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Yamaha XT 1200 Z Super Ténéré , Kawasaki Versys ABS, Suzuki V Strom DL 650 ABS Traveller

Alfredo Verdicchio il 05/05/2012 in Prove della redazione
Yamaha XT 1200 Z Super Ténéré , Kawasaki Versys ABS, Suzuki V Strom DL 650 ABS Traveller
Yamaha XT 1200 Z Super Ténéré
660 cc / 35,0 kW (48 CV) / 1 cilindro / Euro 3
€ 7390 c.i.m.
Kawasaki Versys ABS
649 cc / 47,0 kW (63,9 CV) / 2 cilindri in linea / Euro 3
€ 7990 c.i.m.
Suzuki V Strom DL 650 ABS Traveller
645 cc / 49,0 kW (67,0 CV) / 2 cilindri a V di 90° / Euro 3
€ 8180 c.i.m.

Tre misure, tre modi di vivere la moto: 17, 19 o 21, ovvero il diametro delle ruote anteriori. Agli estremi la passione, in mezzo la ragione. Quale scegliere? Solo il cuore ve lo può dire, nel loro ambito sono tutte promosse

Siori e siore, prego, venite. Non spingete per piacere, ce n'è per chiunque e per tutti i gusti: 17,19 o 21, liscia o scolpita, con o senza borse! A voi la scelta... Forma di pagamento, il baratto: in saponette per la Kawasaki Versys, piccioni viaggiatori per la Suzuki V-Strom e cammelli per la Yamaha XT660Z Ténéré!» Al mercato delle pulci che ci siamo divertiti ad immaginare queste tre moto sarebbero di certo il pezzo forte del bancone. Il messaggio comunque è chiaro: anche se la convenzione obbliga a catalogarle nel vastissimo segmento delle «enduro stradali», in cui qualcuno mette anche la nuova Ducati Multistrada 1200, ognuna delle tre giapponesi ha una sua prerogativa ben definita. Ad accomunarle solo la cilindrata e le prestazioni alla portata di tutti, per davvero. Senza dimenticare la facilità con cui si portano a spasso. Non importa quale delle tre sia, si sale in sella e in pochi metri ci si ritrova a guidarle senza patemi.

Sull'asfalto

A questo punto, quale scegliere? Bella domanda, davvero. Visto che una di riserva non c'è, la risposta che vien da dare è di una semplicità disarmante: quella che più si sposa con il motociclista che è in voi. Prendiamo la Kawasaki Versys: ruote da 17', pneumatici stradali, sospensioni lunghe ma non troppo, fisico snello e una ciclistica svelta. Non ci sono dubbi sul fatto che il suo regno sia l'asfalto. Datele due curve in sequenza dove conta l'equilibrio dinamico e un motore pronto e vedrete come saprà divertirvi. Le quote ciclistiche offrono il giusto mix di stabilità sul veloce, precisione e reattività in curva. Nella fase di ingresso è molto lesta e quando c'è da chiudere la traiettoria basta una piccola spinta sulla pedana interna e lei piega in tutta sicurezza. Di certo la scelta di un pneumatico non troppo largo al posteriore aiuta, anche se il grosso del lavoro lo fa l'avantreno, solido e molto comunicativo. La forcella gode di una scorrevolezza e un'idraulica più che discrete se si pensa al tipo di moto e al prezzo di vendita. Ci si fida anche quando si forza un ingresso con ancora i freni «in mano». Questi, ancora oggi, sono l'unico aspetto poco sportivo della Versys e, come sulle precedenti versioni, non convincono fino in fondo: il mordente c'è ma il comando al manubrio è troppo spugnoso e poco comunicativo. In sella alla Versys viene naturale anche macinare centinaia di chilometri in autostrada, meglio con il kit di borse in optional. La sella è ben disegnata (anche se alla lunga risulta un po' dura), mentre il cupolino, regolabile su tre posizioni, protegge il busto abbastanza da rendere vivibile un Milano-Savona senza soste. Non troppo nascoste invece le vibrazioni che si avvertono su pedane e manubrio superati i 4500 giri fino al raggiungimento degli alti regimi. Il montaggio elastico del propulsore non ha sortito l'effetto sperato, anche se è vero che la guida e il motore divertenti della Versys fanno passare questo problema in secondo piano: solo una volta scesi ci si accorge del formicolio alle mani. Il twin della Kawasaki è il più appagante dei tre, non solo perché è il più reattivo nel rispondere al comando del gas, ma anche per la spinta che ha tra i 4000 e i 7500 giri: in qualsiasi rapporto la Versys reagisce con verve. Un difetto però lo ha: è un po' ruvido ai bassissimi regimi e quando si va a riprendere il gas sotto i 2300 giri «scalcia». Se da un lato denota carattere, dall'altro infastidisce, specie in città.

Sì... viaggiare!

Tanto asfalto anche per la Suzuki V-Strom, specie in questa versione Traveller attrezzata di tutto il necessario per il suo ambito ideale: il viaggio. Il biglietto da pagare è di poco più salato delle due «concorrenti», ma sono compresi una serie di accessori utili: paramani, puntale, cavalletto centrale e bauletto con poggiaschiena incorporato. Una volta in sella alla V-Strom non si scenderebbe mai. Chilometri e chilometri in compagnia dell'enduro di Hamamatsu senza mai fermarsi. Sembra impossibile ma se si è bravi e parsimoniosi nello spalancare il gas, la prima sosta arriva dopo 400 chilometri. Tanti? Durante la nostra prova abbiamo rilevato un consumo medio di 18,9 km/l tanto che, considerati i ventidue litri di capacità del serbatoio, rimanere «a piedi» diventa un'impresa. Il pilota gode di una buona protezione data dall'ampio parabrezza regolabile che devia l'aria non solo dal busto e dalle spalle, ma anche da buona parte del casco. La sella poi è ben sagomata, larga e imbottita mentre l'ergonomia non convince del tutto: il manubrio rimane un po' lontano e il piano di seduta troppo vicino alle pedane. Ma la comodità è confermata anche dal passeggero che tra la seduta comoda e ampia, le pedane ben disposte e il poggiaschiena rischia di appisolarsi. A tutto questo va aggiunto che, tra le tre, è quella che vibra meno, molto meno. L'animo stradista e poco endurista è accentuato dalla ciclistica: il telaio a doppio trave in alluminio, le sospensioni con escursione quasi da naked e i cerchi in lega la dicono lunga. E, infatti, nel guidato non fa certo brutta fi gura. Tanto in ingresso di curva quanto nei cambi di direzione la Suzuki è stabile e intuitiva. Si riesce ad andare forte senza troppo impegno a patto di adottare una guida rotonda e pulita. Bisogna farla scorrere, buttandosi in pieghe decise col supporto del bicilindrico e della sua buona spinta. A dire il vero con l'arrivo dell'Euro3 ha perso molto. Il twin allunga bene ma con poca personalità e un'erogazione fin troppo piatta: per avere un po' di brio bisogna superare i 7000 giri.
Eccentrica come poche, la Yamaha XT660Z Ténéré è la più eccentrica del lotto con quell'estetica tanto sgraziata e la sfrontatezza con cui mostra il «muso». In città diverte da matti, dove buche, traffico e qualsiasi altro ostacolo architettonico viene divorato con disinvoltura, con quell'arroganza di chi si sente libero di poter fare quello che vuole. È meno appagante invece nei trasferimenti a lungo raggio, dove le vibrazioni, la sella ben conformata ma costrittiva nei movimenti e il motore sono i limiti maggiori. Il «mono» di Iwata non è certo fatto per viaggiare né per divertirsi, visto che allunga poco e ha un range di utilizzo limitato: dà il meglio di sé tra i 4000 e 6000 giri, poi si «spegne». Nel misto breve però sa difendersi, visto che tra i 1500 giri e i 3000 ha anche uno spunto interessante nonostante i pochi CV. La ruota stretta da 21' le dona una discreta maneggevolezza, ma riduce il feeling con l'avantreno anche per il minore grip offerto dal tassello. Inoltre, nonostante le sospensioni siano ben tarate, non riescono per forza di cose ad opporsi ai notevoli trasferimenti di carico se la guida diventa aggressiva. Viene meno così la precisione in curva, l'avantreno si fa «liquido» mentre il posteriore perde in fretta aderenza, anche solo sfiorando il freno posteriore. In più, tra le tre, la Ténéré è quella che soffre maggiormente il pieno di carburante: quando il serbatoio è colmo l'anteriore si appesantisce e ciò penalizza nei cambi di traiettoria e soprattutto nell'offroad. Abbandonata la civiltà per seguire il richiamo della natura emerge il lato selvaggio della Yamaha: qui stupisce per quanto sia efficace pur non essendo una moto specialistica. Le «gambe» lunghe permettono di affrontare molti degli ostacoli tipici dell'offroad, come buche, pietre e dislivelli. Il motore, poi, è una manna: potente il giusto e soprattutto pronto nel tirare fuori dai guai. Con i pneumatici artigliati veri, poi, diventa quasi inarrestabile.

Dati Tecnici

 
Yamaha XT 1200 Z Super Ténéré ABS
Yamaha
XT 1200 Z Super Ténéré
Kawasaki Versys 650 ABS
Kawasaki
Versys ABS
Suzuki V Strom DL 650 ABS Traveller
Suzuki
V Strom DL 650 ABS Traveller

Motore

monocilindrico a 4 tempi 2 cilindri in linea trasversali a 4 tempi 2 cilindri a V di 90° a 4 tempi

Raffreddamento

a liquido a liquido a liquido

Alesaggio corsa

100,0x84,0 mm 83,0x60,0 mm 81,0x62,8 mm

Cilindrata (cc)

660,0 cc 649,0 cc 645,0 cc

Rapporto di compressione

10,0:1 10,6:1 11,5:1

Distribuzione

monoalbero a camme in testa con comando a catena e 4 valvole bialbero a camme in testa con comando a catena e 4 valvole per cilindro bialbero a camme in testa con comando a catena e 4 valvole per cilindro

Alimentazione

elettronica iniezione elettronica a iniezione elettronica

Lubrificazione

a carter secco a carter umido a carter

Serbatoio (litri/riserva)

22 litri (riserva nd) 19 litri (riserva nd) 22 litri (riserva nd)

Frizione

multidisco in bagno d’olio, comando meccanico multidisco in bagno d’olio e comando meccanico multidisco in bagno d’olio con comando meccanico

Telaio

a doppia culla a traliccio in tubi a doppio trave diagonale

Materiale

acciaio acciaio acciaio

Sospensione ant/regolazioni

forcella da 43 mm regolabile nel precarico della molla forcella rovesciata da 41 mm regolabile nel precarico molla forcella da 43 mm regolabile nel precarico della molla

Sospensione post/regolazioni

forcellone con monoammortizzatore regolabile nel precarico della molla forcellone con monoammortizzatore regolabile nel precarico molla e ritorno idraulico, escursione ruota 145 mm sospensione posteriore, forcellone con monoammortizzatore regolabile nel precarico molla e ritorno idraulico

Escursione ruota ant/post

210 mm/ 200 mm 150 mm/ 145 mm 150 mm/ 150 mm

Pneumatico ant/post

ant. 90/90-21, post. 130/80-17 ant. 1202/70-ZR17, post. 160/60- ZR17 ant. 110/80-19, post. 150/70-17

Freno anteriore

a doppio disco flottante in acciaio da 298 mm e pinze a due pistoncini a doppio disco flottante in acciaio da 300 mm e pinze a doppio pistoncino a doppio disco in acciaio da 310 mm e pinze a doppio pistoncino

Freno posteriore

a disco singolo in acciaio da 245 mm e pinza a singolo pistoncino a disco singolo in acciaio da 220 mm e pinza a singolo pistoncino disco singolo in acciaio da 260 mm e pinza a singolo pistoncino

Lunghezza

2260 2125 2290

Altezza sella

895 845 820

Interasse

1500 1415 1555

Peso a secco

206 kg 209 kg 217 kg

Potenza max/giri

35,0 kW (47,6 CV) a 6000 giri 47,0 kW (63,9 CV) a 8000 giri 49,0 kW (67,0 CV) a 8800 giri

Coppia max/giri

58,0 Nm (5,9 kgm) a 5500 giri 61 Nm (6,2 kgm) a 6800 giri 60 Nm (XX,X kgm) a 6400 giri

Prestazioni

Il commento del centro prove

I test hanno mostrato come il bicilindrico della Versys abbia quel qualcosa in più rispetto alle due concorrenti. Nella prova di accelerazione e nelle velocità di uscita dai vari traguardi, la Kawasaki fa segnare prestazioni superiori, seguita a ruota dalla V-Strom che, però, paga un peso superiore e un cambio non precisissimo. Escludendo la Ténéré, oggettivamente non confrontabile con le altre due, la prova di sorpasso mette l’accento sulla maggiore prontezza ai medi regimi della Kawasaki e sull’appiattimento prestazionale del motore Suzuki, distanziato di oltre 3 s. I dati risultanti dalla prova frenata sono in controtendenza rispetto alle sensazioni rilevate dai tester durante la prova su strada: qui la Versys supera se stessa staccando un tempo da sportiva. Insomma, nel caso di frenata da panico l’impianto risponde bene. In linea anche quelli della Suzuki e della Ténéré che pagano lo scotto di pneumatici semi-tassellati e misure del cerchio anteriore fuoristradistico.

Curva di accelerazione

Yamaha XT 1200 Z Super Ténéré , Kawasaki Versys ABS, Suzuki V Strom DL 650 ABS Traveller

Condizione della prova

Cielo sereno
Vento 1 m/s
Temperatura aria 21°C
Pressione atmosferica 1001 mb
Temperatura asfalto 31°C

Rilevamenti

 
Yamaha XT 1200 Z Super Ténéré ABS
Yamaha
XT 1200 Z Super Ténéré
Kawasaki Versys 650 ABS
Kawasaki
Versys ABS
Suzuki V Strom DL 650 ABS Traveller
Suzuki
V Strom DL 650 ABS Traveller

RILEVAMENTI

Velocità a 1500 m con partenza da fermo (tempo) 159,6 km/h (40,0 s) 183,7 km/h (35,7 s) 176,3 km/h (36,6 s)

ACCELERAZIONE

0-400 m 14,4 s (143,1 km/h) 13,1 s (158,8 km/h) 13,4 s (156,9 km/h)
0-1000 m 28,7 s (157,5 km/h) 25,8 s (178,7 km/h) 26,2 s (173,5 km/h)
0-90 km/h 4,7 s (70,1 m) 3,7 s (50,4 m) 4,1 s (56,2 m)
0-130 km/h 10,5 s (251,0 m) 7,3 s (161,4 m) 7,9 s (174,1 m)

PROVA SORPASSO (nella marcia più alta)

80-130 km/h 9,8 s (293,4 m) 5,4 s (166,2 m) 8,6 s (252,1 m)

FRENATA (compreso tempo di reazione convenzionale pari a 1 s)

130-80 km/h 2,7 s (85,9 m) 2,2 s (71,7 m) 2,4 s (77,1 m)
50-0 km/h 2,6 s (25,6 m) 2,2 s (21,5 m) 2,4 s (23,8 m)

CONSUMO

Extraurbano 18,1 km/l 20,3 km/l 18,9 km/l

PESO

In ordine di marcia e serbatoio pieno 221,5 kg 213,0 kg 232,0 kg
Distribuzione masse senza conducente (% ant./post.) 47,5/52,5 49,0/51,0 47,0/53,0
Distribuzione masse con conducente (% ant./post.) 44,5/55,5 45,0/55,0 46,0/54,0

Pagelle

 
Yamaha XT 1200 Z Super Ténéré ABS
Yamaha
XT 1200 Z Super Ténéré
Kawasaki Versys 650 ABS
Kawasaki
Versys ABS
Suzuki V Strom DL 650 ABS Traveller
Suzuki
V Strom DL 650 ABS Traveller

In sella

La più estrema è la Ténéré dove il disegno della sella obbliga il pilota ad una sola posizione, stancante nei lunghi tragitti ma adatta anche al fuoristrada. La Suzuki sembra uno scooter: sella largha, un po’ bassa e con il manubrio lontano. Più simile a una naked quella della Kawasaki, perfetta per il misto.
3.0
3.5
4.0

Comfort

La Suzuki ha il voto più alto per la buona imbottitura della sella, le vibrazioni molto contenute e il parabrezza che protegge. La Kawasaki invece ha un assetto molto rigido e vibrazioni su pedane e manubrio. Molto simile la Yamaha su cui, inoltre, alle alte velocità si crea qualche turbolenza.
3.0
3.5
4.5

Dotazioni

Nella versione Traveller la V-Strom ha tutto: il cavalletto centrale, l’ABS e il bauletto. Bene anche la Versys che - rispetto alla Ténéré - ha entrambe le leve al manubrio regolabili e l’ABS. La Yamaha ha i paracolpi ai lati del serbatoio ed è l’unica che può montare un vero pneumatico tassellato.
3.5
4.0
5.0

Qualità percepita

Qui la Versys è quella che convince di più: belle e ben accoppiate le plastiche, telaio e motore dall’estetica pulita. Mezza stella in meno per la Yamaha perché la zona del motore è poco ordinata. La Suzuki invece paga gli anni che ha e che dimostra tutti: urge rinnovamento.
3.5
4.0
2.5

Capacità carico

Massimo dei voti per la V-Strom: il baule di serie contiene due caschi e all’occorrenza la sella larga è un ottimo appoggio. Molto simili la Versys e la Ténéré: entrambe possono contare sulla stretta seduta del passeggero o sugli optional.
2.5
2.5
5.0

Motore

La Versys ha una marcia in più, specie ai medi regimi, però sotto i 2300 giri «scalcia». La V-Strom invece è più fluida ma delude un po’: l’erogazione è lineare però l’Euro3 le ha tolto tutta la verve che aveva ai bassi-medi regimi. Piacevole solo nel misto la Ténéré che dà tutto e subito in un range troppo breve.
3.0
4.0
3.5

Trasmissione

La V-Strom è quella con il cambio più a punto e rapido negli innesti (usato turisticamente), mentre delude un po’ quello della Versys, duro e legnoso soprattutto nel passaggio tra la prima e la seconda marcia. Discreto quello Yamaha, preciso anche se non troppo morbido.
3.0
2.5
4.0

Sospensioni

Su strada è la Kawasaki a offrire il pacchetto migliore, solida e precisa grazie a sospensioni a punto. Poco dietro la V-Strom perché ha una taratura più morbida e adatta al turismo in coppia. Capitolo a parte la Yamaha: su strada soffre la lunga escursione delle sospensioni, adatte anche al fuoristrada.
3.5
5.0
4.0

Freni

Sulla Versys il comando è un po’ spugnoso e non fa sempre percepire il limite di aderenza. Morbida la frenata della Suzuki a cui invece manca un po’ di mordente. Sulla Yamaha la coppia di dischi garantisce feeling sullo sterrato, mentre su strada soffre la ruota da 21’’ che ha meno aderenza.
3.0
4.5
3.5

Su strada

L’asfalto è l’habitat della Versys: tra le curve diverte da matti anche senza troppi CV. Segue a ruota la Suzuki, molto equilibrata nel misto e più comoda nei lunghi tragitti. La Ténéré su asfalto paga la ciclistica offroad: trasferimenti di carico eccessivi e minore precisione nelle curve.
2.5
4.0
3.5

Versatilità

Tra le tre la Yamaha è la moto con cui si può fare un po’ di tutto, soprattutto il fuoristrada: davanti a uno sterrato le altre due rimangono a guardare. La Suzuki e la Kawasaki vanno a braccetto, tanta strada e qualche strada bianca ben battuta per non rischiare rotture per qualche pietra non vista.
3.5
3.0
3.0

Prezzo

La Kawasaki e la Suzuki sono le più care del lotto, ma anche quelle con dotazione di serie più ricca. La Yamaha è più «grezza» ma se si pensa alle sue vere concorrenti - BMW F 800 GS - il suo rapporto qualità/prezzo è più che buono.
3.0
3.0
3.0

Pregi e difetti

 
Yamaha XT 1200 Z Super Ténéré ABS
Yamaha
XT 1200 Z Super Ténéré
Kawasaki Versys 650 ABS
Kawasaki
Versys ABS
Suzuki V Strom DL 650 ABS Traveller
Suzuki
V Strom DL 650 ABS Traveller

PREGI

Versatilità, Sospensioni, Personalità estetica Prestazioni, Agilità, Finiture Feeling motore, Facilità di guida, Comfort

DIFETTI

Vibrazioni, Prestazioni Fluidità ai bassi regimi, Feeling dei freni, Vibrazioni Personalità, Potenza frenante, Look

Gallery

Yamaha XT 1200 Z Super Ténéré , Kawasaki Versys ABS, Suzuki V Strom DL 650 ABS Traveller
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Yamaha

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XT 1200 Z Super Ténéré ABS

Kawasaki

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Suzuki

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