Frodi tributarie e concorrenza sleale sono un cancro che danneggia il mercato delle moto tassellate. ANCMA e le Case coinvolte stanno cercando di mettere un freno a questo sistema truffaldino. Vediamo come funziona
È stata una riunione precisa, delicata, a tratti densa, quella che oggi ha voluto mettere in campo ANCMA (L’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) insieme ad alcuni operatori del settore delle due ruote come GasGas, KTM, Honda, Husqvarna e Yamaha, per sensibilizzare gli utenti su acquisti che alimentano frodi tributarie e concorrenza sleale nel mercato delle moto da cross, spiegando quali sono i rischi per chi incorre in questi reati e a quanto ammonta il volume d'affari.
IL GIRO D'AFFARI ILLECITO
Secondo quanto denuncia ANCMA, il giro d'affari di questo mercato illecito delle moto da cross si aggira attorno agli 8/10 milioni di euro ogni anno. In sostanza, sono circa 1.500/2.000 le moto pratagoniste del circuito illegale. In sostanza, una moto su cinque viene commercializzata con questa modalità illegale.
Sempre secondo ANCMA, soltanto il 10% della clientela risulterebbe in buonafede e convinto di aver fatto un buon affare, mentre la restante maggioranza è indiscutibilmente parte del problema. È proprio da questi numeri che l'associazione, insieme alle aziende interessate, è scesa in campo con lo slogan dedicato agli amanti del cross: “Non cedere al lato oscuro, scegli la legalità”.
Questo meccanismo illecito, come vedremo più avanti, porta grosse problematiche non solo al mercato dell'offroad, ma anche allo Stato e a noi tutti, perché non pagare l'IVA è una frode che poi si riverbera sulla cittadinanza. In più, la grande difficoltà nell'arginare questo fenomeno illegale è la particolare modalità con cui vengono vendute le moto da cross rispetto alle altre, ossia senza immatricolazione, senza targa, poiché a livello sportivo e agonistico non è necessario averla. Cosa che permette al mondo dell'illegalità di approfittare di tale situazione e trarne un ingente guadagno.
IL MECCANISMO ALLA BASE DEL MERCATO ILLECITO
L'Avvocato Luca Ponzoni ha spiegato precisamente come avvengono queste transazioni illegali e come sia possibile che tutto ciò riesca e funzioni da tempo senza che qualcuno possa fare qualcosa. Ovviamente, ANCMA ha fatto presente che è stato avviato un processo che, preso o tardi, porterà dei risultati.
Un distributore ufficiale acquista dalla casa madre, al prezzo di listino più IVA. L'azienda acquirente (in buona fede) rivende il mezzo a un'altra azienda a un prezzo maggiorato, ma in regime di sospensione IVA. L'azienda che in questo momento possiede il mezzo viene chiamata "conduit company". La "conduit company" cede la moto da cross a un'altra società, ma fuori dall'Italia, in Unione Europea. Quest'ultima rivende nuovamente il mezzo a un'altra compagnia che viene definita "cartiera". La cartriera vende in Italia a una società che viene definita "broker". A questo punto l'azienda "cartiera" incassa l'IVA, senza versario quel denaro all'Erario. Tra "cartiera" e "broker" spesso sono presenti altre aziende che a catena si frappongono tra questi due poli. L'azienda broker, che viene definita così perché poi vende effettivamente la moto al cliente, cede il mezzo al consumatore finale a un prezzo simile, se non inferiore, a quello di partenza. Lo scopo è non pagare mai l'IVA e consente di aggredire il mercato con prezzi molto più bassi della concorrenza.
Un meccanismo che mette in seria difficoltà un mercato che riguarda circa il 7% del mercato del mondo moto. Di certo non il mercato più ricco, ma una nicchia molto appassionata e dedita a questa disciplina, da cui poi derivano accessori, abbigliamento, iscrizione alla federazione e quant'altro.
QUALI SONO LE PENE?
Queste frodi vengono chiamate "frodi carosello" proprio per via di questa concatenazione di poli ed esistono in goni settore industriale. Più il prodotto è costoso, più è alto è il guadagno per il mancato versamento dell'IVA.
Per chi compie questo tipo di atti illeciti si apre la pena della ricettazione. Un reato che può pesare per un minimo di due anni di reclusione e fino a un massimo di otto e al pagamento di un massimo di circa 10.000 euro.
Per chi invece viene colto come colpevole di aver acquistato una moto - o un prodotto - a questo tipo di mercato viene considerato come reato l'incauto acquisto e rischia l'arresto fino a sei mesi di reclusione e al pagamento di un'ammenda.
GLI OBIETTIVI DELLA CAMPAGNA
Oltre alla perdita in termini economici, c'è anche una questione di brand, che non è quantificabile. Ma da oggi cambiano le cose, ANCMA e le aziende del settore delle moto da cross sono unite. "Abbiamo evidenziato lo stesso problema in sede di riunione con ANCMA. Da lì, ormai circa due anni fa, è iniziata l'idea di mettere insieme i pezzi e coordinare un gruppo di lavoro atto a sensibilizzare l'utente finale" risponde Tommaso Telaro, Managing Director di KTM Group.
L'obiettivo, però, non è soltando quello di dialogare con la clientela, ma quello di "fermare le aziende che si stanno comportando in maniera illecita. Parliamo di una decina di player a livello nazionale. A tendere sarebbe molto bello riuscire a ottenere una targa che possa regolarizzare questo tipo di moto. L'importante è fare fronte unico, far chiduere le attività illecite e creare tavoli di lavoro per una campagna istituzionale e politica" chiosa Pier Francesco Caliari, Direttore Generale di ANCMA.
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