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Un Lamborghini in sella a una Yamaha

di Stefano Borzacchiello il 07/07/2009 in Civ

Ferruccio Jr, un nome importante, protagonista del CIV nella 600 Superstock, ha la Moto2 nel mirino: conosciamo questo diciottenne dalle grandi ambizioni 

Un Lamborghini in sella a una Yamaha
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Chi è Ferruccio Lamborghini Jr? Il nipote del fondatore della storica Casa bolognese, ma più che altro uno dei candidati al titolo nella STK 600 tricoloreChi è Ferruccio Lamborghini Jr? Il nipote del fondatore della storica Casa bolognese, ma più che altro uno dei candidati al titolo nella STK 600 tricolore
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Chi è Ferruccio Lamborghini Jr? Il nipote del fondatore della storica Casa bolognese, ma più che altro uno dei candidati al titolo nella STK 600 tricolore

Se bastasse un cognome importante per andare forte, in Italia con tutti i Ferrari che ci sono avremmo più piloti che impiegati. I Lamborghini sono qualcuno in meno e per loro occuparsi di motori è un obbligo scritto sul codice genetico. poco importa se di auto o di moto. 
Ferruccio Lamborghini Jr, nipote del fondatore della storica Casa automobilistica bolognese, ha scelto le due ruote.


Quando lo incontriamo nell'hospitality del suo team, il Media Action Pro Race, ci racconta come è andata.
Sguardo intenso, sognante, gesti posati, grande disponibilità e un sorriso che buca lo schermo, le sue "armi" per non passare inosservato fuori dalla pista. Si presenta così all'appuntamento e inizia a parlare a fiume, ma pacatamente. Seppur giovanissimo sa già come reggere un'intervista.
"In un pomeriggio di giugno del 2001 davanti alla Tv mi sono emozionato un sacco di fronte alla forsennata, seppur infruttuosa, rimonta sotto al diluvio di un certo Rossi nella classe 500.
Dal divano di casa alla pista il passo è stato breve. Durante le vacanze estive in riviera mi sono fatto accompagnare in un kartodromo per provare una minimoto. Fu un gioco, ma lo rimase per poco". Dopo pochi mesi infatti il papà gli regalò la motina con la quale ha cominciato a correre.
Una storia come tante, verrebbe da dire, fatta di corse in minimoto e di successi come pilota ufficiale Polini e poi ZPF, nelle competizioni regionali e nazionali, ma se non hai quel quid in più non è facile andare avanti e passare alle corse con le moto vere.
L'occasione per fare il salto arriva nel 2006. Si chiama Aprilia Junior GP, il trofeo formativo organizzato dalla Casa di Noale. Ferruccio ha un ottimo ricordo di quell'esperienza. E' andato subito forte, tanto che l'anno successivo è promosso al Campionato italiano e nella stessa stagione disputa addirittura alcune gare del mondiale.
Un percorso di crescita velocissimo, forse troppo. Tanto che sarà lo stesso Ferruccio a interromperlo e a prendere tempo decidendo di non passare al mondiale nel 2008 rimanendo nel Tricolore.
"A fine 2007 avevo due opportunità - ci confida allargando le braccia simulando una bilancia - su due piatti d'argento: andare avanti nel CIV o passare al Mondiale. Io ero convinto di voler andare avanti nell'Italiano e avevo timore di bruciarmi nel mondiale. Del resto dopo aver fatto tre gare iridate non mi trovavo con la moto ed ero indietro in classifica. Lasciai il posto ad un altro…".
Una scelta poco emotiva e molto razionale per un ragazzo di soli sedici anni. "Mio padre mi diceva di fare il mondiale, ma ho fatto di testa mia perché non volevo rimanere deluso".
E mentre racconta queste cose si capisce che è sincero, tanto che se gli chiedete se ha dei rimpianti, risponde deciso: "Se un giorno guarderò indietro, preferirò dire di aver fatto le mie oneste figure nel CIV piuttosto che la comparsa nel mondiale".
Questo il passato, veniamo al presente.
Lasciata la 125 è salito su una R6 nella neonata classe 600 STK nel CIV, dove si è messo subito… tutti dietro. "Se penso che il primo test con la Yamaha l'ho fatto a febbraio, le due vittorie consecutive a Misano e Monza, di cui la prima sotto al diluvio, mi hanno lasciato senza parole".
In realtà ci spiega: "Il segreto è che con la quattro tempi mi sono trovato subito, è più adatta per il mio fisico mentre sulla 125 ci stavo stretto, inoltre devo riconoscere che la squadra mi ha creato intorno un ambiente ideale. Solo così riesco a dare il 150%".
- La STK sarà il tuo futuro?
"Penso che la STK600 potrebbe aprirmi le porte della Moto2 o più realisticamente della SS, ma è ancora troppo presto per fare dei programmi: ora devo vincere il CIV e impegnarmi a scuola…"
- Scuola e moto cosa c'entrano?
"Mio padre è stato chiaro: non studi, non vai in moto. E ha ragione, non voglio fare l'errore di molti che si ritrovano a poco più di vent'anni asini, senza nemmeno un ingaggio".
- Hai parlato di tuo padre, cosa ne pensa la tua famiglia delle corse?
"Mia madre mi ha spinto a fare la Junior GP e le mie quattro sorelle più piccole mi sono sempre vicine anche se in pista non vengono. Almeno da quest'anno mi seguono guardando le gare su MotoTV". 
Non accenna mai invece al nonno, a quel Lamborghini di cui porta non solo il cognome ma anche il nome. Per il resto sembra non aver segreti questo ragazzo che ha il fisico e il volto da divo ma è tutt'altro che un montato, tanto che prima di lasciarci dice: "Se mi chiedi oggi chi è Lamborghini, ti rispondo: un ragazzo, uno come tanti, che va a scuola, a cui piace stare in compagnia e con la ragazza. Uno che ha una grande passione per le moto e che ha la fortuna di correrci… Ah, quasi dimenticavo: è uno che ha anche una bella manetta".
Sorride, ringrazia per l'attenzione si abbassa i grandi occhiali da sole, mette le cuffie del suo IPod e se ne va, come in pista, lasciandosi tutto e tutti alle spalle con serenità. E così deve fare. Ora, infatti, la stagione di Ferruccio è a un bivio delicato. Dopo le due vittorie consecutive nel CIV e la bella prova nel mondiale STK di Monza dove ha vinto la gara salvo poi vedersi togliere il successo per irregolarità tecniche, sono arrivate le prime delusioni.
La prima a Vallelunga nel CIV, la seconda nella tappa del mondiale a Misano: in entrambe le gare una brutta partenza l'ha costretto a forsennate rimonte risoltesi in due scivolate.
Nella prossima tappa del CIV il 12 luglio al Mugello - la pista dove ha mosso i primi passi sulle derivate - vedremo se il "Lambo" avrà imparato la lezione e soprattutto le partenze, in quel caso Andrea Boscoscuro e Fabio Massei i suoi rivali al titolo sono avvisati: batterlo sarà molto dura.

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