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L'alba di una nuova era: le Sportbike

Ottaviano Silano il 08/04/2025 in Civ
L'alba di una nuova era: le Sportbike
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L'alba di una nuova era: le Sportbike

Parte al CIV la nuova classe sperimentale che raccoglie le sempre più diffuse sportive stradali di media cilindrata: motorizzazioni molto diverse, regolamento che cerca di allineare le prestazioni e gare subito combattute

Lo scorso weekend, alla tappa d’esordio del Dunlop CIV a Misano, una categoria inedita si è affacciata sul mondo delle corse italiane: la Sportbike.

Erede della vecchia Supersport300, è la nuova categoria d’ingresso delle derivate di serie e di fatto è la versione moderna della Superbike, che a fine Anni 80 metteva a confronto in pista le sportive più vendute, all’epoca le 750 4 cilindri giapponesi cui si aggiunsero le bicilindriche Ducati.

Oggi che le sportive stradali più vendute sono attorno ai 600-700 cc, con i frazionamenti più disparati, l’idea di metterli a confronto in pista ha più di un punto di interesse. Ufficialmente la Sportbike nasce per colmare parte del gap prestazionale che c’era tra la SSP300 e la SSP, cercando di contenere i costi e attirare nuovi investimenti delle Case ufficiali. Di fatto si propone di essere la vetrina delle sportive di nuova generazione, quasi sempre meno estreme delle moto che ancora animano la SSP.

L'alba di una nuova era: le Sportbike

Gli anni difficili della SSP300

Creata nel 2017 con l’intento di rendere più abbordabile l’ingresso al Mondiale SBK, e dare a tutti o quasi la possibilità di guidare ed inseguire il proprio sogno di carriera tra i cordoli, la Supersport 300 è andata incontro negli anni a molte critiche.

Le moto individuate, pensate per strizzare l’occhio anche ai mercati emergenti dell’Asia, erano però relativamente pesanti e poco potenti (poco più di 40 CV): questo portava a gare di gruppo avvincenti, ma non efficaci nel far spiccare il talento del pilota. A riprova di ciò, di tutti i vincitori del campionato, gli unici che hanno avuto un seguito di carriera di rilievo sono stati Manuel Gonzalez (ora in Moto2) e Adrian Huertas (vincitore della Supersport e ora pilota Moto2).

Inoltre, proprio a causa dei grandi gruppi che si creano, non è raro che si verifichino incidenti pericolosi, talvolta fatali: in 8 anni in SSP300 ci sono stati due morti, contro uno solo in tutte e tre le classi del Motomondiale nello stesso periodo.

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Il campionato: le moto che corrono

Il nuovo campionato Sportbike avrà anche una funzione sperimentale: il CIV, l’IDM (Germania) e il BSB (Inghilterra) saranno i pionieri di questa nuova categoria. Dopo aver attentamente analizzato i risultati e le prestazioni delle moto ammesse, la FIM ha già annunciato che nel 2026 anche il Mondiale avrà la sua categoria Sportbike. Verrà studiato un regolamento che garantisca la competitività di tutte le moto, agendo su peso e potenza erogata.

Un compito che si preannuncia non facile, considerando la varietà di moto e motori che vi potrà partecipare:

  • Aprilia RS660
  • Yamaha YZF-R7
  • Triumph Daytona 660
  • Kawasaki ZX-4RR
  • Suzuki GSX-8R
  • CFMOTO 675SR-R
  • Kove 450RR Pro

Il parco motori è pressoché al completo con bicilindrici, tricilindrici e 4 cilindri in linea, con cilindrate da 400 a 800 cc; e non è detto che nei prossimi anni, in caso di buon successo di immagine, al Campionato non si possano aggiungere altre Case.

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Prima gara e subito bagarre

Al momento alla classe Sportbike del CIV sono iscritti 25 piloti e quattro Case (Aprilia, Kawasaki, Suzuki, Triumph) con Gran Premi che si disputano su due manche come in SBK. Tantissimi come prevedibile i piloti provenienti dalla SSP300, come Mattia Sorrenti (Aprilia REVO/Nuova M2 Racing) che ha vinto Gara1 sabato, davanti a Bruno Ieraci (Triumph CM Racing) e Pierfrancesco Venturini (Aprilia Racing Tech).

Identici i protagonisti di Gara2, con Bruno Ieraci che si è imposto in volata su Pierfrancesco Venturini per soli 2 millesimi di secondo. Terzo Mattia Sorrenti a meno di un decimo, con i primi 5 racchiusi in soli 8 decimi, segno che il regolamento tecnico sta riuscendo a stabilire un buon equilibrio di prestazioni, con potenze che dovrebbero essere livellate attorno ai 90 CV: il doppio delle vecchie SSP300.

L'alba di una nuova era: le Sportbike

Un segmento in crescita: le sportive stradali medie

Capostipite di questa rinata voglia di sportività fruibile è stata l’italianissima Aprilia RS 660, da anni la sportiva più venduta in Europa. Sulla stessa strada è stata seguita da Yamaha che, con la sua R7, ha potuto sfruttare la collaudatissima piattaforma delle MT-07 con l’indistruttibile CP2.

Il successo di queste due moto, soprattutto tra i più giovani, ha spianato la strada anche alle altre Case, che hanno cercato di intercettare l’interesse degli appassionati per questo nuovo segmento sfornando modelli adatti a competere con le due apripista. Il segmento delle sportive è quello che è cresciuto di più nel 2024 trainato dalla RS 660, la sportiva stradale più venduta anche in Italia, con 944 pezzi lo scorso anno.

Proprio il riscontro commerciale di queste moto ha fatto nascere l’idea di sostituire le mai decollate 300 con queste medie cilindrate, idea che si sta finalmente concretizzando. Queste nuove Sportbike abbordabili nei costi, moderne nella progettazione e ben dotate di elettronica possono essere un perfetto punto di partenza e l'anello di congiunzione tra il giovane pilota che vuole proseguire la sua carriera mondiale e il semplice appassionato che vuole muovere i primi passi in pista, a costi abbordabili e senza rinunciare a una buona fruibilità sulle strade di tutti i giorni.

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