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MotoGP Spielberg: Dovizioso, l'imperatore d'Austria
Una giornata storica per Andrea Dovizioso che in Austria conquista con autorità la sua terza vittoria stagionale sulla Ducati, resistendo agli attacchi di un combattivo Marc Marquez e si rilancia nel Mondiale in cui ora è secondo. Ancora podio per Dani Pedrosa. Jorge Lorenzo parte bene ma chiude quarto. Staccate le Yamaha ufficiali di Maverick Vinales e Valentino Rossi, sesto e settimo
Spielberg, Austria. Sulla stessa pista un anno dopo è ancora una Ducati Desmosedici a trionfare: quella di Andrea Dovizioso.
Se l'affermazione di Andrea Iannone nel 2016 aveva un sapore speciale, perché riportava la Ducati alla vittoria dopo molto tempo (dal successo di Casey Stoner nel GP d'Australia del 2010), quella di quest’anno firmata dal Dovi (secondo nel 2016), al termine di una lotta serrata con Marc Marquez culminata all’ultimo giro, forse dà ancora più gusto al team di Borgo Panigale, perché il forlivese è in lotta per il campionato e con questo trionfo, il terzo stagionale, si avvicina alla vetta: ora è secondo a 16 punti dal campione del mondo e precede di 8 punti Maverick Vinales.
Andrea Dovizioso, al Red Bull Ring, pista dove si stacca molto forte e in cui il motore conta tantissimo, ha corso una gara magistrale: veloce, tattico, capace di non perdere mai la calma, ha esibito una grande serenità dai primi turni di prove, ai momenti prima del via. Ma soprattutto questa volta l’ex campione della 125 si è dimostrato un pilota che ha saputo, insieme al suo team, capire e analizzare alla perfezione la scelta delle gomme. Variabile sempre più determinante nel definire le sorti di una gara in questa stagione. Vincere dà morale e per Dovi ora è alto, perché battere un Marquez “re delle staccate” in quelle condizioni e con quella autorità dà ancora più spessore alla sua vittoria. “È stata una gara pazzesca, ma in realtà è stato incredibile tutto il weekend -il commento di Dovizioso, che ha poi sottolineato - soprattutto l’ultima curva dell’ultimo giro, perché sono riuscito a rimanere lucido e a capire che Marquez ci avrebbe provato. E’ stata una situazione molto difficile perché se Marc avesse chiuso la porta in uscita mi avrebbe portato fuori e superato. Invece sono riuscito a resistere e ho vinto io! Sono molto soddisfatto di come abbiamo gestito tutto il weekend insieme alla mia squadra: riuscire a capire quali erano le gomme giuste era davvero difficile e noi ci siamo riusciti. Abbiamo fatto una grande gara, stiamo recuperando punti in classifica, e abbiamo le carte in regola per lottare per il titolo”.
Per la Ducati un weekend da incorniciare in cui questa volta anche Jorge Lorenzo, quarto al traguardo, ha dato segnali tutto sommato incoraggianti: scattato bene come lui sa fare al via, per molti giri è stato al comando facendo vedere di aver fatto un passo in avanti, ma certo di non avere ancora quello di Dovizioso. Una gara solida la sua l’ha definita un soddisfatto Gigi Dall’Igna, raggiante ed euforico per l’affermazione di Dovizioso. “Andrea ha fatto una gara veramente fantastica - le parole nel dopo gara del Direttore Generale di Ducati Corse - sia dal punto di vista tattico che dal punto di vista sportivo, e la sua vittoria è avvenuta in maniera incredibile, soprattutto nelle ultime due curve. Ho ancora l’adrenalina addosso! Bravissimo Dovi, che ha fatto una gara perfetta, e bravo anche Jorge, che è stato al comando della gara per i primi undici giri ed ha terminato il GP con un buon quarto posto”.
Nel giorno di Dovizioso e della Ducati, Marc Marquez, autore della pole, dopo il successo di Brno di una settimana fa, ha mostrato ancora una volta una condotta di gara all’attacco in cui non si è risparmiato nulla, forte di una Honda in grande forma, come dimostra anche il terzo posto di un veloce e costante Dani Pedrosa che recupera punti preziosi in classifica. Il campione del mondo non ci stava proprio a fare secondo, sa che ogni singolo punto è prezioso, voleva allungare nel Mondiale e ha fatto di tutto per mettere le sue ruote davanti a quelle della Ducati, ma nemmeno il tentativo in extremis all'ultima curva è andato a buon fine.
Con Honda e Ducati a contendersi la vittoria, le Yamaha ufficiali di Maverick Vinales e Valentino Rossi in Austria non sono entrate nella lotta; la prima M1 al traguardo è quella del team Tech 3 di Johann Zarco, quinta. Una gara quasi fotocopia quella di Rossi e Vinales, rispettivamente sesto e settimo sotto la bandiera a scacchi. Per Rossi resta un bel avvio di gara, ma anche qualche errore e soprattutto l’amarezza per non essere riuscito a fare più di così, con una M1 che per sua stessa ammissione soffre più di Honda e Ducati un calo di gomme al posteriore repentino da metà gara in avanti. Rassegnazione e delusione anche per Vinales che ad inizio stagione aveva tutt’altro morale. Ora in Yamaha devono lavorare per risolvere i problemi e riuscire a ricucire il gap già dal GP di Silverstone.
Al Red Bull Ring completano la top ten le Ducati di Alvaro Bautista e Loris Baz seguite dalla KTM di un ritrovato Mika Kallio, qui come wild card. Fuori dai giochi e ritirato Danilo Petrucci. Vincitore lo scorso anno, Andrea Iannone porta la Suzuki all’undicesimo posto, consapevole che qualcosa sulla moto è migliorato, ma c’è ancora lavoro da fare per ambire a ben altre posizioni. Per l’Aprilia la domenica è opaca con Aleix Espargaro, autore di una bella rimonta dalle ultime posizioni, ma alla fine solo tredicesimo.
Da non dimenticare che l’undicesima prova del Motomondiale parla italiano anche nella Moto2 che festeggia un altro trionfo di Franco Morbidelli, al suo settimo successo stagionale.
Ora una piccola pausa e poi tutti di nuovo in pista sul circuito di Silverstone, nel Regno Unito, nel fine settimana del 25-27 agosto.