BMW R 1250 RT: nessun luogo è lontano

Vorrei fare una provocazione: tutti i bmwisti che hanno comprato l’ultima R 1250 GS hanno mai provato la sorella RT? Secondo me no, soprattutto quelli che utilizzano la moto per i lunghi viaggi e che di mettere le ruote fuori dal nastro d’asfalto non ne hanno lontanamente idea.

Per capire che quello delle granturismo come la RT sia un segmento poco considerato dalle Case basta scorrere il listino di Dueruote: così come per i SUV nelle auto, infatti, anche nelle moto le crossover hanno e stanno cannibalizzando parecchi settori, ma nessuna “endurona”, per quanto agghindata, potrà mai equiparare o superare il comfort di viaggio di una tourer. E il motivo, prima di tutto, sulla RT dipende dalle sovrastrutture e dalla posizione di guida: manubrio basso (ma non stretto) che consente alle braccia di non affaticarsi, sella larga e dall’imbottitura sostenuta e pedane piazzate lì dove le vorresti avere. E poi c’è la carena che protegge in maniera automobilistica i suoi passeggeri, con il plus della regolazione elettrica dell’ampio parabrezza che consente in ogni momento di “aggiustare” il flusso dell’aria che si desidera ricevere sulle spalle e sulla testa, flusso che viene deviato anche dalle mani grazie agli specchietti, che da decenni sulla RT sono integrati alla carena.

Esteticamente può non piacere la RT, ha forme particolari ed meno ruffiana della sorella GS, ma è difficile rimanere indifferenti al suo fascino e alla sua regalità. E se già da ferma incuriosisce, una volta saggiate le sue qualità dinamiche è difficile separarsi da lei.

Elegante dinamismo

La nuova RT 1250 condivide con la GS la base tecnica, dove il cuore è il nuovo boxer ShiftCam da 1.254 cc. Le RT sono sempre state grandi macinatrici di chilometri, capaci di abbinare al loro spirito da passiste una dinamica di guida svelta. Con quest’ultima release, però, a Monaco hanno raggiunto la quadratura perfetta del cerchio e il merito va tutto alla bontà del motore, della ciclistica e della amalgama complessiva tra ogni area.

Prima dentro. Il comando della frizione idraulica non è uno di quelli che ti dà l’impressione di avere l’attuatore in mano, ma tutto è molto morbido a livello di trasmissione. I primi metri quasi spiazzano: non sono più abituato a guidare delle “bestie” di queste dimensioni con un manubrio piazzato così in basso! Mi basta poco però per abituarmi, anche perché il bilanciamento complessivo della moto è qualcosa di stravolgente: il lavoro fatto dai tecnici tedeschi per cercare un equilibrio tra anteriore e posteriore si sente tutto, e me ne rendo conto soprattutto nel traffico, dove alle basse velocità la RT si muove con la stessa disinvoltura di uno scooter.

In queste condizioni sorprende, perché a dispetto della stazza, una volta vinto l’impatto psicologico, puoi farle fare quello che vuoi, anche perché il cambio si usa davvero poco: il nuovo boxer ha infatti una elasticità straordinaria che consente di tenere la marcia da un bassissimo numero di giri senza imballamenti del motore. Mentre guido tra i palazzoni penso: “Ma se la RT si muove con tale semplicità in città, come si comporterà lì dove è destinata a dare il meglio?”.

Nessuna come lei

Inforco la rampa della tangenziale. Inizio a far allungare il motore. Il sound è sempre pieno, così come la spinta: infilo una marcia dopo l’altra supportato dal quickshift del cambio, che superati i 4mila giri funziona bene (sotto tale regime invece è meno efficace). Casello, biglietto e partenza stile GP: ma quanto va forte questa moto? La RT è spiazzante, perché la protezione aerodinamica estrema non ti fa rendere conto della velocità a cui stai andando. Tu acceleri e lei va forte con naturalezza e il vero riferimento diventano le curve, quando sono costretto ad attaccarmi ai freni per evitare inserimenti a velocità da “straccio di patente”.

In autostrada la RT è un incrociatore, ma è quando abbandono l’autostrada che rimango scioccato, in primis per la sveltezza tra le curve: è grande la RT, ma nel misto danza come una naked. Un po’ di dolcezza nella gestione della fase di frenata/inserimento curva e poi penso solo a gustarmi la strada... Oltre a tutto il pacchetto di elettronica e di accessori, tra cui l’impianto audio che su una moto di questo tipo è un must.

I riding mode Rain, Road e Dynamic (quest’ultimo prerogativa dell’optional “modalità di guida Pro” insieme al DTC, Dynamic Traction Control) modificano parecchio l’erogazione del motore, così come la regolazione elettronica delle sospensioni Dynamic ESA Next Generation “aggiusta” l’assetto e lo compensa in maniera automatica: i tre riding mode hanno tre tarature preimpostate di assetto, ma anche con le mappe Rain e Road è possibile beneficiare dell’assetto Dynamic. Insomma, con il motore 1250 BMW dà nuova linfa alla sigla RT, mai come ora capace di unire alla centralità del comfort di viaggio una grinta prima sconosciuta. Lunga vita alle granturismo.