Motogp
Valencia: come l'ultimo giorno di scuola
In un'atmosfera da fuori stagione, Rossi si dichiara esausto dopo il titolo e Gibernau aspetta di 'disconnettersi'. Ma se i piloti sono psicologicamente demotivati, tra manager e sponsor è tempo di manovre. E non sempre grandi
Valencia (Spa) - Il clima è quello dell'ultimo giorno di scuola ed è normale che sia così alla vigilia del Gp meno importante della stagione, quello con i titoli già assegnati, quello delle passerelle per Andrea Dovizioso, Dani Pedrosa e Valentino Rossi davanti ad un pubblico che si annuncia già da record.
Italia e Spagna si scontrano per l'ultima volta nel corso della stagione in un derby latino che ha segnato la stagione. I dati lo confermano: 18 vittorie per i nostri piloti (9 in MotoGp, 1 in 125 e 8 in 125) contro le 17 degli iberici (4, 7, 6 rispettivamente) e l'Argentina grazie a Porto, a quota cinque che è la terza potenza del mondiale. Il Giappone è a quota 2 e San Marino a 1 con Francia e Australia: sconvolgente. Nazioni come Gran Bretagna, Stati Uniti e Germania proprio non esistono nella geografia delle vittorie in MotoGp.
In compenso se guardiamo agli sponsor, la Spagna ci batte nettamente e si vede. Il paddock è un grande lamento da parte di molta, troppa gente, che non ha ancora un futuro certo. Le squadre le fanno gli sponsor che non sempre hanno persone all'altezza della situazione e non è un caso che la Yamaha abbia una squadra su due ancora da scrivere, che la Honda stia ritirando fuori la settima moto - per Tamada - dopo aver giurato che non avrebbe fatte più di sei e che piloti del calibro di Biaggi, Barros e Melandri non abbiano ancora certezze sul domani. Certo Max all'Hrc, Macio e Barros da Gresini o Pons con le Honda... mah, nemmeno Checa ha annunciato ufficialmente che salirà sulla Ducati.
Tante manovre che con lo sport e la tecnica, insomma con il motociclismo, hanno ben poco a che vedere e intanto la stagione termina e da martedì 2 novembre ne inizia un'altra, con i test delle nuove moto. Chi le guiderà?
Valentino Rossi, siede sulla stessa sedia, nella stessa sala dove anno scorso annunciò il divorzio dalla Honda. Che effetto gli fa ritrovarsi nella sala stampa di Valencia a distanza di un anno e con un titolo vinto con la Yamaha già in tasca?
"Mi sembra che sia passato molto più tempo rispetto allo scorso anno ". E ha ragione, come ha ragione quando afferma che di correre qua non ne ha un gran voglia e che è stanco. Il 2004 di Valentino è stato molto duro e sofferto, meglio, logorante...
"Da un lato è meglio correre senza pressione come mi capiterà qui domenica, però è al tempo stesso difficile mantenere la concentrazione e dare il massimo come in una gara vera". Sì, usa proprio il termina "gara vera" e si capisce anche perché: "Sono stanco per la pressione fisica, per i voli e per la tensione emotiva. E io ho cercato di resistere fino a questo punto. Per fortuna mi alleno, anche se tutti pensano che non lo faccia. Palestra, corsa aerobico e anaerobico. E' un luogo comune che io non mi alleni, era così ai tempi della 125, adesso no , anzi è da un pezzo che mi alleno con costanza. Non faccio vita d'atleta nel senso che vado a letto tardi e mangio quello che voglio".
- Ma le feste, hai assaporato il tuo titolo?
"Sì, ma non del tutto, a me ci vuole tempo e devo aspettare che finisca tutto, anche i test che farò dopo questa gara".
- Insomma, Rossi, è una gara inutile questa? "Fosse per me non sarei neanche venuto (come si faceva una volta, ai tempi di Agostini, quando il campione del mondo magari lasciava spazio ad un giovane per la gara finale).
- Cosa ti aspetti dalla Yamaha durante l'inverno?
"Quello che abbiamo sempre detto, che migliori la moto in quelle aree che erano carenti. L'accelerazione e il comportamento del retrotreno".
E nel finale un'uscita che fa capire che anche Rossi come tutti qui dentro, si sente spremuto come un limone: "No, non ripeterei l'operazione fatta quest'anno di salire su una nuova moto. Ho dimostrato tante cose, ad esempio che il pilota è importante, ma adesso voglio restare alla Yamaha".
- E poi un futuro alla Ducati?
"No".
Quindi siamo sicuri che la carriera in moto di Rossi si chiuderà alla Yamaha.
Ma a Valencia domenica si corre e magari qualcuno vorrà prendersi delle rivincite, tipo Sete .."Voglio e posso vincere, per chiudere un bel campionato, certo c'è più gusto... Per il resto è una gara come le altre, anche se è l'ultima e quindi bisogna impegnarsi, anche se è una pista che non il massimo per la MotoGp, ma per uno spagnolo vincere in casa è sempre qualcosa di molto bello. Dopo la gara abbiamo due sessioni di test per mettere a punto la moto 2005 (e qui ribadisce che lo sviluppo passerà dalle sue mani) e poi mi disconnetterò".
Usa il verbo disconnettersi, come a dire che anche lui ha bisogno di un bello stacco, ma la faccia, diversamente da quella di Rossi che è stanca ma pur sempre vivace, è piuttosto "lunga", segno che Sete ha vissuto male la sconfitta di Phillip Island, quella battaglia che gli è anche costata la guerra, cioè la possibilità di arrivare a Valencia con il titolo ancora aperto, da giocare.
Si spengono le luci e i registratori e ritornano le solite facce, quelle di chi non ha ancora un posto sicuro, quelle dei manager che cercano di far quadrare i conti, quelle degli sponsor che vogliono costruire le squadre sui bisogni commerciali. Dimenticando che nelle corse l'importante è vincere. Questa regola è ancora valida, vero?
Per inserire un commento devi essere registrato ed effettuare il login.