MotoGP: Ducati regolare, vittoria di Dovi in Qatar confermata

La corte d’appello FIM ha rigettato il ricorso contro l’appendice aerodinamica utilizzata dalle Ducati di Dovizioso, Petrucci e Miller a Doha

La corte d’appello FIM ha finalmente emesso il verdetto riguardo al reclamo presentato dai team Repsol Honda contro Andrea Dovizioso, Red Bull KTM e Aprilia Racing contro Danilo Petrucci e Suzuki Ecstar contro Jack Miller – ovvero da tutti i team (tranne Yamaha) contro Ducati – per l’ormai famoso “cucchiaio”. Lo stringato comunicato rilasciato dalla FIM nella serata di ieri stabilisce che la funzione del dispositivo NON era principalmente aerodinamica (confermando quanto avevamo scritto nella nostra analisi). La corte ha stabilito più in dettaglio tre cose, e cioè: 1. che il reclamo era formalmente lecito; 2. che la richiesta di vietare il “cucchiaio” e proibirne l’uso nelle prossime gare è respinta e 3. che i risultati del GP del Qatar e i relativi punteggi sono confermati.

Cosa cambierà in futuro

Al di là del merito del giudizio, che ha confermato e stabilito che la funzione principale del “cucchiaio” non è di generare carico aerodinamico (il che significa che i suoi vantaggi sono altri), è evidente dai tempi richiesti dal giudizio (con una audizione fiume tenutasi il 22 marzo scorso) che FIM e Dorna si sono trovati per la prima volta in seria difficoltà nell’interpretazione del regolamento e delle procedure. Possiamo quindi aspettarci nel prossimo futuro modifiche per rendere entrambi più precisi. Questo non vuol dire che l’innovazione sarà bandita dalla MotoGP. È ovvio che la gestione del regolamento è un tema delicato, ma è anche sbagliata la posizione di chi dice “se la MotoGP è la massima espressione delle corse, allora lasciamo i team completamente liberi”. È chiaro che qualche paletto bisogna metterlo, anche perché da che mondo è mondo è compito delle norme indirizzare l’innovazione – come avviene nella tecnologia sviluppata per la produzione di serie, e come è giusto che sia anche per il mondo delle gare con il suo immenso potenziale di ricadute tecnologiche. Giusto essere vigili quindi, ma non c’è quindi da temere che l’ingegno dei progettisti venga mortificato. Il giudizio della corte d’appello federale è anzi un’ottima notizia, che premia quello che da anni (soprattutto con l’arrivo di Gigi Dall’Igna) è il team più creativo del paddock. Ancora una volta Ducati ha tracciato la strada, e gli altri dovranno adeguarsi.