento della gomma in esercizio. Operativamente è necessario realizzare tre misure: una a temperatura ambiente, una a temperatura elevata (per esempio a termocoperte appena tolte) e una a temperatura molto bassa, per raggiungere la quale ogni team ha il suo modo di raffreddare la gomma. Viene poi sfruttato il “principio di equivalenza tra tempo e temperatura”, che si applica ai materiali viscoelastici, per arrivare a risultati che sono equivalenti a quelli di una DMA completa. Il beneficio che un team ha da questo strumento è quindi enorme: in poco tempo, e lavorando direttamente sulle gomme da gara, può arrivare a conoscerne la temperatura di funzionamento ideale, il comportamento in termini di usura, gli eventuali condizionamenti termici necessari per fargli raggiungere le prestazioni ottimali e via dicendo. Informazioni vitali, che hanno fatto sì che le richieste per il VESevo siano esplose: a breve arriveranno infatti sia versioni più raffinate per i top team di MotoGP e F1 che versioni semplificate, destinate ai campionati di livello più basso, dove i team hanno meno personale specializzato al loro interno. E ora che il dato è stato lanciato, le traiettorie di sviluppo non si contano. In versione base, il VESevo potrebbe aiutare i semplici motociclisti a capire quando cambiare la gomma senza affidarsi all’indicazione grossolana del consumo del battistrada, ma potendo sapere quando le caratteristiche e le prestazioni della gomma sono veramente decadute. Già ora, invece, è stato richiesto dai produttori di pneumatici per fare analisi non distruttive della produzione, scoprendo rapidamente se ci sono stati problemi in fase di realizzazione della mescola o nella vulcanizzazione, con semplici controlli a campione a fine linea senza dover aspettare i risultati della DMA, e a costi irrisori.la scelta della gomma giusta fa ormai la differenza tra una vittoria e un decimo posto