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KTM 1290 Super Duke GT, Yamaha MT-10 ABS

Andrea Padovani il 05/04/2017 in Prove della redazione
KTM 1290 Super Duke GT, Yamaha MT-10 ABS
KTM 1290 Super Duke GT
1.301 cc / 173 CV / 2 cilindri a V di 75° / Euro4
€ 18.470 c.i.m.
Yamaha MT-10 ABS
998,0 cc / 160,4 CV / 4 cilindri in linea / Euro4
€ 13.550 c.i.m.

Nascono sulla base di mezzi decisamente più sportivi, da cui ereditano il carattere aggressivo. Se ben allestite sono però in grado di affrontare anche le trasferte più impegnative. All'autostrada tuttavia continuano a preferire un tortuoso tratto misto.

Ma che c'entrano le borse laterali e i parabrezza alti con due moto così? La domanda sorge spontanea... specialmente dopo aver percorso qualche decina di chilometri. Belle, gustose tra le curve, aggressive quando serve, la KTM 1290 Super Duke GT e la Yamaha MT-10 sono due "turiste" davvero anomale. A ben guardare, queste maxi naked si prestano a svariate interpretazioni, specialmente la giapponese. Perché se l'austriaca evidenzia anche nel nome una certa attitudine al viaggio (per quanto il DNA sportivo della Super Duke R da cui deriva non lasci spazio a molte interpretazioni...), la Yamaha è una nuda dal piglio sportivo, una vera streetfighter. Ma dopo aver visto al press test (Dueruote Giugno 2016) un esemplare dotato di un pacchetto "touring", ci siamo ingolositi e abbiamo voluto provare la MT-10 in configurazione per le lunghe trasferte. Insomma, due mezzi potenti, nati per divertire e riadattati per...fare altro. E qui occorre aprire il capitolo "accessori", intorno a cui tutto ruota. Già, perché quel "fare altro" dipende molto da come si allestisce la moto: ad esempio, la KTM monta tutta una serie di componenti presi dal catalogo ufficiale Powerparts. Molti con funzione estetica: tappi per i serbatoi dell'impianto frenante, protezioni in carbonio, coperchi, terminale di scarico Akrapovic...Quello che però merita di essere evidenziato in questa sede sono gli optional pensati per le trasferte più lunghe, ovvero la sella ergonomica e riscaldata per pilota e passeggero (249,00+199,04 euro) e le due borse rigide da 30 litri ciascuna (798,98 euro). Queste sfruttano attacchi esteticamente ben congegnati che non fanno storcere il naso quando si viaggia "leggeri". Anche l'MT-10 ritratta in queste pagine è caratterizzata da una serie di optional: quelli più importanti sono la sella comfort (311,12 euro), i paramani (225,92 euro), il plexiglass (198,92 euro) e le borse laterali semirigide in ABS da 40 litri totali con relativi supporti (400,90+253,60 euro). Gli ultimi quattro accessori citati compongono il kit "Touring Lux" disponibile a 863,54 euro (per un risparmio del 20% circa).

Modifiche tecniche mirate

Per entrambe il concetto è il medesimo: si parte da un modello collaudato, si modifica profondamente il motore, si cambia radicalmente l'allestimento e si ottiene una moto tutta nuova. Così è per la KTM che ha trasformato una naked "mangia-curve" (la 1290 Super Duke R) in una divertente touring. A tal fine, il bicilindrico è stato rivisto nelle testate (distribuzione e camera di scoppio) e ha guadagnato un nuovo impianto di scarico, tutto ciò per renderlo più fruibile ai bassi regimi (anche se così si è perso qualche CV per strada). Come sempre sofisticata l'elettronica: c'è il ride by wire, ci sono tre riding mode (Sport, Street e Rain) e c'è il controllo di trazione regolabile. Invariati il telaio a traliccio e il forcellone che però sono abbinati a sofisticate sospensioni WP semiattive la cui taratura cambia in funzione del riding mode inserito. Tra i dettagli di serie vanno segnalati il quick-shift, il cruise control, le manopole riscaldabili e il cupolino regolabile manualmente su 8 posizioni. Per la MT-10 la base di partenza è la SBK stradale YZF-R1: il motore però è stato profondamente rivisto in ogni dettaglio (testata, albero motore, impianto di scarico, bielle, sistema di iniezione...) e l'elettronica semplificata. Via il controllo del gas elettronico e la piattaforma inerziale: rimane il traction control regolabile (su tre livelli), ma che qui lavora solo con i segnali che arrivano dalle ruote foniche dell'ABS. La Yamaha offre di serie anche tre mappe motore (la Standard e le più aggressive A e B), l'ABS (non regolabile), e il cruise control. La ciclistica è invece quasi identica a quella della R1: telaio e forcellone sono i medesimi, cambiano invece le sospensioni e le quote ciclistiche, questo grazie al riposizionamento del tendicatena sulle slitte e alle nuove piastre di sterzo.

Meglio il misto

Due moto che nascono per viaggiare ma che nascondono a stento la loro vocazione ai percorsi guidati. Già, perché in sella alla Super Duke GT e alla MT-10 il divertimento è assicurato, anche quando si viaggia con le borse. Stabilire quale delle due sia la più gustosa... beh, questo ha a che fare più con i gusti personali che con i dati numerici sull'efficacia complessiva. Anche perché, con mezzi accreditati di potenze superiori ai 160 CV (ben 173 nel caso della KTM) è difficile trovare qualcosa da ridire sul carattere dei propulsori. Che, beninteso, rimangono alquanto diversi. Se cercate un'unità accomodante, piacevole, rilassante... beh, è alla Yamaha che dovete guardare: ciò che colpisce è la fluidità complessiva che nella guida in souplesse permette di dimenticarsi del cambio. Magari ai regimi inferiori la spinta non è così corposa... ma la mancanza non si nota, anche perché poi la lancetta del contagiri sale con convinzione e senza incertezze verso la zona rossa dello strumento a quota 12.000 giri, con incrementi velocistici da maxi sportiva. Anche la risposta del gas nei chiudi-apri è morbida e piacevole, almeno fino a quando si usa la moto nella modalità STD. Nella A e soprattutto nella B, che si apprezzano solo nella guida impegnata, viene a mancare un po' di feeling col comando e la guida si fa nervosa. Anche perché le tre mappature si differenziano solo nella risposta del motore e non nella potenza e nella coppia fornita da quest'ultimo, che rimane invariata. Ben diverso è il discorso sul bicilindrico austriaco, un vero portento quando si ruota il gas: ai medi regimi la spinta è superlativa, le marce vengono divorate una dopo l'altra (spettacolare il funzionamento del quick-shift) con l'avantreno che sfiora costantemente l'asfalto. Ai bassi regimi (sotto ai 3.500 giri) il twin austriaco non offre la stessa fluidità di un quattro in linea...ma poco ci manca. Sempre in tema di dolcezza, promozione con lode al ride-by-wire che permette di usare il gas senza remore in ogni situazione, adattando la risposta ai vari riding mode. Che qui sono "veri" riding mode, a cui corrispondono predeterminate curve di coppia, diversi valori di potenza (questo solo nel caso della mappa Rain limitata a 100 CV) e un diverso intervento del traction.

Caratteri a confronto

Con tanti CV a disposizione l'elettronica diventa importante, specialmente il Traction Control: qui non c'è storia, quello KTM è una spanna sopra. Il suo intervento è quasi inavvertibile, taglia quanto basta per evitare l'impennata di potenza quando si esagera col gas (eventualità tutt'altro che remota) e fa scorrere piacevolmente la moto in uscita di curva. Al contrario, quello Yamaha è un po' meno raffinato: nella modalità 3 i tagli sono fin troppo evidenti e avvertibili, e solo scendendo ai livelli 2 o 1 la moto guadagna in fluidità. Solo che a quel punto il problema diventa tenere giù la ruota anteriore. Sì, certo, il divertimento aumenta...ma occorre avere una buona dose di malizia. La Yamaha compensa questa attitudine all'impennata con una ciclistica molto sincera, agile sì, ma mai imprevedibile o nervosa. Le sospensioni in questo senso offrono una piacevole taratura di compromesso che limita gli scompensi d'assetto nello sconnesso, che trasmette ottime sensazioni al pilota in fase di inserimento e che permette di sentire il livello di aderenza dei pneumatici in percorrenza. Insomma, anche i meno esperti non avranno di che lamentarsi e potranno approfittare di una precisione direzionale ottima. Un paio di appunti vanno alla frizione e all'impianto frenante: la prima risulta poco modulabile, il secondo meno potente di quello che ci si potrebbe aspettare, specie il doppio disco anteriore. La KTM è fatta decisamente di un'altra pasta: ben sostenuta di sospensioni (anche grazie al sistema semiattivo WP) offre una maneggevolezza molto elevata e una efficacia tra le curve maggiore, tanto che viene da dubitare sulla sua destinazione touring. Insomma, la Super Duke GT invoglia a spingere, a tirare le marce e a forzare i cambi di traiettoria: lei ripaga con una reattività da sportiva vera e una precisione assoluta. Anche in frenata l'assetto è ottimale, permettendo così di sfruttare appieno la potenza e l'efficienza dell'impianto frenante. Il problema con questa moto, insomma, è contenersi per andare a spasso in tranquillità: così, però, l'austriaca pare un leone in gabbia. A livello di comfort, quello della KTM, non è a livello della giapponese; la posizione di guida è leggermente più caricata verso l'avantreno, le sconnessioni del fondo si avvertono abbastanza e anche la protezione aerodinamica è solo sufficiente nonostante lo schermo regolabile. Ma qui la Super Duke è in buona compagnia visto che anche il plexiglas della Yamaha non offre un riparo adeguato nelle lunghe percorrenze autostradali, lasciando esposti casco e spalle. Un problema? Non tanto...basta optare per una bella strada con curve e controcurve e ci si dimentica di tutto il resto.

Dati Tecnici

 
KTM 1290 Super Duke GT
KTM
1290 Super Duke GT
Yamaha MT-10 ABS
Yamaha
MT-10 ABS

Motore

2 cilindri a V di 75° 4 cilindri in linea

Raffreddamento

a liquido a liquido

Alesaggio corsa

108x71 mm 79,0X50,9 mm

Cilindrata (cc)

1.301 cc 998,0 cc

Rapporto di compressione

13,2:1 12,0:1

Distribuzione

bialbero a camme in testa, 4 valvole per cilindro bialbero a camme in testa, 4 valvole per cilindro

Alimentazione

elettronica Ride by Wire con 2 corpi farfallati da 56 mm iniezione elettronica con 4 corpi farfallati

Lubrificazione

a carter umido a carter umido

Serbatoio (litri/riserva)

23 lt 17 lt

Frizione

multidisco in bagno d'olio con antisaltellamento e comando idraulico multidisco in bagno d'olio con comando meccanico

Telaio

a traliccio a doppio trave diagonale

Materiale

acciaio alluminio

Sospensione ant/regolazioni

forcella rovesciata da 48 mm tutta regolabile forcella rovesciata da 43 mm tutta regolabile

Sospensione post/regolazioni

monobraccio in alluminio e ammortizzatore tutto regolabile forcellone in alluminio e ammortizzatore completamente regolabile

Escursione ruota ant/post

125/156 mm 120/120 mm

Pneumatico ant/post

120/70-ZR17;190/55-ZR17 120/70-ZR17; 190/55-ZR17

Freno anteriore

2 dischi da 320 mm, pinze ad attacco radiale a 4 pistoncini 2 dischi da 320 mm, pinze ad attacco radiale a 4 pistoncini

Freno posteriore

disco da 240 mm, pinza a 2 pistoncini disco da 220 mm, pinza a singolo pistoncino

Lunghezza

2.149 2.095

Altezza sella

835 825

Interasse

1.482 1.400

Peso a secco

205 kg 210 kg

Potenza max/giri

127 kW (173 CV) a 9.500 giri 118,0 kW (160,4 CV) a 11.500 giri

Coppia max/giri

144 Nm (14,68 kgm) a 6.750 giri 111 Nm (11,3 kgm) a 9.000 giri

Prestazioni

Il commento del centro prove

Le due naked in oggetto quanto a prestazioni pure non temono rivali. I tempi registrati in accelerazione sono allineati ad esempio a quelli della BMW S 1000 XR carenata o delle naked sportive Aprilia Tuono V4 1100 e Suzuki GSX-S1000. Questo vale soprattutto per la strabordante Super Duke GT, visto che la Yamaha accusa un leggero ritardo: questo è frutto anche di qualche dif coltà nello stacco da fermo nelle partenze in cui si cerca la prestazione pura e di un'elettronica perfettibile. Nella media per entrambe la prova di sorpasso. Ottima la prestazione in frenata della KTM, un plauso alla Yamaha invece per il dato relativo al peso.

Curva di accelerazione

KTM 1290 Super Duke GT, Yamaha MT-10 ABS

Condizione della prova

Cielo sereno
Vento 1,6 m/s
Temperatura aria 33,7°C
Pressione atmosferica 1.001 mb
Temperatura asfalto 46,0°C

Rilevamenti

 
KTM 1290 Super Duke GT
KTM
1290 Super Duke GT
Yamaha MT-10 ABS
Yamaha
MT-10 ABS

RILEVAMENTI

Velocità a 1500 m con partenza da fermo (tempo) 256,7 km/h (27,2 s) 244,3 km/h (28,5 s)

ACCELERAZIONE

0-400 m 10,9 s (214,1 km/h) 11,5 s (205,5 km/h)
0-1000 m 20,1 s (249,1 km/h) 21,1 s (238,3 km/h)
0-90 km/h 3,1 s (39,4 m) 3,5 s (43,2 m)
0-130 km/h 4,7 s (87,2 m) 5,3 s (96,1 m)

PROVA SORPASSO (nella marcia più alta)

80-130 km/h 4,6 s (135,7 m) 4,7 s (136,5 m)

FRENATA (compreso tempo di reazione convenzionale pari a 1 s)

130-80 km/h 2,3 s (74,5 m) 2,4 s (78,2 m)
50-0 km/h 2,5 s (24,2 m) 2,9 s (25,0 m)

CONSUMO

Urbano 12,5 km/l 12,8 km/l
Extraurbano 16,1 km/l 14,3 km/l
Autostrada (130 km/h indicati) 16,9 km/l 16,1 km/l

PESO

In ordine di marcia e serbatoio pieno 230,0 kg 218,5 kg
Distribuzione masse senza conducente (% ant./post.) 50,0/50,0 50,0/50,0
Distribuzione masse con conducente (% ant./post.) 47,0/53,0 45,0/55,0

Pagelle

 
KTM 1290 Super Duke GT
KTM
1290 Super Duke GT
Yamaha MT-10 ABS
Yamaha
MT-10 ABS

In sella

Sulla Yamaha il pilota è più inserito nella sagoma del veicolo ma il passeggero è solo tollerato: le sue pedane sono troppo vicine al piano di seduta. La KTM, al contrario, è più sportiva ma il "secondo" soffre molto meno.
4.0
4.0

Comfort

Le sospensioni dell'austriaca sono meno "gentili" di quelle della giapponese: quest'ultima, meno estrema della rivale, permette una guida più rilassata. Pari la protezione aerodinamica, non al livello delle vere tourer.
4.0
4.5

Dotazioni

Al netto degli optional installati, la KTM vince alla grande: l'elettronica è più sofisticata, l'ABS è di tipo cornering, le sospensioni sono semiattive, il plexiglass è regolabile, il quick-shift è di serie. Più basilare la giapponese.
4.5
3.0

Qualità percepita

Sia la KTM sia la Yamaha offrono una cura costruttiva elevata e componentistica di prim'ordine: relativamente a quest'ultima, l'austriaca è un passettino avanti: basta osservare le sospensioni e i freni per capirlo.
4.5
4.0

Capacità carico

La valutazione non considera gli optional. Il risultato è invece ben diverso se valutiamo le valigie installate: grandi e pratiche quelle KTM (4 stelle), di media dimensione e non impermeabili quelle Yamaha (3 stelle).
2.5
2.0

Motore

Quanto a prestazioni siamo al top, specialmente il twin austriaco, aiutato da un'elettronica sopraffina. Trattabilissimo il quattro in linea Yamaha, perfettibile però nella sua gestione (traction e riding mode).
4.5
3.5

Trasmissione

Il cambio è ottimo per entrambe, solo che la KTM ha di serie il quick-shift (per la Yamaha è optional), un gadget davvero godurioso. L'MT-10 è penalizzata anche da una frizione poco modulabile.
4.5
3.0

Sospensioni

Ben sostenute e altrettanto ben tarate (in maniera semiattiva) le unità WP della KTM, che accettano di buon grado la guida sportiva. Più gentili ma ottime quelle della Yamaha, che permettono anche una guida rilassata.
4.5
4.0

Freni

L'impianto frenante della KTM è da vera racer quanto a potenza e modulabilità, ed è gestito da un ABS efficiente (e di tipo cornering). Meno incisiva la terna di dischi Yamaha e il suo ABS: e i numeri lo dimostrano.
5.0
3.0

Su strada

Caratteri differenti, gusto garantito in ogni caso. Più incisiva e veloce l'austriaca, più turistica e confortevole la giapponese. Entrambe hanno delle ottime carte da giocare sul tavolo dell'efficacia globale.
4.5
4.0

Versatilità

A parità di allestimento, comprensivo degli optional per viaggiare, emerge la maggior praticità della KTM. Rimane comunque il fatto che tanto la KTM quanto la Yamaha si possono utilizzare a 360°.
4.5
4.0

Prezzo

La bilancia pende decisamente a favore della MT-10, una maxi offerta a prezzo da saldo. E anche considerando il costo finale con gli optional (15.375,49 euro la Yamaha, 21.747,16 la KTM) la valutazione non cambia molto.
3.0
4.5

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