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Triumph Speed Triple

Riccardo Capacchione il 25/05/2012 in Prove della redazione
Triumph Speed Triple
Triumph Speed Triple
1050 cc / 99 kW (135 CV) / 3 cilindri in linea / Euro 3
€ 11.590 c.i.m.

La naked inglese ha lasciato un segno indelebile nella storia del design e nei cuori degli appassionati. Ne ripercorriamo la storia scoprendo che tutto ebbe origine... in Italia!

La Speed Triple è senza dubbio uno dei modelli che ha lasciato il segno nel cuore di molti motociclisti e nella storia delle motociclette. Per questo abbiamo deciso di dedicarle un dossier che racconti la sua storia e ne sveli le origini, strettamente legate alla volontà di un'azienda in crescita, al gusto estetico e all'infinita passione per le moto di un uomo. Oggi la Speed Triple ha gli occhi un po' a mandorla (il che manda in bestia i puristi), un motore tre cilindri potente e dalla coppia sostenuta, perfetto per le scorribande su strada e le impennate, e ogni suo dettaglio è stato sviluppato e perfezionato nel tempo, aumentando prestazioni e affidabilità della moto. La naked Triumph vanta dettagli curati, sia estetici sia funzionali e soluzioni tecniche sempre ben evidenziate, come il monobraccio, il telaio e il motore con l'impianto di scarico totalmente a vista. Le doti dinamiche di quest'ultima versione sono state drasticamente migliorate rispetto al modello precedente. La Triple infatti è sempre stata una moto tendenzialmente più stabile che maneggevole, con una ripartizione dei pesi spostata sul posteriore. Questa impostazione è stata rivoluzionata sul modello attuale che riprende la tendenza delle ciclistiche più moderne e segna una rottura con le serie precedenti, più per le doti dinamiche che per l'estetica nel complesso sempre aderente al tradizionale family feeling.

Questioni di famiglia

I due fari che sembrano occhioni tondi, la meccanica a vista e le indiscutibili doti dinamiche che hanno stregato tanti appassionati nel corso degli anni hanno origine ufficialmente nel 1993. In realtà a quell'epoca il doppio faro era ancora da venire, ma in quell'anno veniva ufficializzata la nascita di uno dei modelli più affascinanti della storia recente. Se non si conosce la genesi di questa moto è difficile capire i motivi del suo successo. La Speed non è stata creata partendo dalle richieste di un ufficio marketing o dai sondaggi di opinione via internet, è nata dal cuore di un appassionato che purtroppo oggi non c'è più: Carlo Talamo. Nel 1990 al Salone di Colonia furono presentati i modelli del grande ritorno di questa industria inglese, tra i quali spiccava la Trident, una nuda con un motore tre cilindri lasciato in mostra e un'estetica molto semplice e lineare. Questa Triumph ereditava un nome glorioso, ovvero quella della prima tre cilindri di serie nata nel 1968, ed era una moto ben fatta ma che peccava di personalità. Carlo Talamo, che dal 1992 commercializzava le moto Triumph in Italia, sulla Trident lavorò parecchio, di fantasia e soprattutto in garage. Dopo una serie di colorazioni decisamente più accattivanti, finalmente arrivò la special Alu. Chi scrive ai tempi bazzicava l'officina della Numero Tre di Milano e il giorno in cui questa versione speciale, tutta di alluminio lucidato, fu mostrata al pubblico, ricorda che rimase senza fiato: non si trattava del rifacimento di un vecchio modello su una base più moderna, ma di un concetto di moto nuovo. L'idea aveva le sue radici nel passato, è vero, ma vi erano degli elementi assolutamente alternativi all'estetica dominante all'epoca. Quella special luccicante apparve in una delle famose pubblicità della Numero Tre (anche quelle ad opera di Talamo che era un innovatore nella comunicazione) con il nome di Speed Triple.

La capostipite

Evidentemente anche John Bloor, il poprietario della Triumph, fu colpito da quella special che mostrava cosa potessero diventare le sue moto. Così nel 1993 fu presentata la prima Speed Triple, la T301, in colorazione nera. Se la si guarda bene, la prima serie era proprio una Trident modificata. Rispetto alla Triumph da cui derivava, la prima Speed Triple sfoggiava un design molto più originale e aggressivo. Motore, telaio, cerchi e doppi scarichi, oltre a quasi tutti i dettagli, erano verniciati in nero. Su questa "texture" di base spiccavano, per contrasto, i componenti in alluminio naturale. Il cruscotto era montato in posizione quasi verticale, mentre i semimanubri erano molto spioventi e bassi. In realtà in Italia molte delle Speed circolanti all'epoca utilizzavano una modifica, anch'essa ideata da Talamo, che prevedeva un manubrio sempre in due pezzi, ma meno angolato e montato in posizione più alta, per favorire il controllo della moto e il comfort di guida. Il coprisella posteriore smontabile per il trasporto del passeggero dava un tocco racing all'insieme. Il look defi nito da Talamo si ispirava alle cafè racer inglesi, ma nell'idea di base si possono riscontrare anche contaminazioni da parte del fenomeno, allora quasi unicamente tedesco, delle Streefighter. Dalle interpretazioni stilistiche un po' esagerate delle moto germaniche, la nuova Triumph prendeva il concetto di moto veloce e leggera con un gran motore, destinata strettamente al divertimento di guida, senza pretendere di essere una viaggiatrice o di staccare il miglior tempo su giro. Il motore a tre cilindri da 885 cc rispecchiava in pieno queste caratteristiche grazie ai suoi 98 CV dichiarati e soprattutto alla gran coppia erogata ai medi regimi. Non si trattava esattamente del motore della Trident dato che sfruttava i carter più leggeri della sportiva Daytona e un cambio a 5 marce in luogo di quello a 6. Inoltre la prima Speed Triple era priva del connotato stilistico che l'ha resa famosa: i doppi fari tondi anteriori. La Speed, da sempre una frequentatrice dei circuiti, ha rinnovato il mito delle Superbike americane prive di carenatura: la prima gara del trofeo riservato a questa Triumph ebbe luogo a Donington nel 1994. La "Triple" corre tutt'oggi con ottimi risultati in trofei e campionati dedicati alle moto naked.
Nel 1995 il cambio passò da 5 a 6 rapporti e nel 1996 venne prodotta una piccola serie con motori da 750 cc. Nello stesso anno al Salone di Colonia fu presentata la T509: la Speed con doppio faro! L'estetica era ricercata e le linee più filanti, mentre meccanica e ciclistica derivavano dalla Daytona T595, la sportiva della Casa. Il look della Speed, proposta con manubrio alto o basso, era così di rottura con gli stilemi classici che venne approntato un kit per montare il faro singolo! Inutile dire che doppio faro e manubrio alto furono le opzioni più vendute, aprendo le porte al successo planetario. L'ultima grande rivoluzione stilistica e tecnica avvenne nel 2005 con l'arrivo del motore da 1050 cc e della coda "mozzata", anche quest'ultima ripresa da una special di Talamo, la Speed S. Da quell'anno ai giorni nostri la Triumph ha continuamente rinfrescato estetica e meccanica della propria streetfighter. Nello stesso tempo la Speed ha conquistato un posto sul set di molti film, tra cui "Mission Impossible", e soprattutto nei cuori dei tanti appassionati che mai la cambierebbero per un'altra moto... se non per una Speed!
Carlo Talamo era un grande comunicatore, un uomo che sapeva trasmettere le proprie - forti - emozioni a chi gli stava vicino. Altra dote di Carlo era quella di sapere inventare e costruire delle moto splendide. Non era un personaggio dal carattere semplice e forse le sue moto così particolari raccontavano il suo animo oltre che essere degli oggetti splendidi. Anzi, "oggetto" è una parola che Carlo avrebbe odiato, dato che le sue moto erano vive e fatte per essere vissute e usate, rotte e riparate. Che fosse un tipo eccentrico nessuno lo nega (non usava il calzini nemmeno sotto zero), ma proprio per questo le sue idee colpivano al cuore. Oltre alle Triumph Carlo importava anche le Harley e se guidate una Night Train sappiate che è stata ideata da lui, proprio come la Speed Triple.

Dati Tecnici

 
Triumph
Speed Triple

Motore

3 cilindri in linea trasversali a 4 tempi, raffreddamento a liquido; alesaggio per corsa 79,0x71,4 mm; cilindrata 1050 cc; rapporto di compressione nd. Distribuzione bialbero a camme in testa con comando a catena e 4 valvole per cilindro. Alimentazione a iniezione elettronica, diametro corpi farfallati nd. Capacità serbatoio carburante 17,5 litri (riserva nd). Lubrificazione a carter umido.

Trasmissione

Primaria ad ingranaggi, finale a catena. Frizione multidisco in bagno d’olio con comando meccanico. Cambio a sei marce.

Ciclistica

Telaio a a traliccio in tubi di acciaio; sospensione anteriore, forcella rovesciata da 43 mm completamente regolabile, escursione ruota 120 mm; sospensione posteriore, monobraccio con monoammortizzatore completamente regolabile, escursione ruota 130 mm. Cerchi: anteriore 3,50x17”, posteriore 6,00x17”. Pneumatici: anteriore 120/70-ZR17, posteriore 190/55-ZR17. Freni: anteriore a doppio disco flottante in acciaio da 320 mm e pinze con attacco radiale a 4 pistoncini, posteriore a disco singolo in acciaio da 255 mm e pinza flottante a doppio pistoncino.

Dimensioni

Lunghezza 2086, larghezza 728, altezza sella 825, interasse 1435. Peso in ordine di marcia 214 kg.

Prestazioni

Potenza 99 kW (135 CV) a 9400 giri, coppia 111 Nm (11,3 kgm) a 7750 giri.

Prestazioni

Condizione della prova

Cielo
Vento
Temperatura aria
Pressione atmosferica
Temperatura asfalto

Rilevamenti

 
Triumph
Speed Triple

RILEVAMENTI

ACCELERAZIONE

PROVA SORPASSO (nella marcia più alta)

FRENATA (compreso tempo di reazione convenzionale pari a 1 s)

CONSUMO

PESO

Gallery

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